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2018 Road World Championship Innsbruck - Tirol - under 23 road race 179,7 km - 28/09/2018 - Bjirg Lambrecht (Belgium BEL) - Photo Ilario Biondi/BettiniPhoto©2018

LAMBRECHT, IL BABY-FENOMENO VOLATO IN CIELO TROPPO PRESTO


Bjorg Lambrecht era un piccolo fenomeno. A soli 22 anni, la Lotto-Soudal lo ha messo sotto contratto fino al 2021, dopo averlo fatto passare professionista nel 2018. Sono i risultati a parlare per lui: lo scorso anno ha ottenuto il suo primo successo tra i professionisti al Giro dei Fiordi, in Norvegia, e ha ottenuto un grandissimo secondo posto al campionato del mondo di Innsbruck nella categoria Under 23.

La Lotto-Soudal gli ha permesso di fare un’altra grande stagione quest’anno. Quanti corridori, a 22 anni, possono vantare tre piazzamenti nelle top 10 di Freccia del Brabante, Amstel Gold Race e Freccia Vallone? Per non dimenticare la bellissima maglia bianca di miglior giovane conquistata al Giro del Delfinato, poco meno di due mesi prima della sua morte.

Forse era eccessivo dire che Lambrecht era un predestinato, ma una cosa è sicura: nel ciclismo si guarda spesso ai risultati, forse troppo spesso, ma dietro questo corridore non c’erano solo dei numeri. C’era soprattutto un ragazzo di 22 anni che aveva appena realizzato un sogno, quello di passare professionista con una delle squadre più importanti del circuito World Tour. Un sogno spezzato per un corridore che è volato via troppo presto.

Bjorg farà compagnia a tanti altri corridori belgi che, purtroppo, sono volati in cielo troppo presto. Come è possibile dimenticare la morte di Michael Goolaerts, deceduto durante la Parigi-Roubaix del 2018. Sicuramente Jarne Lemmens, invece, non era famoso al grande pubblico, ma anche lui ha perso la vita a soli 15 anni, quando era ancora una giovane promessa. Per non dimenticare Daan Myngheer, altro corridore colpito da problemi cardiaci. Per non parlare poi dell’incidente che ha coinvolto Antoine Demoitiè, morto durante la Gent-Wevelgem 2016 investito da una moto.

Il Belgio sta vivendo un periodo maledetto: troppe morti improvvise in una delle nazioni che è la patria del ciclismo. Una maledizione che, ci auguriamo tutti, sia finalmente terminata. Perché tutti hanno il diritto di sognare pedalando in sella alla bicicletta, proprio come quando eravamo bambini.

A cura di Carlo Gugliotta per InBici Magazine

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