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2019 Road World Championship Yorkshire - Men Elite Road Race - Leeds - Harrogate 261 km - 29/09/2019 - Mathieu Van der Poel (Netherlands) - photo Kei Tsuji/BettiniPhoto©2019

MATHIEU NON È INVINCIBILE


La voglia irrefrenabile di vincere e l’innata capacità di riuscirci facendolo sembrare facile. Sempre, comunque e dovunque, nonostante l’età, l’approccio multidisciplinare al ciclismo e i dubbi che lo hanno accompagnato nelle prime gare tra i grandi del ciclismo su strada. Mathieu van der Poel, fenomeno del ciclocross di soli 24 anni, si è presentato ai nastri di partenza dei Mondiali di ciclismo su strada nello Yorkshire come favorito numero uno per il successo finale. Eppure, proprio sulle stradine inglesi, si è scoperto più umano di quanto pensasse.

La spavalderia con cui ha attaccato ad oltre 35 chilometri dal traguardo è ormai il marchio di fabbrica di un corridore che non ha paura di prendere il vento in faccia e che, evidentemente, ad attendere in mezzo al gruppo non si diverte. Lui, che avrebbe tranquillamente potuto aspettare l’ultimo giro, l’ultimo strappo e l’ultimo rettilineo per far valere la propria esplosività si è lanciato all’inseguimento di un gruppetto di uomini al comando, portandosi dietro anche Matteo Trentin, avversario più volte battuto nella recente campagna di dominio al Tour of Britain, dove si era portato a casa tre tappe e la classifica generale candidandosi a uomo da battere per la prova iridata di Harrogate. Un buon motivo per sentirsi legittimato a tirare, ad incrementare il margine sul gruppo di Sagan, Alaphilippe e Van Avermaet, lasciando sull’asfalto bagnato anche qualche energia in più del necessario. Come fosse convinto che non non gli sarebbero servite per battere i compagni d’avventura. 

Il finale, se state leggendo, lo conoscete già. Un’imbarcata vera e propria su un tratto in leggera salita, una crisi che in lo ha portato a tagliare il traguardo con 10’ di ritardo, oltre la 40a posizione. Mathieu van Der Poel si è scoperto umano. Una divinità che si è scontrata con la fragilità del suo corpo, forse come mai gli era successo. E proprio nel giorno più atteso, quello che all’inizio dell’ultimo giro sembrava destinato a lanciarlo definitivamente nell’olimpo del ciclismo mondiale dopo aver costruito una situazione tattica perfetta per puntare alla vittoria. 

Invece il divin Mathieu, le spalle larghe e la maglia arancione improvvisamente ciondolanti, si è arreso: scartando di lato, abbassando il ritmo e scrutando i quattro compagni di fuga allontanarsi al doppio della velocità. È arrivato lo stesso fino all’arrivo, forse gustando il sapore amaro della sconfitta, una sorta di vaccino che gli possa servire nei prossimi anni. 

Nonostante tutto, un passaggio a vuoto di questo tipo non può che fargli bene. L’aurea di imbattibilità che si era cucito addosso si è vaporizzata in un attimo e questo potrebbe aiutarlo ad essere più concreto. Anche oggi l’orange ha dimostrato di essere tra gli attori protagonisti del prossimo futuro su due ruote. Tremendamente forte, ma anche banalmente battibile. Un monito per se stesso quanto per gli avversari. 

A cura di Gianluca Santo per InBici Magazine

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3 Commenti

  1. Trentin “doveva” vincere? A dir il vero la doveva vincere Van der Poel, oppure Alanphilippe, oppure Valverde, oppure Metthius, oppure Sagan ecc, ecc. Mi pare che Trentin era relegato in fondo alla lista, nessuno gli dava un gran credito, forse un podio, forse…Ora mi si dice che “doveva” vincere, il podio non basta. Al collo ha l’argento, conquistato in una corsa epica, ma pare sia arrivato ultimo. Italiani ingrati. PUNTO.

  2. un semplice errore di gestione della situazione. Gara molto lunga, freddo, pioggia. Grande dispendio energetico probabilmente sottovalutato. Da lui e da chi lo segue. Il ragazzo è un fuoriclasse, un predestinato. Questo episodio non toglie nulla alla sua classe e al suo potenziale. Per me è un inconveniente al pari a un guasto meccanico….

  3. Che campione… Ha fatto scoppiare la gara che Trentin doveva vincere. Una battaglia incredibile. Bravi tutti coloro che sono arrivati in fondo.

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