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GRAZIANO BELTRAMI: “VIVA I GIOVANI CHE SI SANNO METTERE IN GIOCO”


Vi abbiamo raccontato, pochi giorni fa, la storia di Diego Frignani, corridore che ha avuto la possibilità di diventare un Under 23 dopo aver scoperto la bici solo pochi anni fa e dopo aver preso parte, fino ad oggi, solo a gare delle categorie amatoriali. A proposito di questa bella storia, abbiamo interpellato Graziano Beltrami, titolare della Beltrami TSA, società che distribuisce in Italia il marchio di biciclette Argon 18, che viene utilizzato dalla nuova squadra di Frignani, la Big Hunter.

“Sono davvero molto felice che un giovane come Diego abbia deciso di gareggiare nella categoria dei dilettanti – afferma ai nostri microfoni, entusiasta per la scelta e per l’opportunità che il corridore si è andato a cercare – correre tra gli amatori è una cosa, gareggiare tra gli Under 23 è un’altra. Noi, come Beltrami TSA, abbiamo sempre cercato di sostenere progetti che fossero proposti per la prima volta, e andando a memoria direi che non ci sono altri casi di ragazzi che hanno deciso di lasciare le granfondo per gareggiare tra i dilettanti. Siamo quindi felici della scelta e di esser vicini a Diego in questo suo importante progetto”.

La Beltrami TSA è molto attiva nella categoria dilettantistica: “Abbiamo una squadra che porta il nostro nome, che è molto importante perchè ci ha permesso di farci conoscere non solo per i marchi che distribuiamo, come Argon 18, ma anche e soprattutto per il nostro nome. E poi è un piacere essere partner tecnico di una squadra importante come la Big Hunter, che ha un grande prestigio in questa categoria. Nel mondo amatoriale si entra a diretto contatto con i clienti o con i potenziali clienti, ma le squadr Under 23 ci permettono di farci conoscere attraverso canali diversi”.

Graziano Beltrami è un fiume in piena quando gli si chiede cosa si aspetta dal ciclismo del futuro: “Sicuramente vorrei che ci fossero meno barriere. Ho corso a piedi per tanti anni, e nel podismo si corre tutti insieme: agonisti, amatori e giovani. Un po’ come avviene nella mountain bike. Io spero davvero che in futuro ci possa essere meno rigidità: ognuno deve fare la propria corsa, e competere per la propria classifica, ma quando le strade sono chiuse sarebbe bello che tutti i corridori di tutte le categorie potessero gareggiare, altrimenti, se non si fa così, il ciclismo giovanile sarà sempre in affanno”.

 

A cura di Carlo Gugliotta per InBici Magazine

 

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