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Alessandro Petacchi con la maglia della Fassa Bortolo vince la Milano Sanremo 2005 (credit foto Cor Vos)

ALESSANDRO PETACCHI : “LA SANREMO? STAVOLTA TOCCA A SAGAN”


Per Alessandro Petacchi è lo slovacco il più accreditato pretendente alla Classicissima 2018: “Lo scorso anno l’ha persa lui, ma non credo ripeterà certi errori. Gli avversari più pericolosi saranno Gaviria e Kwiatkowski. Viviani? Giusto andarsene dalla Sky dove i velocisti non sono considerati. Ma sul Poggio è dura”

 

Petacchi, non giriamoci attorno: chi vince la prossima Milano – Sanremo?

“Non è semplice rispondere perché, come sempre, saranno fondamentali le indicazioni che verranno da Tirreno e Parigi-Nizza. Di solito, la griglia dei favoriti si decide lì…”.

Ma se dovesse fare un nome…

“Andrei sul sicuro e direi Peter Sagan”.

Che sia la volta buona per lo slovacco?

“Mah, lo scorso anno la corsa l’ha persa lui, anche se bisogna ammettere che Kwiatkowski fece una Sanremo fantastica. In caso di arrivo ristretto, secondo me, potrebbero giocarsela ancora loro due”.

E il suo “allievo” Gaviria?

“E’ uno dei pochi che può andare dietro a Sagan sul Poggio. E’ un talento incredibile e mi dicono che quest’anno punta forte sulla Sanremo. Se la condizione è quella giusta e la corsa si mette in un certo modo, può battere tutti”.

In caso di arrivo “allargato” potrebbe esserci qualche speranza anche per noi italiani che non vinciamo la Classicissima da 12 anni con Pozzato?

“Vedo bene Colbrelli, ma bisogna avere grande fiducia soprattutto in Elia Viviani, che mi dicono sia molto migliorato rispetto allo scorso anno”.

Alessandro Petacchi (Omega Pharma – QuickStep) – foto BettiniPhoto©

 

Merito della nuova squadra?

“In parte sì. Alla Sky i velocisti non sono molto considerati, mentre nel ciclismo moderno lo sprinter, almeno nelle occasioni che contano, deve poter contare su un’intera squadra a sua disposizione”.

Dunque, alla Sanremo, Viviani potrebbe poter contare sul supporto che in passato non ha mai avuto?

“In linea teorica sì, perché alla Quick Step la mentalità è completamente diversa. Però, bisognerà vedere quali saranno le gerarchie di squadra il prossimo 18 marzo…”.

In che senso?

“Non dimentichiamoci che nella Quick corre anche un certo Fernando Gaviria che, con quattro successi al Giro d’Italia, ha già dimostrato di poter vincere una Sanremo”.

Dunque, Viviani dovrà accontentarsi di un ruolo più defilato?

“Diciamo che dipenderà da lui. Se alla Tirreno o alla Parigi Nizza Elia riuscisse a centrare qualche bel risultato, può anche darsi che le gerarchie di squadra possano mutare. Ma, ripeto, Gaviria è un talento vero e per togliergli le insegne di leader, Viviani deve dimostrare di andare forte, molto forte”.

Alessandro Petacchi con Giancarlo Ferretti – foto by Bettiniphoto

 

Ma anche nel caso non ce la facesse, per Viviani sarebbe comunque un’esperienza fondamentale…

“Certo perché, per vincere una Sanremo, prima devi perderla”.

Come accadde a lei nel 2004?

Sì e fu una delle mie delusioni più grandi. Ci ero arrivato vincendo abbastanza, ma non avevo corso molto e un po’ di fondo mi mancava. Me ne accorsi in volata: mi lanciai ai 150 metri, ma già al cartello dei 100 non ne avevo”.

Alla fine pianse quasi per la rabbia…

“Sì, ero affranto. Anche perché quel giorno avevo quattro compagni a pilotarmi e che compagni: Vandenbroucke, Pozzato, Velo e Trentin. Non la buttai via, mi mancarono proprio le forze. E capii che per vincerla dovevo arrivarci con tanti chilometri di corsa nelle gambe”.

Più forte il Petacchi che vinse nel 2005 o quello messo in scacco dalla Quick Step nel 2006?

“Forse quello del 2005, anche se di poco. Stavo bene anche nel 2006 ma esitai. C’era Pozzato davanti di pochi metri, io avevo Boonen a ruota e rimasi nella loro morsa. Partii ai 200 metri e arrivai a un soffio da Pozzato, che vinse. Fossi partito un po’ prima, come nel 2005, sono convinto che avrei concesso il bis. Forse era destino, forse erano troppe 2 Sanremo di fila. Ebbi paura di venir fregato da Boonen e invece me lo tolsi praticamente di ruota”.

C’era anche lei nella folle Sanremo del 2013, con la neve?

“C’ero e non c’ero. A Milano non pioveva neppure, quando ci dissero che avremmo trovato la bufera stentai a crederci, ma accadde davvero. Mi congelai e anche quando ripartimmo ero intirizzito. Fu un caos totale quel giorno, mi demotivò, non fu una vera Sanremo secondo me”.

 

a cura di Mario Pugliese Copyright © INBICI MAGAZINE

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