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COME NUTRIRSI



Il cosiddetto “Mouth Rinse” è uno strumento utile anche per il ciclista? Ecco cosa dicono gli studi in materia

 

 

Osservando le competizioni relative alle più svariate discipline, capita sempre più frequentemente di vedere gli atleti effettuare un “risciacquo della bocca” (Mouth Rinse in inglese) con le soluzioni glucidiche normalmente utilizzate per il recupero. Questa pratica, apparentemente identificata come “stravaganza o moda”, si basa in realtà su solide basi fisiologiche e – in determinate condizioni – può risultare molto utile per il mantenimento dei livelli di performance.

Ma che dire della performace ciclistica? Il mouth rinse può mostrarsi utile anche in questo ambito? Prima di rispondere è necessario capire come funziona e quali sono gli accorgimenti da prendere qualora lo si volesse utilizzare. I meccanismi fisiologici chiamati in causa nel mouth rinse in base alle conoscenze attuali sembrano riguardare direttamente il sistema nervoso centrale. Infatti la percezione del sapore dolce a livello dei recettori posti sulla lingua è in grado di attivare specifiche aree cerebrali definiti “centri della ricompensa”, ovvero quelle parti di cervello che vengono chiamate in causa nei fenomeni di gratificazione, fornendo un senso di benessere e ponendo le basi per la ripetizione del gesto che ne ha provocato l’attivazione.

Le soluzioni comunemente utilizzate nei diversi studi non differiscono sostanzialmente da quelle utilizzate comunemente nell’integrazione alimentare di carboidrati, infatti in linea di massima è possibile trovare soluzioni glucidiche comprese tra il 6 e 8%, dove la condizione essenziale è la percezione del sapore dolce e quindi la presenza di fonti di carboidrati percepite come tali, ad esempio glucosio, destrosio, fruttosio eccetera. In questo contesto l’indice glicemico del prodotto utilizzato e il tenore di zuccheri semplici non costituiscono un problema, infatti risciacquando solamente la bocca con la soluzione  (quindi non deglutendola) non è possibile che si verifichino sbalzi glicemici in grado di interferire negativamente con la performance oppure effetti negativi sull’apparato digerente.

 

 

 

Questa considerazione dovrebbe inoltre permettere all’atleta di orientarsi verso il risciacquo della bocca in tutte quelle fasi della competizione dove, sia per praticità che per dinamiche digestive, il consumo di carboidrati sotto forma di barrette, gel o soluzioni potrebbe mostrarsi un potenziale fattore limitante.

La maggior parte degli autori che hanno studiato il fenomeno ritengono che gli effetti del mounth rinse siano più marcati in soggetti poco allenati oppure in soggetti allenati che in seguito all’attività siano arrivati in una condizione di forte riduzione delle scorte di glicogeno (la fisiologica riserva di glucosio) epatico e muscolare.

Per quali fasi della gara ciclistica è quindi possibile utilizzare il mouth rinse? Per fornire una risposta basata sulle evidenze – e non sulle più personali teorie che ognuno può avere sulla base delle sue esperienze – è necessario consultare la letteratura scientifica, vedendo cosa dicono gli esperimenti effettuati. Consultando i diversi studi presenti in letteratura emerge subito una prima divisione in due grandi macro categorie: attività di media distanza e attività di volata. La lunga distanza non è stata valutata molto probabilmente sulla base dei risultati ottenuti per la media. Infatti valutazioni effettuate su 20 e 40 km non hanno permesso di riscontrare alcun beneficio né dal punto di vista della potenza erogata né per quanto riguarda la percezione della temperatura. Questi risultati sono stati confermati da diverse equipe utilizzando soluzioni zuccherine concentrate al 3%, 6%, 12% e 15%.

 

 

Esaminando invece gli effetti sulle attività di volata le cose cambiano sostanzialmente: i dati riportati in uno degli studi più significativi mettono in evidenza un concreto beneficio sulla PPO (Peak Power Output – picco di potenza erogata), con il massimo effetto riscontrabile entro i primi 5 secondi di volata, seguiti da progressivo decrescere del vantaggio riscontrato. Questa possibilità in diverse condizioni potrebbe fare la differenza tra una volata di successo che permette di prendere secondi di vantaggio sull’avversario (che poi devono essere solo mantenuti) e tentativi di volata dove non si riesce completamente a erogare tutta la potenza disponibile, il tutto senza appesantirsi dal punto di vista digestivo. Considerati questi aspetti nel ciclismo l’utilizzo più razionale del risciacquo della bocca è limitato alle fasi precedenti la volata, dimostrandosi potenzialmente uno strumento “tattico” da attuare prima delle fasi della competizione dove è richiesta nel brevissimo tempo la massima erogazione di potenza disponibile.

 

A cura del Professor Alexander Bertuccioli  Copyright © INBICI MAGAZINE

 

Prof. Dott. Alexander Bertuccioli

 

Biologo nutrizionista

Perfezionato in Nutrizione in Condizioni Fisiologiche

 Professore (a.c.) – Laboratorio di valutazione antropometrica

Dipartimento di Scienze Biomolecolari – DISB – Scuola di Scienze Biomediche, Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”

www.uniurb.it

Comitato scientifico Associazione Italiana Fitness e Medicina – AIFeM

www.aifem.it

Comitato scientifico Federazione Italiana FitnessFIF

www.fif.it

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