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BANFF MOUNTAIN FILM FESTIVAL PRESENTA THE LAST GREAT CLIMB 1

BANFF MOUNTAIN FILM FESTIVAL PRESENTA THE LAST GREAT CLIMB



Milano – La seconda edizione italiana del Banff Mountain Film Festival presenta, con la collaborazione degli sponsor Salewa e Garmin insieme al supporto media di La Gazzetta dello Sport, Mountainblog e Outdoor Magazine, “The Last Great Climb”, un film che racconta la salita di Leo Houlding, Sean “Stanley” Leary e Jason Pickles dell’Ulvetanna Peak nella Queen Maud Land, nei desolati ghiacciai antartici.

 

 

Il BMFF World Tour Italy ha intervistato Leo Houlding a proposito della sua ultima spedizione raccontata nel film.

 

“In cima all’Ulvettanna io e Stanley avevamo programmato di lanciarci in tuta alare dalla vetta. La temperatura era di -35° e la bufera aveva trasformato le condizioni della montagna. Sarebbe stato esaltante filmare il nostro lancio, ma non ce la siamo sentita di abbandonare il resto del team durante una discesa che si sarebbe rivelata rischiosa”. Chi conosce Leo Houlding, famoso per le sue ascensioni in giovanissima età e per i suoi lanci in base jumping, sa quanto possa essere stata sofferta questa decisione. Un aneddoto che fa riflettere su come l’esigenza di realizzare (e quindi documentare) grandi imprese alpinistiche non vada mai anteposta all’importanza di mantenere un ragionevole grado di sicurezza. Una necessità, quella di documentare, di cui Leo ha dichiarato “conciliare due esigenze opposte come quella di scalare una nuova linea di salita e raccontare l’esperienza con un film di massima qualità, è molto difficile”. “Abbiamo dovuto scalare metà della via due volte, prima per le riprese da sotto e poi per quelle da sopra”. “Ad ogni modo” prosegue “sono molto soddisfatto del risultato”.

 

Al centro dell’intervista anche l’evoluzione del suo modo di affrontare la scalata, dalla giovinezza (indimenticabile la via El Niño su El Capitan a soli 18 anni) ad oggi. Ricordando l’incidente occorsogli a 21 anni sul Cerro Torre durante un tentativo in libera “alla ricerca” della Maestri-Egger, ha specificato “la montagna era in cattive condizioni, con molto ghiaccio e ho voluto insistere nel proseguire in arrampicata libera. Ho preso una decisione stupida e sarei potuto morire. Avrei dovuto accettare un compromesso, tenere in considerazione che in quella situazione in caso di incidente non esisteva possibilità di aiuto”.

 

Recentemente è nata sua figlia: gli è stato dunque chiesto se e come cambierà la sua vita da padre. “Nonostante pratichi un’attività ad alto rischio, oggi prendo ogni precauzione e non credo di rischiare più del necessario. Non penso che modificherò totalmente il mio stile di vita, certo sarà più doloroso partire per le spedizioni ora che ho Freya Juliet”.

 

 

Fonte BMFF WT ITALY

Alessandra Raggio

Via Santa Radegonda, 11 – 20121 Milano

alessandra.raggio@banff.it

tel. +39 347 2685010

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