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Alejandro Valverde (ESP - Movistar) - photo Luis Angel Gomez/BettiniPhoto©2018

BILANCI 2018 – MOVISTAR, VALVERDE E CARAPAZ SALVANO LA STAGIONE


La stagione della Movistar poteva andare sicuramente molto meglio, ma alla fine è stata salvata da due nomi che sono agli opposti l’uno con l’altro: uno perché è un veterano, Alejandro Valverde, e l’altro è molto giovane, Richard Carapaz. Per carità, 26 vittorie è un gran bel bottino, soprattutto se a queste aggiungiamo la 27/a e la più importante, quella del mondiale professionisti vinto dal murciano a Innsbruck. Il problema è che ben 13 delle 26 vittorie del team sono arrivate proprio da Valverde, e se in squadra hai altri due talenti incredibili come Quintana e Landa, vuol dire che qualche piccolo problema c’è stato.

Iniziamo però dalle note positive. Di Valverde si è scritto tantissimo e non si finirà mai di elogiarlo abbastanza per il titolo iridato. Dopo il brutto incidente nel cronoprolego 2017 del Tour de France, Don Alejandro è riuscito fin da subito a trovare il colpo di pedale giusto, vincendo 3 tappe alla Vuelta Valenciana, 2 tappe all’Abu Dhabi Tour, 2 tappe e la classifica generale della Volta Catalunya e il Gp Miguel Indurain. Questi trionfi non gli hanno però permesso di riconquistare le “sue” Ardenne. In modo particolare, dopo 5 anni, ha dovuto cedere lo scettro della Freccia Vallone a Julien Alaphilippe, e anche alla Liegi-Bastogne-Liegi non è riuscito ad ottenere il successo.

Nel frattempo, insieme a questi successi, la Movistar ha ottenuto un trionfo con Dayer Quintana, fratello di Nairo, in Colombia, e ha vinto la quarta tappa della Tirreno-Adriatico con Mikel Landa, con arrivo a Sarnano Sassotetto, con il successo in classifica generale di Marc Soler alla Parigi-Nizza.

Il Giro d’Italia ci ha fatto conoscere il giovanissimo Richard Carapaz, un vero e proprio talento: molto entusiasmante è stata la sua lotta per la conquista della maglia bianca, terminata con un secondo posto, ma ancora più entusiasmante è stata la sua vittoria nella tappa di Montevergine al Giro d’Italia. Per lui, quella tappa, è stato il terzo successo in stagione.

Carapaz non si è poi riuscito a riconfermare alla Vuelta, ma un conto è correre come un giovane talento senza l’ingombro dei capitani, un altro è affrontare una grande corsa a tappe con Valverde e Quintana. A tal proposito, Nairo sembra davvero non essere riuscito ancora a ritrovare quel colpo di pedale che gli permetterebbe di tornare sui livelli del 2014, quando vinse il Giro d’Italia. Quest’anno il colombiano ha preso parte a pochissime corse fino ad aprile e poi ha “staccato la spina” (ancora?) per preparare il Tour de France: prima dell’assalto alla corsa francese ha vinto in Svizzera, ma poi al Tour è stato praticamente fatto fuori subito da una caduta nella prima tappa.

La Movistar ha deciso di affrontare il Tour con i tre uomini più importanti: Landa, Quintana e Valverde. E’ stato un bell’azzardo che ha portato solo al trionfo di Nairo nel “tappino” di 65 km con arrivo a Saint-Lary-Soulan. Purtroppo, se si punta su un solo obiettivo stagionale e se si affronta la Vuelta come una sorta di esame di riparazione, i risultati sono questi. Ma, soprattutto, sembra davvero che Nairo non voglia cambiare la propria marcia di avvicinamento verso i grandi eventi, partecipando a pochissime corse prima del Tour de France. Il prossimo anno avrà un nuovo preparatore, Max Sciandri: vediamo se cambierà qualcosa.

La sfortuna ha invece fermato Mikel Landa: il corridore si è ritirato in seguito a una brutta caduta a San Sebastian ed è tornato solo per il gran finale di stagione, senza riuscire a chiudere nemmeno una corsa, ma l’importante è essersi ripreso. Landa vuole continuare ad inseguire il sogno Tour de France: il problema è che sono davvero in tanti, in questa squadra, che hanno questo suo stesso sogno.

Ancora una volta è stato il “vecchio” Valverde che si è caricato la squadra sulle spalle e ha ottenuto due vittorie di tappa alla Vuelta e il trionfo iridato. La stagione della Movistar è salva e si può programmare al meglio un 2019 nel quale potremo vedere un Carapaz più consapevole dei propri mezzi e un Valverde che vorrà tornare ad alzare le braccia al cielo nelle Ardenne, ma nel frattempo Quintana e Landa devono decidere se vogliono continuare ad inseguire solo il Tour o se vogliono (come forse sarebbe il caso) provare a conquistare altri obiettivi.

 

A cura di Carlo Gugliotta per InBici Magazine

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