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GIRO D’ITALIA, TAPPA 8: ECCO LA TORTORETO LIDO-PESARO


Sette tappe alle spalle, altre quattordici da completare: il Giro d’Italia ha superato il primo terzo di gara e riprenderà la sua corsa verso Verona, sede d’arrivo dell’ultima fatica dei corridori. L’ottava frazione sarà la più lunga dell’intera corsa rosa, e al suo interno nasconderà diverse insidie, che potrebbero portare ad un esisto non scontato. 

Saranno 239 i chilometri che porteranno la carovana del Giro da Tortoreto Lido a Pesaro, con tre gran premi della montagna nella seconda metà di corsa. La partenza e i primi 135 chilometri si svolgeranno sulla costa adriatica, in un lungo trasferimento verso Senigallia (sede del primo traguardo volante di giornata) e Marotta, dove il panorama cambierà. Il gruppo, infatti, si sposterà nell’entroterra, ricco di salite, strappi e i celebri mangia e bevi. La salita di San Costanzo (km 142) aprirà le danze, seguita dopo circa 20 chilometri dalla salita di Monte della Mattera, gran premio della montagna di terza categoria con i suoi 7 chilometri al 4% di pendenza media. A precedere la salita, anche il secondo sprint in località Calcinelli (km 159). Dopo la discesa conseguente alle due ascese, altra impennata verso Candelara (3 chilometri con una pendenza piuttosto agevole). Dopo 200 chilometri di corsa, i corridori si troveranno davanti la salita di Monteluro, Gpm di quarta categoria che misura 6 chilometri con una pendenza media al 4%. Attenzione, però: nella prima fase, punte fino al 12% e una media che sfiora la doppia cifra. Dallo scollinamento, altro tratto mosso fino all’ultimo gran premio della montagna di Gabicce Monte, 2 chilometri al 5% di pendenza che si spingono in alcuni tratti fino all’11. Le insidie non finiranno qui: seguiranno un altro strappo a 20 chilometri dall’arrivo, mentre a 8 dalla conclusione il gruppo affronterà l’ultimo tratto ascendente. Dalla vetta al traguardo quasi solo discesa: sii segnalano due curve insidiose nell’ultimo chilometro, di cui l’ultima a 250 metri dal traguardo, fondamentale in caso di arrivo in volata. 

Ma sarà davvero volata? Questo è il grande interrogativo. Le tante asperità (di fatto non c’è pianura negli ultimi 100 chilometri) e la distanza da percorrere potrebbero favorire la fuga, anche pensando alle squadre dei velocisti che potrebbero faticare a tenere chiusa la corsa senza avere la certezza che l’uomo di punta sia in grado di reggere un percorso esigente e reso ancora più arduo dalla probabile pioggia. In caso di arrivo in volata, i favoriti potrebbero essere Arnaud Démare e Caleb Ewan, sulla carta più resistenti in salita rispetto a Pascal Ackermann ed Elia Viviani, che invece in una volata tradizionale dovrebbero avere qualcosa in più, anche per quanto visto fino ad ora sulle strade del Giro. Come detto non va esclusa una fuga, o un arrivo di un gruppo ristretto dal quale potrebbero emergere corridori resistenti in salita ma al contempo veloci in volate atipiche. Attenzione, poi, all’ultima discesa: terminando ad un paio di chilometri dallo striscione d’arrivo, potrebbe invogliare qualche attacco. Magari anche da parte degli uomini di classifica. 

 

A cura di Gianluca Santo per InBici Magazine

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