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L’INTERVISTA – MARIO LABADESSA: “IL RECORD DELL’ORA IN BICICLO E’ STATO MOSTRUOSO”


Pochi giorni fa, mentre volgeva al termine la stagione ciclistica su strada, l’inglese Chris Opie ha abbattuto un record che durava da 133 anni. In sella a un velocipede d’epoca vittoriana ha percorso 35,743 km in un ora, migliorando di circa 200 metri il precedente primato. Per meglio comprendere il valore di questa prestazione, vista anche l’eccezionalità del mezzo utilizzato, abbiamo interpellato Mario Labadessa, grande esperto e unico appassionato in Italia a pedalare quotidianamente su un biciclo.

Quale è l’entità di questo record? 

“È qualcosa di strepitoso prima di tutto perché viene fatto senza catena. La ruota anteriore viene progettata su misura del ciclista, in base alla lunghezza della gamba dell’atleta, e per tale motivo bisogna essere molto agili per far scorrere la ruota, senza mai smettere di pedalare. Anche il peso di questi mezzi non è indifferente, il mio per esempio è circa 15 kg. Infine, essendo sempre in verticale sulla ruota anteriore, il ciclista deve avere ottime doti di equilibrio e soprattutto non avere paura”. 

Mario Labadessa in azione sul biciclo

Quali sono le difficoltà che si incontrano nel pedalare su questi mezzi?

“I momenti di maggiore difficoltà per me si incontrano in discesa. Devi essere molto prudente perché l’effetto rotante ti porta ad acquisire velocità. Il ruotino posteriore serve per equilibrare il mezzo ma l’ulteriore difficoltà sta nel fatto che il ciclista è sempre in verticale sulla ruota anteriore. Anche il freno di una volta rappresenta una problematicità, io ora uso un modello a pinze, ma una volta si usava quello a tampone che andava a contatto diretto con la gomma. Voglio ricordare anche che non c’è la camera d’aria in questi mezzi e questo porta altre difficoltà nel gestire il biciclo”.

Quale è la tecnica corretta per salire in sella?

“Per montare in sella bisogna innanzi tutto salire su un predellino e poi, da li, sulla sella in alto. Prima di imparare ho fatto molte cadute, ma col tempo è diventata una cosa automatica. Ho avuto molti amici che hanno provato ma hanno presto rinunciato. Io ho continuato perché mi sento in simbiosi con il mio mezzo, come se pedalassi su una bicicletta normale”.

Quando è nata la sua passione per il biciclo?

“Sono sempre stato un ciclista da quando avevo vent’anni. Andando su con l’età però ho iniziato ad appassionarmi circa la storia della bicicletta e il biciclo mi ha suscitato fascino. La passione mi ha portato a fare delle ricerche e a scrivere anche due libri sull’evoluzione della bicicletta. Questi velocipedi venivano utilizzate a fine ‘800 sulle piste dove prima correvano i cavalli e poco dopo si cimentavano gli atleti. Io non conoscevo il biciclo e da solo, da autodidatta, ho imparato a stare in sella e a pedalare in verticale sulla ruota anteriore”.

Immagini dal record dell’ora con il biciclo

Pedala ancora con questa “antenata” della bici?

“Ogni giorno! Possiedo una replica uguale a quella del 1875. Da dieci anni esco su strada solo in sella al mio biciclo e percorro circa diecimila chilometri all’anno. Ho compiuto molte imprese come la Milano Sanremo in due giorni e la scalata del Monte Grappa. Una volta, il giorno prima di una gara a Lugo di Romagna, ho fatto circa 170 km da Padova a Ravenna di notte. Ora sto programmando una pedalata da Padova a Roma”.

Esistono manifestazioni dedicate al biciclo? 

“Certamente, soprattutto in Germania e in Inghilterra. Mi hanno invitato ad una manifestazione a Londra ma non sono mai riuscito ad andare. Ho partecipato invece a una 24 ore vicino a Monaco. In Italia invece sono l’unico con il biciclo a partecipare alle raduni storici. Spesso mi invitano anche alle Gran Fondo per stare in partenza davanti a tutto il gruppo”.

Ci può dire cosa prova quando è in sella al suo biciclo?

“Il biciclo ti porta ad avere una dimensione diversa rispetto alla bicicletta. Per prima cosa sei in alto e vedi tutto in maniera differente. Mi piace anche perché sono il più fotografato poiché molti non hanno mai visto, se non sui libri, il biciclo. Quando mi alleno le macchine rallentano sempre per guardarmi con stupore. Sento una grande ammirazione da parte della gente e molte volte le mie uscite diventano una festa. La cosa più bella per me è vivere questa mia passione”.

A cura di Davide Pegurri per InBici Magazine

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