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ARGON 18 NITROGEN



Modello di riferimento del segmento aero del marchio canadese. Esteticamente accattivante, fa della riduzione della resistenza all’aria il suo punto di forza, ma i volumi e le forme dei tubi la valorizzano anche dal punto di vista della rigidità. È perfetta per le gare veloci e in modo facile si può convertire all’utilizzo cronometro e triathlon. Noi l’abbiamo provata in gara, alla Nove Colli, su un percorso irto e nervoso sicuramente poco congeniale alle sue caratteristiche. Ma proprio per questo ci ha stupito ancor più grazie a qualità inaspettate.

     

Argon 18? È un marchio canadese, di Montreal per l’esattezza (foto 1), che il nome di battesimo lo ispira al diciottesimo elemento della tavola periodica, appunto l’Argon, che è un gas utilizzato nella saldatura dei telai in acciaio. Solo in acciaio erano infatti i telai nel 1989, anno in cui Gervais Rioux, fino al giorno prima discreto corridore professionista nordamericano, decise di fondare nella capitale del Quebec una piccola manifattura di biciclette, cui appunto diede il nome “Argon 18”. Da piccola bottega quale era, Argon 18 è oggi divenuto un brand di livello internazionale, la produzione si è nel corso del tempo spostata dall’acciaio all’alluminio e poi al carbonio e quelle bici sono persino arrivate ad equipaggiare i top team del ciclismo professionistico, prima con la Bora-Argon (nel 2015) e da quest’anno con la Astana di Fabio Aru e Tanel Kangert.

 

foto 1- Argon è un marchio Montreal,Canada

 

Ciò che non è mai cambiata, invece, è sempre l’abitudine del titolare a battezzare i suoi prodotti con nomi presi in prestito dalla tavola fisica degli elementi. Gallium e Nitrogen sono ad esempio i due modelli che oggi formano l’altissima gamma Argon 18: la prima è bici che più si caratterizza per leggerezza e manovrabilità, mentre la Nitrogen è una bici appartenente al segmento aero, cioè è un modello dedicato a chi prima di tutto cerca la massima riduzione della resistenza all’aria, a chi vuole una telaio rigido e dal carattere “aggressivo”, intendendo con questo termine una spiccata inclinazione alla reattività di guida e anche un’adesione a linee estetiche accattivanti e moderne. Nel corso dell’ultima edizione della granfondo Nove Colli noi di “In Bici Magazine” abbiamo testato proprio la Nitrogen: ve la andiamo a raccontare non prima di aver ricordato che entrambi i modelli dell’alta gamma Argon 18, sia la Nitrogen sia la Gallium, sono disponibili sia in versione standard che in versione Pro. Rispetto a quelle standard le varianti “Pro”presentano le medesime caratteristiche tecniche e geometriche, hanno le stesse taglie, ma differiscono per il tipo di composito che forma i tubi: troviamo un carbonio ad altissimo modulo sulle versioni Pro e un carbonio dal modulo inferiore sulle varianti standard. Questo produce differenze in termini di peso (circa 150 grammi in meno sul telaio delle versioni Pro), ma anche in termini di prezzo (circa cinquecento euro di spesa in più nel caso in cui si opti per il kit telaio in configurazione “Pro”). In particolare il nostro test ha riguardato una Nitrogen in versione standard, montata con tutta componentistica di vertice estratta dai marchi trattati dalla Beltrami di Reggio Emilia, che di Argon 18 è proprio il distributore esclusivo per l’Italia e che ci ha messo nelle migliori condizioni per effettuare questo test. Alla trasmissione Sram Red eTap erano dunque accoppiate delle ruote ad alto profilo per copertoncino Zipp 404 Nsw, mentre la sella trovata è stata una Scratch2 della Prologo. Reggisella e componenti di guida? Il primo è un reggisella semi-integrato, dedicato ed incluso nel kit telaio Nitrogen, così come anche il manubrio (integrato) è di produzione Argon 18.    

 

Il telaio e le soluzioni tecniche

Tubazioni principali dal profilo visibilmente schiacciato, foderi posteriori e foderi forcella “a lama”, tubo verticale che si accoppia aerodinamicamente sui limiti della ruota posteriore e ancora tubo superiore non sloping, ma perfettamente parallelo al terreno: (foto 2)

 

foto 2: La Nitrogen ha caratteristiche da aero-bike 

 

le caratteristiche tipiche delle moderne aero-bike la Nitrogen la ha tutte, ma ad esse aggiunge delle soluzioni tecniche peculiari, che la rendono unica all’interno di questo specifico segmento. Prima di tutto il sistema frenante è dedicato: mutua la struttura dei V-Brake in modo aerodinamico, con corpi freno che si nascondono perfettamente dietro i limiti dei foderi forcella e dei foderi obliqui, offrendo in questo modo la minima resistenza all’aria frontale (foto 3).

 

 

 

foto 3: Il telaio offre una resistenza all’aria minima

 

Davvero unico nel suo genere è invece l’ingegnoso sistema di scorrimento in cui è alloggiato il tubo di sterzo: si tratta di una tecnologia proprietaria e brevettata, che a dire il vero Argon 18 non applica solo sulla Nitrogen, ma in genere su tutti i suoi articoli di altissima gamma. La sigla che la contraddistingue è “3D System”: si sviluppa attraverso una serie sterzo dedicata, dove la calotta superiore si inserisce a battuta sulla sua sede di alloggiamento in modo da realizzare un insieme supersolidale, di conseguenza rigido e resistente. La calotta è a sua volta disponibile in tre differenti altezze: complanare con il limite superiore del tubo sterzo, alta 15 oppure alta 25 millimetri come nel caso della bici da noi testata. Ci pensa poi una cover aerodinamica in plastica a celare alla vista tutto l’ingegnoso meccanismo interno e ad assicurare anche la migliore resa in termini aerodinamici (foto 4).

 

 

 

 

foto 4: Lo sterzo ha una cover aero che cela un complesso meccanismo interno

 

Il vantaggio? Poter disporre di un sistema simile incrementa non poco la rigidità in zona sterzo rispetto a quanto invece accadrebbe se al posto della calotta press-fit si utilizzassero i classici spessori distanziali per adattare la posizione, che senza dubbio indeboliscono la rigidità laterale di tutto il comparto anteriore della bicicletta. In pratica, con il 3D System l’utente può personalizzare in base alle sue esigenze l’altezza del manubrio senza pregidicare la robustezza di tutto il “cockpit”. A proposito di cockpit, nell’allestimento testato Beltrami ha pensato bene di completare la Nitrogen con un manubrio integrato unico nel suo genere, l’AHB5000: si tratta sempre un articolo di produzione Argon 18, con porzione superiore schiacciata ed ergonomica e con “code” inferiori compact. Ma non è tutto: di particolare questo integrato in carbonio dal peso di soli 397 grammi (misura 42×100) ha un’architettura modulare del corpo dell’attacco: grazie ad un sistema di fissaggio interno ad espansione è infatti possibile aggiungere (o togliere) spessori distanziali lunghi un centimetro, che consentono di personalizzare il componente in lunghezza e risolvere in questo modo il grosso limite che tradizionalmente caratterizza questo tipo di articolo e ne ha limitato in parte la diffusione presso i corridori e il pubblico: la fissità della misura e l’impossibilità di intervenire sulla regolazione del set di guida (foto 5).

 

foto 5: Il manubrio AHB5000 ha un’architettura modulare, personalizzabile

 

 

Altrettanto adattabile alle varie esigenze antropometriche (oppure alle condizioni tecniche richieste in corsa) è il reggisella incluso nel kit-telaio : (foto 6)

                                                                                                             

                                                                  foto 6: Il reggisella ha un’aerodinamica forma a goccia

        

 

 

 

 

l’ASP5050 ha una aerodinamica forma a “goccia” speculare al tubo verticale in cui è destinato ad inserirsi ed ha inoltre una struttura flip-flop, cioè invertibile. Basta sfilarlo e poi re-inserirlo in posizione invertita per avanzare (o arretrare) in un range di ben 65 millimetri la posizione del morsetto reggisella, in modo tale da adattare il telaio all’utilizzo stradistico piuttosto che a quello delle cronometro o del triathlon. Pensate, l’inversione del reggisella è in grado di determinare una variazione dell’angolazione (virtuale) del tubo verticale tra 72 e 76.5°. È esattamente grazie a questa caratteristica che la Nitrogen è risultata negli ultimi anni la bici Argon 18 più apprezzata dagli specialisti della triplice specialità: per renderla vera bici time-trial basta infatti girare il reggisella e poi dotarsi di un manubrio da cronometro, che ovviamente si potrà poi montare e smontare a seconda delle esigenze richieste in quel momento.

 

Peso, taglie, colori e prezzo

Il telaio Nitrogen ha un peso dichiarato di 990 grammi, ai quali vanno aggiunti i 366 della forcella, anche questa monoscocca in pezzo unico. Le taglie prodotte sono in tutto cinque, dalle XS alla XL e, come oggi è frequente sui telai di alta gamma, ognuna di esse ha tubazioni dimensionate e spessorate in base alle specifiche esigenze strutturali richieste dalla specifica misura. Oltre alla versione bianco-nera che abbiamo testato la Nitrogen è inoltre proposta nella colorazione rossa-nera, sempre con il medesimo stile grafico. Prezzi? Il distributore Beltrami ci informa che il kit-telaio comprendente telaio, forcella, serie sterzo e reggisella dedicati è disponibile a 2990 euro, mentre la bici intera nell’allestimento che abbiamo testato è in vendita ad un prezzo indicativo di circa 7500 euro (nel costo totale incide non poco il manubrio integrato, in vendita anche singolarmente a 650 euro). Aggiungiamo a tal proposito che il cliente può ulteriormente configurare a piacimento la sua Nitrogen scegliendo all’interno del vasto repertorio di componenti dei marchi distribuiti da Beltrami, che ricordiamo essere dealer nazionale di Sram, Corima, Zipp, Prologo, Tufo ed Hutchinson solo per citarne alcuni.  

 

Le impressioni in prova

Nell’economia del giudizio su una bici la componentistica gioca un ruolo imprescindibile ed è per questo che nella bontà delle sensazioni che vi apprestate a leggere parte del merito è da ascrivere anche alla ineccepibile trasmissione elettromeccanica wi-fi della Sram (ci riferiamo al noto gruppo Red in versione eTap (foto 7)

 

 

 

 

foto 7: L’allestimento testato montava il gruppo WiFi Sram Red eTap

 

e soprattutto alle ruote Zipp 404 Nsw: queste ultime si sono rivelate degno completamento di un telaio aero come il Nitrogen. È stato così non tanto per l’immaginabile scorrevolezza e aerodinamica che ha questo set ad alto profilo, ma più che altro perché il particolare profilo “panciuto” del loro cerchio alto 58 millimetri assicura anche un’ottima capacità di assorbire le vibrazioni, rende la ruote meno secche, ma senza mai perdere nulla in termini di rigidità laterale. È in questo senso e in questo modo che un telaio dalla geometria reattiva e dagli angoli “cattivi” come il Nitrogen può riservare anche inaspettate doti di comfort e di assorbimento delle vibrazioni (e questo sicuramente è stato merito anche dei morbidi copertoncini Tufo Calibra con sezione da 25 mm trovati montati). Sempre in merito alle ruote segnaliamo la grande efficienza delle superfici frenanti con tecnologia Showstopper (foto 8):

 

 

 

foto 8: I particolari fianchi del cerchio ottimizzano la frenata sull’asciutto e sul bagnato

 

 

si tratta di leggerissime scanalature verticali che contraddistinguono i fianchi e che migliorano non poco l’efficienza dei pattini (dedicati) sia in condizioni di asciutto che di bagnato. Le “staccate” decise e secche, cioè esercizio frequente e obbligato nelle discese spesso nervose della Nove Colli, non sono mai state un problema per l’impianto frenante, che si è sempre rivelato potente, affidabile e provvisto di una buona dose di modulabilità. Ancora in merito alla frenata la sola nota negativa è relativa ai freni semi-integrati TRP, quelli di tipo aero e con tiraggio lineare dei corpi freno: la prova ci ha detto che questi corpi necessitano di una regolazione millimetrica dell’allineamento e della distanza dei pattini rispetto al cerchio, pena la comparsa del fastidioso rumore gracchiante che nel caso nostro si è manifestato quando azionavamo in maniera vigorosa il freno posteriore. Ma passiamo ai feedback specifici sul telaio: chi scrive, 173 centimetri di altezza e “cavallo” da 83 cm, si è trovato perfettamente a suo agio sulla taglia S, che a partire dal basso è la seconda tra le cinque previste. Eccellenti anche i contenuti ergonomici del manubrio integrato, l’AHB5000, soprattutto nella parte alto centrale, dove il tubo assume una forma schiacciata che serve sia a fendere l’aria frontale che ad accogliere meglio il palmo della mano. Passiamo al capitolo “aerodinamica”, che come è facile immaginare è l’argomento forte di un prodotto come quello in oggetto: le porzioni scorrevoli della famosa granfondo di Cesenatico (ad esempio i trenta kilometri iniziali e i venti finali) sono il terreno d’elezione della Nitrogen: la bici fende l’aria in maniera impeccabile e quel che è importante lo fa senza mai perdere di vista una rigidità laterale che non viene mai messa in discussione: rigido e imperturbabile è sia il voluminoso “nodo” di sterzo, ma soprattutto il carro posteriore (foto 9),

 

 

foto 9: Il carro posteriore ha una struttura compatta

 

cioè il cuore pulsante di questo frame-set, configurato in modo molto compatto sia per quel che riguarda l’aspetto dimensionale (40.5 i centimetri rilevati dal movimento al mozzo), sia quello volumetrico (con foderi obliqui molto corti, che disegnano un triangolo posteriore contenuto). Va da sé che una configurazione di questo tipo predispone a una guida reattiva, frizzante; posiziona la ruota posteriore molto “sotto” e facilita chi è alla guida nelle accelerazioni e nella variazioni di ritmo. Da parte sua la lunghezza dell’avantreno (distanza tra movimento centrale e mozzo anteriore) ben compensa la compattezza del carro posteriore, così come l’angolazione di sterzo non risulta particolarmente verticalizzata (72.7° per la taglia S testata): quel che ne risulta in discesa sono buone caratteristiche di guida nelle curve in velocità, la Nitrogen digerisce in maniera abbastanza agevole l’ingresso, la conduzione e poi l’uscita nelle curve, in particolare i “curvoni” veloci, dove non si scompone mai e trasmette a chi guida una sensazione costante di sicurezza e stabilità. Note negative da annotare? Beh, più che note negative un solo dato di fatto, cioè quello che un telaio del genere non è certo quello di una bici endurance, per questo è inimmaginabile aspettarsi da un prodotto simile quel comfort sulle lunghe o lunghissime distanze che invece si addice a tipologie di telaio del tutto diverse.

 

Dedicata a chi?

La Nitrogen è insomma una bici da velocità, è la deliberata proposta di Argon 18 per tutti quei ciclisti che mettono la riduzione della resistenza all’aria in cima ai loro ordini di priorità, ma soprattutto è ottima opzione per tutto coloro che da una bici aero cercano spiccate caratteristiche di adattabilità: intendiamo dire che una bici come la Nitrogen può essere l’opzione giusta per cimentarsi sia nelle velocissime gare corte o nelle granfondo su percorsi scorrevoli, senza dimenticare che invertendo la posizione del reggisella e poi montando un manubrio da cronometro la Nitrogen può facilmente e velocemente trasformarsi in ottima “arma” per le gare contro il tempo oppure per il triathlon olimpico. È la classica bici polivalente, insomma, ma una polivalenza intesa in senso aero.

 

La Nitrogen è opzione perfetta per chi cerca una bici aero con caratteristiche di adattabilità

 

 

 

 

occhiali

In occasione del test abbiamo indossato un paio di NRC X5, occhiali provvisti per l’occasione di lenti fotocromatiche e proposti nella colorazione “Stelvio”.

 

Produttore: Argon 18, www.argon18bike.com

Distributore:

Beltrami T.S.A. Via Euripide, 7 – 42100 Reggio Emilia

Tel. 0522300523

Fax 0522307893, www.beltramitsa.it

 

 

a cura di Maurizio Coccia – Copyright © INBICI MAGAZINE    

 

ARGON 18 AZIONE
ARGON 18
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occhiali
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