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IL TREVIGIANO DIEGO BRAGATO: È LUI IL PREPARATORE DEI RECORD IN PISTA


C’è un trevigiano dietro al record del mondo di martedì mattina al velodromo di Izu a Tokyo, conquistato dal quartetto composto dall’iridato Filippo Ganna, dal veneziano Francesco Lamon, dal bergamasco Simone Consonni e dal giovanissimo udinese Jonathan Milan (figlio dell’ex professionista Flavio), nell’inseguimento a squadre.

Per motivi di restrizioni covid Diego Bragato non è potuto essere presente alle Olimpiadi nipponiche, ma è come se fosse presente. E’ l’uomo di fiducia del commissario tecnico Marco Villa, il preparatore atletico dei ragazzi, ma ormai a tutti gli effetti è un vice commissario tecnico. Lui che nasce come stradista, originario di Motta di Livenza, dopo aver corso fino alla categoria dei dilettanti, preferisce seguire i corsi universitari ed entrare nel Centro Studi creato e voluto da Daniela Isetti e seguire la preparazione tecnica degli atleti, specializzandosi sulla pista.

L’accoppiata Villa – Bragato comincia a macinare successi, la pista torna a decollare, i risultati pesanti iniziano ad arrivare (basti ricordare ala medaglia d’oro nell’Omnium alle Olimpiadi di Rio di Elia Viviani) e il lavoro incessante e certosino ha portato al record del mondo di martedì. In attesa ovviamente della finale di questa mattina contro l’ostica Danimarca: “La prestazione dei ragazzi che ho sentito subito dopo la prova è stata incredibile – racconta Diego Bragato mentre si trova al velodromo di Montichiari ad allenare altri ragazzi sempre in pista, perché di pistard ce n’è sempre bisogno -. Siamo contentissimi. 

Sapevano di essere pronti in allenamento avevamo fatto le prove, sapevamo di girare con tempo da record del mondo. Anche se in allenamento cercavamo di limitare la prestazione. Ma in gara hanno dato veramente il massimo. Il lavoro parte da lontano, non è gruppo improvvisato, ma è da anni che ci lavoriamo, sin da juniores.

Ad esempio con Lamon ci lavoro da quando ero tecnico degli esordienti in pista a Padova. Ma come nazionale li seguiamo da junior e negli anni si sono accumulate esperienze e la partecipazione ad eventi internazionali su pista, che hanno insegnato come gestire anche le emozioni. Un piano di avvicinamento per giungere con la testa giusta alle Olimpiadi. Ma l’ultimo appuntamento importante era stato a Berlino un anno e mezzo fa. Purtroppo il covid aveva bloccato gli appuntamenti internazionali. Non sapevamo come fossero migliorate le altre nazioni. Noi sapevamo di andare forte e di avere degli ottimi tempi. Ma non avevamo riferimenti sulle altre nazionali. 

La tensione era quella di partire in qualifica davanti a tutti i big. Ci ha creato uno stress pesante. I ragazzi hanno affrontato le prove di qualifica con la testa giusta e con la potenza e la determinazione giusta. In ogni caso dovessimo conquistare l’argento sarà un successo strepitoso. Lo avevamo sognato e programmato. E ottenere il record del mondo è già una vittoria. Negli ultimi anni facevamo sempre dai terzi in giù. Ora saliamo sul podio. Possiamo ambire all’oro”.

Ma che tipo di lavori avete fatto per gli allenamenti dei ragazzi?

“Siamo partiti da lontano con lavori di tecnica, di forza, di frequenza di pedalata accumulate negli anni. Si parla sempre di rapporti duri, si certamente, ma spinti dalla velocità di frequenza della pedalata che varia dai 118, 120, 122 pedalate. Non sono frequenze di pedalata bassa, mettendo insieme la frequenza di pedalata e la forza ne esce la potenza. Abbiamo creato un gruppo con caratteristiche differenti ma che fra loro si amalgamano molto bene. E lavorato molto su Lamon che ha una partenza molto potente e riesce a portare gli altri ad una velocità di crociera nel minor tempo possibile ma che garantisce anche il respiro perché tira, parte lungo, fa un giro e un quarto e permette poi agli altri, ovvero il giovanissimo Milan, Ganna, Consonni, dopo un chilometro, di mettersi a tirare. Nell’ordine insomma parte Lamon, poi Consonni, poi Milan e infine lo strepitoso Ganna.

E ormai su Pippo non ci sono più parole per definirlo. Immenso”. E poi il quartetto ha girato e fatto il record del mondo con biciclette Pinarello. Che in queste Olimpiadi e in questo anno, ha davvero fatto l’ein plein. Ha vinto il Giro con Egan Bernal, la prova delle Olimpiadi su strada con Richard Carapaz, la medaglia di bronzo di Rohan Dennis a cronometro. E stamattina attendiamo il sogno, che potrebbe avversarsi alle 11,00 ora italiana. La finale Italia – Danimarca per un oro storico. 

a cura di Tina Ruggeri Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata

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