La tappa di Orbetello rischia di essere ricordata come una delle frazioni più brutte della storia recente del Giro d’Italia. Ci sta che i corridori decidano di prendersela comoda, in fondo la corsa rosa è molto lunga e le emozioni non mancheranno nelle prossime tappe (o almeno lo spero). Ci sta anche che un piccolo corridore giapponese decida di approfittarsene, andando in fuga tutto solo: abbiamo fatto tutti il tifo per Sho Hatsuyama nelle sue ore di fuga solitaria.
Lentamente o velocemente, prima o poi si arriva all’ultimo chilometro. Il tricolore di Elia Viviani cancella in un secondo tutta la noia e tutti gli sbadigli di una giornata che non ha offerto spunti particolari. Poi, però, arriva la decisione della giuria: declassato. La vittoria viene assegnata a un Fernando Gaviria che si presenta sul palco con la stessa espressione di un bambino al quale gli hanno appena rubato la merenda. E, nel frattempo, qualcuno inizia a “malignare” su Arnaud Demare, che avrebbe cambiato anche lui traiettoria come Viviani, facendo forse anche di peggio.
Forse, l’unico corridore felice per aver vissuto questa tappa è Primoz Roglic: lo ha detto anche lui, ha potuto godersi a pieno la sua maglia rosa. E ha potuto anche guardare un po’ il paesaggio.
A cura di Carlo Gugliotta per InBici Magazine