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CORONAVIRUS, LE MAGLIE DI FELICE GIMONDI ALL’ASTA PER BERGAMO


Norma Gimondi ha oggi annunciato, attraverso una lettera inviata alla Gazzetta dello Sport, la creazione di un’asta di beneficenza con le maglie di suo padre Felice, scomparso lo scorso 16 agosto. Il ricavato sarà devoluto in beneficenza per fronteggiare la situazione Coronavirus a Bergamo.

Di seguito la lettera.

La mia terra e la mia gente piangono. Noi bergamaschi siamo molto dignitosi nel dolore, ma quando vedi e senti quello che sta capitando… Ho pianto quando ho visto quei camion militari che portavano via le bare, lì sopra c’erano papà e mamme di tutti noi. Adesso vivo con mamma a Paladina, ed è allucinante, abbiamo le ambulanze a qualsiasi ora. Quando ci alziamo la mattina, la prima cosa che facciamo è capire se c’è intorno una sirena. Sì, ormai qui facciamo la conta delle ambulanze.

Non abbiamo avuto parenti diretti coinvolti, ma amici sì: penso a Mirco Gualdi, che ha perso il papà. Fai tre telefonate e in due casi o hanno a casa qualcuno con la febbre alta e la tosse, o ti dicono che hanno portato via la mamma o il papà. Chiara Teocchi, la biker che era la cocchina di papà, ha avuto sua madre ricoverata per una crisi respiratoria. Io vivo con terrore questi giorni, non esco perchè non voglio esporre mamma al contagio. 

Questa è la mia terra, questa è la mia gente. So bene che cosa avrebbe fatto papà Felice: sarebbe uscito a dare una mano, si sarebbe esposto in prima persona nei limiti in cui avrebbe potuto farlo. Non ce l’avrebbe fatta magari a montare l’ospedale da campo con gli Alpini e i tifosi della curva Nord dell’Atalanta, ma si sarebbe dato l’anima per raccogliere dei fondi. Mi sono ricordata in questi giorni che portò a Portobello, la trasmissione televisiva di Enzo Tortora, la maglia azzurra originale con cui vinse il Mondiale di Barcellona 1973 per metterla all’asta e raccogliere i fondi per il terremoto dell’Iprinia del 1980. Pensate che quella era l’unica maglia che avevamo di quel Mondiale e lui la donò per gli altri. 

Da qui è nata l’idea di mettere all’asta alcune sue maglie, alcuni oggetti della sua vita da corridore. Lo facciamo sulla pagina Facebook di un gruppo di appassionati, si chiamano “Passione per il ciclismo”. Io ho iniziato con l’ultima maglia che ha vestito papà: quella del team MTB della Bianchi, del quale era presidente e anche ciclista, la portava sempre. Partiamo da una base d’asta di 60 euro con rilanci di cinque. 

Perché proprio questa maglia? Perché papa è arrivato fino a lì vestendola e non dobbiamo andare avanti sulla sua strada, testimoniando il suo impegno per gli altri. Ci saranno anche altri oggetti, come la maglia iridata di Ganna con il Team Colpack o quella tricolore della Teocchi e poi ho oggetti come la sacca originale del rifornimento ai tempi della Bianchi-Campagnolo. 

Dobbiamo raccogliere i soldi per comprare un respiratore da donare all’ospedale Papa Giovanni XXIII che porta il nome del nostro Papa, il nostro riferimento. Servono 10mila euro e cercheremo di poter fornire materiale medico di ogni tipo. Chi va al lavoro in ospedale lo fa con un morale e una generosità incredibili: lo dobbiamo fare per loro. 

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