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Coppa Bernocchi 2018 - 100th Edition Legnano - Legnano 194.7km - 16/09/2018 - Sonny Colbrelli (ITA - Bahrain - Merida) - photo Antonio Pisoni/BettiniPhoto©2018

10 DOMANDE A… SONNY COLBRELLI: “SOGNANDO LE FIANDRE”


Il portacolori della Bahrain Merida ripercorre il suo 2018 tra successi e rimpianti: “Quest’anno ho capito di potermela giocare con tutti. E la prossima stagione punto deciso sulle grandi classiche”

Senza ombra di dubbio Sonny Colbrelli, portacolori della Bahrain Merida, è considerato oggi, a tutti gli effetti, uno dei migliori interpreti italiani nelle gare di un giorno.

Il ciclista bresciano, cresciuto a Casto, un piccolo paese della Val Sabbia, dopo aver iniziato a correre quasi per gioco da G4, ora si trova, grazie anche al suo spunto veloce, a lottare e sgomitare con i migliori interpreti di questo sport.

Molte le vittorie da professionista, ma soprattutto Sonny è uno dei pochi, assieme a Francesco Moser e Beppe Saronni, ad essersi aggiudicato tutte le corse del Trittico Lombardo.

A breve raggiungerà anche un traguardo della sua vita molto importante, forse anche più di tutti i suoi successi: diventerà infatti padre per la prima volta. Con grande disponibilità e con la consueta simpatia che lo contraddistingue, oltre al marcato accento bresciano, ha risposto alle nostre dieci domande.

Tour de France 2018 – 105th Edition – 15th stage Millau – Carcassonne 181 km – 22/07/2018 – Sonny Colbrelli (ITA – Bahrain – Merida) – photo Vincent Kalut/PN/BettiniPhoto©2018

 

È stata un’annata con buoni risultati ma anche con tanti secondi posti: come valuti il tuo 2018?

“Ho acquisito ulteriore esperienza nelle grandi corse, ma mi è mancata qualcosina per fare davvero il salto di qualità. Quest’anno sono stato sfortunato, ho corso nel periodo delle classiche con una bronchite che mi ha molto penalizzato e ho anche raccolto parecchi secondi posti. Bruciano soprattutto quelli al Tour de France alle spalle di Peter Sagan e quello al GP di Montreal, dove ho perso da Michael Matthews perché mi son mancate nelle gambe quei pochi metri prima del traguardo. Da una parte sono fiducioso perché ho capito di poter essere competitivo e potermela giocare con i tutti i campioni attuali, dall’altra invece c’è un po’ di rammarico perché non fa mai piacere perdere in certe corse, soprattutto se quelle vittorie ti possono dare più sicurezza e notorietà”.

Come ti trovi con i compagni e con il Team?

“Quando mi hanno proposto, due anni fa, di aggregarmi a questa squadra, ho voluto credere subito nel progetto. Mi trovo davvero bene qui e, non a caso, anche il prossimo anno vestirò i colori della Bahrain Merida. Posso correre da leader in tutte le corse adatte a me e questo, essendo in una formazione World Tour, non è da tutti. Con Nibali ho un bel rapporto di amicizia. Non capita spesso di avere la fortuna di condividere il percorso con un grande campione come lui. Vincenzo è sempre da stimolo per tutti e io stesso mi rendo conto che, stando al suo fianco in corsa, riesco a rendere di più”.

Quando è iniziata la tua avventura da ciclista?

“Ho iniziato a pedalare a otto anni. A Casto, il paese dove abitavo e nel quale sono cresciuto, hanno organizzato una gara di mtb e io, un po’ per gioco, ho partecipato, riuscendo a cogliere subito la vittoria. La domenica dopo invece non ho vinto, sono giunto terzo, ma ho capito che il ciclismo era lo sport ideale per me. Subito dopo ho deciso di provare a correre anche su strada e mi sono affidato al Team Val Sabbia di Frapporti. I miei all’inizio erano un po’ scettici, però si sono ricreduti quando sono arrivati i primi risultati. Anche se nessuno in famiglia mi ha trasmesso la passione per questo sport, tutti i parenti mi hanno sempre sostenuto, soprattutto mio nonno”.

Tour de France 2018 – 105th Edition – 2nd stage Mouilleron Saint Germain – La Roche sur Yon 183 km – 08/07/2018 – Peter Sagan (SVK – Bora – Hansgrohe) – Sonny Colbrelli (ITA – Bahrain – Merida) – photo Kei Tsuji/BettiniPhoto©2018

 

Quali le gioie e i dolori in questi anni di ciclismo?

“La prima vittoria in una corsa World Tour sicuramente non si scorda mai. Il Team Bahrain ha creduto fin da subito in me e sono stato felice di ripagarli anche con la vittoria della seconda tappa alla Parigi Nizza. Quel giorno mi sono emozionato parecchio. Ho anche alcune delusioni che ancora oggi un po’ bruciano. La prima è sicuramente il mondiale di Ponferrada, ho perso quei pochi metri che non mi hanno permesso di giungere davanti assieme al gruppo di Kwiatkowski, la seconda invece i piazzamenti alle due tappe del Tour”.

Come mai quando piove e fa freddo rendi di più?

“Forse proprio perché sono cresciuto in un paese collocato all’interno di una valle stretta dove in inverno fa sempre freddissimo. Partendo da lì con la mia bicicletta e pedalando tra le mie montagna mi sono temprato. La pioggia invece è un elemento con cui ho confidenza, mi piace sentire l’acqua sulla pelle”.

È vero che, quando c’è il tuo fan club, alle corse non manca mai lo spiedo bresciano?

“Sì. Di solito si preparano già il giorno prima. Trovano un posto e poi, tra un boccone di carne e un po’ di birra, non manca mai l’allegria. In Italia, penso di essere uno dei pochi ad avere dei fans così appassionati, pronti a seguirmi in tutte le gare, persino in Belgio. Possiamo dire che esportiamo il vero prodotto culinario bresciano anche all’estero”.

Da dove derivano invece il tuo nome Sonny e il tuo soprannome “Cobra”?

“Sonny l’ha scelto papà. Era un appassionato di Miami Vice e ha voluto darmi il nome di James Sonny Crockett, uno dei protagonisti della serie televisiva. A volte, quando scoprono come mi chiamo, mi chiedono se sono straniero. ‘Cobra’ invece deriva non da Riccardo Riccò, ma da un mio cugino indiretto che correva in macchina la mille miglia. I miei amici e gli accompagnatori alle gare hanno deciso di adottarlo come mio soprannome”.

Hai altri hobby oltre al ciclismo?

“Un po’ di anni fa, quando c’era ancora mio nonno, mi piaceva andare a caccia, anche con mio padre. Ora preferisco, quando sono a casa e ho un po’ di tempo libero, camminare in montagna con la mia ragazza e con i miei cani”.

E per il futuro?

“Voglio improntare le prossime stagioni focalizzandomi sulle Classiche. Stiamo già valutando il modo migliore per pianificare il 2019, cambiando la preparazione invernale e saltando magari alcune gare di inizio stagione, un po’ come fa Peter Sagan. Il mio punto di riferimento da ciclista è stato Tom Boonen e il mio sogno principale rimane quello di poter conquistare un giorno il Fiandre”.

di Davide Pegurri – Copyright © INBICI MAGAZINE

 

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