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CAMPIONATO ITALIANO CICLOCROSS ACSI

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Garbagnate Milanese è una città storica del mondo amatoriale e vanta la bellezza di 58 anni di fede ciclistica dalla forte vocazione ciclocrossistica e le sue organizzazioni, tutte di altissimo livello, sono li a dimostrarlo. Anche questa edizione s’è dimostrata all’altezza del suo blasone e dell’ente cui appartiene, quello dell’Acsi.

 

Le gare sono state davvero esaltanti, con delle individualità di altissimo livello e altre che si sono risolte solo nel finale deliziando il numerosissimo pubblico. Dicono che il ciclismo ha a che fare con la vocazione e pedalare per 365 giorni all’anno, fare oltre 20.000 km  e correre in tutte le discipline non è roba da tutti e forse non lo è per tutti ma, di sicuro lo è per il super “A”  Lucio Pirozzini che ha inanellato una serie di vittorie strabiliante, oltre 120 e sta scrivendo una favola sportiva per allontanare da sé la sua storia privata che sanguina. Nettissima la sua vittoria sul suo compagno di squadra Aldo Allegranza e Giannino Succu e bella la dedica alla sua compagna che gli ha davvero cambiato la vita. Grazie Itala.Bella e d entusiasmante anche la gara dei super “B” con  personaggi che al solo nominarli vien la pelle d’oca, Bertoldo, Vezzoli, Guarnieri, tanto per citarne alcuni e fra loro anche Antenore Scarpetta con la sua voglia di mettersi alla prova, senza ansie, con l’animo sereno e il cuore colmo d’amore per quei due nipotini che sono il suo carburante. Due/tre giri di studio e poi quel conto in sospeso con se stesso lo porta ad attaccare decisamente Bertoldo, Guarnieri e Vezzoli  che su un terreno così scivoloso sembra  un elefante in cristalleria. Scarpetta  prende coraggio, il vantaggio aumenta di sei/sette secondi al giro e alla fine trionfa, senza esultare perché il baffo del Cicli Pengo le emozioni le tiene per se e solo al microfono del  Gianlu affida le sue emozioni e la sua gioia di far parte di un gruppo Pengo che è la sua famiglia, dopo la sua naturale ovviamente.  Un tifo positivo ha accompagnato le pedalate rosa per lo spettacolo cui stavano assistendo.

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Fra le ladies “B” la fuoriclasse Christiane Kosheir, talento cristallino, travolge come un ciclone tutte le quotate avversarie in virtù di una forza straripante e uno stile in bici perfetto e nonostante qualche caduta per il terreno insidioso rifila due minuti anche alle beniamine locali  e fortissime Barbara Fanchini e Simona Etossi ma lo spettacolo puro lo hanno offerto le donne “A” Sabrina Masin e Cristina Cortinovis e tutti gli occhi erano per loro e per la loro battaglia a viso aperto. Parte benissimo la veneta Masin e Cortinovis … balbetta sul tratto più impegnativo del percorso ma non concede mai troppo spazio e una volta capito che nei tratti fangosi e soprattutto nelle curve “gira” meglio di Sabrina, si scatena e va all’attacco, il pubblico è in delirio e incita entrambe, il vantaggio non è mai consistente e una caduta  potrebbe rovinare tutto e infatti, una fuoriuscita in discesa libera la veneta che guadagna cento metri, ora servono i … maroni per riprenderla. Ci riesce  al penultimo giro e ricambia lo svantaggio che ora deve capitalizzare, il pubblico impazzisce e quando dopo gli ostacoli qualcuno le passa una bandiera tricolore può finalmente gioire sotto gli occhi compiaciuti dei suoi fans in delirio, ex pro Francesco Frattini compreso, ma le parole più belle le pronuncia proprio la battuta Sabrina Masin con un tweet :” Complimenti, dopo una dura e bellissima battaglia ha vinto sicuramente la migliore”. Chiude il podio la sorprendente Tatiana Cappellaro. Un vero peccato che la donna junior Lauretta Vecchio non sia partita con loro, avrebbe battagliato alla pari con quelle che presto saranno le sue avversarie e ci avrebbe regalato delle belle emozioni come quelle del primavera Tommaso Sarasso, nettamente vincitore su Mattia Birocchi e le sorelline Ballarè. Chissà quante volte il gentleman “1” Angelo Borini ha pensato di essere nell’anno buono. Dieci gare e nove vittorie nel master Palzola sono un bel segnale e in gara ha scoperto subito le carte piene di briscole pesanti, impossibile non vincere la gara e lo fa alla grande battendo nettamente, sostenuto a gran voce dai suoi figlioli, avversari di assoluto valore quali Massimo Suardi, Mauro Sedici e Roberto Luisetto. Più sofferta la prova del gentleman “2” Marco Ciccardi per via della strenua resistenza del gigantesco Andrea Zamboni che per tre quarti di gara lo ha tallonato, poi la svolta sul finale in virtù di una migliore precisione di guida di Ciccardi, testimonial fedele delle calze Omsa che se ne va ricordandosi di essere già stato nei piani alti del condominio e si lascia coccolare dai suoi tanti sostenitori che applaudono anche Claudio Biella, autore di una prestazione super, tanto da difendersi bene da Dovigo e Sommaruga.

Ci sono amori e amori e quello tra il veterano “1” Graziano Bonalda e il tricolore è uno di quelli granitici celebrato molti anni fa, poi, problemi personali lo hanno distratto per un tot di anni  ma ora è risbocciato, alla sua maniera e quella maglia è ritornata in virtù di una gara perfetta! Il primo ad ammetterlo è Davide Montanari, un totem del ciclismo che oggi è secondo, ma anche Mirko Pinton, Gabriele Guidali e Ivano Favaro arrivati nell’ordine non hanno difficoltà a certificare l’impresa del fortissimo Ca’ di Ran.  Ancora più schiacciante la nettissima vittoria nei veterani “2” di Orlando Borini, una vita spesa in bici, che ha fatto quello che ha voluto su un percorso che richiedeva tantissima esperienza e padronanza del mezzo. Impossibile per Remo Bardelli, Stefano Nicoletti e Alex Monetta fermarlo, era come fermare uno tsunami con i sacchetti di sabbia, esattamente come il fenomenale Bum Bum Ballini che dei giovani è il migliore. Bravi comunque i suoi amici rivali Jacopo Barbotto e Mike Gelli che con lui salgono sul podio.

Gara vietata ai cardiopatici quella degli junior Manuel Ballinetor ed Edoardo Beltrami, con scintille e contatti in ogni angolo del percorso. Da fuori sembra che Ballinetor ne abbia di più ma Beltrami è un osso e non molla e anche quando il divario sembra buono , riesce  sempre a trovare le forze per chiudere. Sul finale Ballini attacca rabbioso, forse sta chiedendo troppo, di sicuro sta dando l’anima ed è commovente ma sull’ultima scalinata un crampo lo tradisce, Edoardo Beltrami incredulo va al traguardo e rivince il tricolore e poi, fra le lacrime, ammette che Ballinetor è il più forte e intanto dedica la vittoria al Team Uslenghi presente in massa ad applaudirlo. Il senior “1” Paolo Bravini non è Goldrake né Mazinga Zeta ma ieri sembrava un super eroe, tanto che ha battagliato come un eroe con Manolo Canova ( un ragazzo ai primissimi anni di cross ma già molto bravo) dal primo all’ultimo giro incitato a gran voce  e con l’ausilio di un megafono persino dal Pres. Prov. Alberto Filippini e quando al suono della campana in vantaggio era rassicurante, Filippini non poteva più nemmeno … brontolare perché senza voce e può solamente sussurrare bravo al “suo” corridore mentre gli infila la maglia tricolore. Discorso diverso per il senior”2” Francys Corradini che di tricolori ne ha vinti tanti e anche a Garbagnate ha dimostrato che i titoli non si vincono improvvisando ma pianificandoli e farsi trovare pronti è segno di grande maturità. Ottima comunque la prova dei suoi avversari Francesco Barbazza che ha fatto passi da giganti nel cross e che ha ancora molti margini di miglioramento e Claudio Pivotto, lontano dai suoi standard di forma. Termina fra ristori e premi degni di un bel campionato  la favola della Ciclistica Garbagnatese, il Delegato Nazionale Emiliano Borgna si dice estremamente soddisfatto della bella giornata di sport che esaltato lo sport per tutti in un ente come Acsi che ha registrato un incremento di tesserati di diecimila unità in un solo anno. Poi la banda musicale intona l’inno nazionale, appena prima che Achille Bernareggi ringrazi  come si conviene il sindaco Piermauro Pioli e Antonio Caputo come main sponsor. Qualcuno ha detto  che il cross è una follia, una insana pulsione. Sarà, ma i centosettanta amatori del ciclocross di Garbagnate e tutto il pubblico presente hanno legittimato una sana passione, colma di fango che la fa sembrare … follia. 

 

 

 CARMINE CATIZZONE

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