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DURA CONTESTAZIONE VERSO LA FCI, DI ROCCO: “STANCHI DEGLI SQUALIFICATI PER DOPING”


Durante i lavori degli Stati Generali del CONI che si sono tenuti oggi a Roma, c’è stato un episodio che ha turbato lo svolgimento dell’assemblea. Al Salone d’Onore del CONI ha fatto irruzione Cristian Bianchetti, ciclista vittima di un caso burocratico molto delicato del quale si parla in maniera approfondita a questo link.

Raccontato in estrema sintesi: Bianchetti è stato trovato positivo ad una sostanza dopante parecchi anni fa, la stessa sostanza per la quale fu squalificato anche il velocista Ben Johnson, ma in fase di processo riuscì a difendersi ed ottenne l’assoluzione con formula piena, ma per motivi legali (il costo eccessivo di un avvocato) non chiese anche l’assoluzione sportiva. Di conseguenza, Bianchetti può ora tesserarsi come professionista, ma non come amatore, in quanto la norma etica della Federazione Ciclistica Italiana prevede che dal 2014 in poi tutti gli amatori che sono stati squalificati per doping non possono più essere tesserati come Master.

Bianchetti ha fatto irruzione nel Salone d’Onore, parlando a tu per tu con il presidente del CONI Giovanni Malagò nel bel mezzo dei lavori. In seguito a questo episodio, la Federazione ha rilasciato un duro comunicato stampa con la presa di posizione da parte di Renato Di Rocco, che riportiamo per intero di seguito.

Riguardo alla contestazione da parte di Cristian Bianchetti, in passato squalificato per doping e pertanto ritenuto “non etico” in base alla normativa attualmente in essere, contestazione che ha turbato i lavori degli Stati Generali del CONI di oggi a Roma presso il Salone d’Onore del CONI, il presidente della Federazione Renato Di Rocco, nello scusarsi a nome di tutto il movimento ciclistico, sottolinea con forza che il ciclismo è stanco di dover continuare a sopportare che persone squalificate per doping insistano a frequentare il mondo amatoriale e sportivo in generale, imponendo inoltre la propria presenza anche in contesti istituzionali come l’appuntamento di oggi.

Riguardo alla legislazione etica si ricorda che il Collegio di garanzia del Coni ha confermato l’indirizzo federale, esaltandone il valore sportivo e la tutela del benessere fisico. Nelle motivazioni della sentenza, lo stesso Collegio, ha ricordato che: “I principi etici che contrastano con severità l’uso del doping sono dunque un pilastro irrinunciabile per l’esercizio della pratica sportiva. L’esistenza di regole internazionali antidoping non esclude affatto, ad al contrario richiede, che siano adottate disposizioni attuative nazionali o federali, come è il caso, ad esempio, della normativa con cui la FCI nel 2014 ha deciso di limitare il tesseramento per la categoria amatori.

“Il ciclismo ha cambiato pagina – dichiara il presidente Di Rocco – è sano ed è uno degli sport più controllati al mondo e non ha nessun interesse a modificare il proprio percorso di una disciplina seria e praticata da atleti modello ed altamente qualificati.

“Il nostro sport – conclude il presidente Di Rocco – ha già pagato enormemente in termini di immagine e credibilità per colpa di pochissimi soggetti che non vogliono rispettare e sottostare alle regole. In questo momento la bicicletta rappresenta il benessere fisico, il futuro sostenibile, attraverso una mobilità consapevole, e la possibilità di godere appieno delle bellezze artistiche e paesaggistiche che il nostro Paese possiede.”

 

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