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CICLISTI, PER FAVORE, STATE A CASA


Lo diciamo anche contro il nostro interesse, visto che uno dei nostri interessi principali come rivista online si concentra soprattutto nel mondo del ciclismo amatoriale e cicloturistico: per favore, cari amici ciclisti, rimanete a casa.

Durante tutta la mattinata c’è stata molta confusione. C’è chi sostiene che ci si possa allenare in bicicletta, c’è chi invece sostiene il contrario. Eppure, il decreto del governo è molto chiaro, e vi riportiamo le frasi riguardanti lo sport.

Sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. Resta consentito lo svolgimento dei predetti eventi e competizioni, nonché di sedute di allenamento degli atleti professionisti e atleti di categoria assoluta che partecipano ai giochi olimpici o a manifestazioni nazionali o internazionali, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico. In tutti tali casi, le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute ad effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus COVID-19 tra gli atleti, i tecnici e tutti gli accompagnatori che vi partecipano.

Gli atleti agonisti, quindi, possono allenarsi in bicicletta. Gli altri no, è meglio che stiano a casa. Tutto questo per due ragioni fondamentali: in primo luogo, perché bisogna mantenere almeno un metro di distanza l’uno dall’altro, e quindi uscire con altre persone non è adatto a ciò che sta accadendo. In secondo luogo, perché purtroppo può capitare che in bicicletta ci possano essere degli incidenti, anche se si esce da soli, e al giorno d’oggi ogni persona in più che va in ospedale, con una situazione così critica, toglie un posto letto a una persona che rischia di morire.

Qualcuno potrebbe obiettare: “Ma se io non dovessi cadere?”. In realtà, lo ripetiamo, è sempre meglio rimanere a casa. Non a caso tutte le corse in Italia si sono fermate, a tutti i livelli, non solo quelle amatoriale.

Restare per un po’ senza bicicletta vuol dire aiutare la situazione del Coronavirus COVID-19 a migliorare in tutta Italia, perché si evitano i contagi.

Anche il CT della nazionale italiana, Davide Cassani, ha spiegato su Facebook cosa voglia dire per un ciclista vivere questo periodo.

Un altro importante appello a non uscire in bicicletta in questi giorni proviene anche da Damiano Cunego, ex corridore professionista e testimonial del GS Alpi.

Chiaramente, dovendo rimanere a casa, molti ciclisti stanno pedalando sui rulli. E non manca l’ironia sui social network. Qualcuno, scherzando, sarebbe disposto a barattare dei rulli con l’Amuchina. Chi offre di più?

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Un Commento

  1. Sante parole, anche se, da un punto di vista strettamente legale, il dpcm del 9 marzo, qui non citato nonostante l’articolo sia del 10 marzo, consente l’attività sportiva all’aria aperta mantenendo le distanze di un metro. Inoltre il FAQ del governo consente a tutti espressamente di fare attività sportiva in bicicletta all’aperto. È giusto stare a casa, ma non si può inventare il diritto.
    Un saluto a tutti.

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