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IL GIRO D’ITALIA ARRIVA AD ANTERSELVA, IL TEMPIO DEL BIATHLON


Il grande ciclismo nel tempio del biathlon. Il Giro d’Italia si appresta ad arrivare nell’Arena Altoadige, che ogni anno ospita una tappa di Coppa del Mondo di biathlon e nel 2020 sarà sede dei Campionati del Mondo. Una 17esima tappa con arrivo in salita, difficile ma senza eccessi grazie ai suoi 3500 metri di dislivello distribuiti su 181 chilometri. 

Partenza da Commezzadura caratterizzata da 15 chilometri in leggera discesa che potrebbero favorire velocità elevatissime nelle prime fasi di corsa, fondamentali nella creazione della fuga in una giornata che potrebbe anche adattarsi ai tentativi da lontano. La prima salita, verso il Passo della Mendola, inizia attorno al chilometro 30 e termina al chilometro 42, con una pendenza che si attesta sul 7-8% ma che non dovrebbe fare danni. A seguire una lunghissima discesa da 20 chilometri verso Bolzano, dove i corridori inizieranno un tratto pianeggiante fino a Bressanone, sede del primo traguardo volante della tappa (km. 109). Da qui i due chilometri all’8% della salita dell’Elvas, un Gran Premio della Montagna di quarta categoria che dovrebbe scorrere sotto i tubolari degli atleti senza lasciare strascichi. Pendenze comparabili sulla salita di Terento, che si snoda tra il chilometro 129 e il chilometro 136 (Gpm di seconda categoria) e potrebbe stuzzicare un primo forcing anche nel gruppo principale. A seguire discesa verso Brunico, dove al chilometro 53 si trova il secondo traguardo volante di giornata. Da qui una ventina di chilometri in falsopiano, tutto che tira verso l’alto, verso l’imbocco della salita finale.

Sulla carta sono 5,5 chilometri al 7% di pendenza, ma in realtà la salita vera e propria inizia già prima. Nel tratto ‘ufficiale’ pendenze che raramente scendono sotto l’8% con punte al 12, ma gli ultimi 6-700 metri sono di fatto pianeggianti proprio all’interno dello Stadio del biathlon, cornice suggestiva per una tappa che potrebbe anche risultare più difficile di quanto si possa pensare. 

Molto dipende dalla frazione di ieri: il freddo e il Mortirolo lasceranno tossine nelle gambe e nel fisico dei corridori. Solo una manciata di secondi passata senza mantellina potrebbero mutare le sorti della corsa rosa, con improvvise crisi postume a ribaltare gli equilibri che si sono creati fino ad ora. Attualmente la situazione di classifica impone a corridori come Vincenzo Nibali di attaccare in ogni situazione che lo consente: il ritardo da Carapaz è pesante e i chilometri verso Verona sono sempre meno. Il corridore della Movistar è riuscito a resistere sul Mortirolo al primo verso affondo dello Squalo, ma nell’ultima settimana potrebbe pagare la minore esperienza e il peso della maglia sulle spalle. Gli altri sembrano tagliati fuori dalla lotta per il successo, con Mikel Landa che ha troppo da recuperare (al pari di Miguel Angel Lopez) e la coppia formata da Simon Yates e Primoz Roglic che quando la strada sale hanno dimostrato di non avere il passo dei migliori. Nella corsa al successo di tappa, attenzione alle fughe: il percorso non offre opportunità di attacchi studiati a tavolino con la squadra e di conseguenza la Movistar potrebbe decidere di lasciare il via libera agli attaccanti della prima ora, al pari delle altre squadre degli uomini di classifica, che dovrebbero limitarsi ad uno scontro diretto nei chilometri conclusivi della tappa. 

 

A cura di Gianluca Santo per InBici Magazine

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