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COME NUTRIRSI. MISURE ESTREME PER IL CONTROLLO DEL PESO


Diete lampo e regimi nutrizionali “fai da te”. Le tecniche di dimagrimento, nello sport amatoriale, diventano sempre più drastiche. Ma uno studio cardiologico solleva qualche dubbio: siamo sicuri che non ci siano problemi?

Molto spesso – ad inizio stagione oppure in prossimità di una competizione – quando ci accorgiamo di essere “diversamente in forma” ed abbiamo a disposizione una ristretta finestra temporale per correre ai ripari, torna ad aleggiare nelle nostre menti lo spettro della “soluzione facile” o “soluzione d’emergenza”, con l’intento di perdere in breve tempo il peso in eccesso.

A dir la verità le metodiche di cui parleremo non sempre si sviluppano in questo contesto, ma spesso possono essere originate anche da fenomeni transitori e passeggeri, come ad esempio quelli correlati al Multilevel marketing che, fin dagli anni ’70, periodicamente, fanno un maquillage di soluzioni proposte con qualche piccola variazione, spacciandola come “soluzione innovativa” per la perdita di peso corporeo.

 

Venendo al pratico, in cosa consistono le metodiche fino adesso accennate? Il termine tecnico per definirle è Crash Diet. Si tratta di metodiche molto restrittive che prevedono una forte riduzione calorica con assunzioni che si aggirano intorno alle 700 kCal/giorno che prevedono in un breve periodo perdite di peso intorno ai 10 chili.

Possono essere messe in atto  utilizzando alimenti in quantità molto ridotte, utilizzando alimenti a densità calorica molto bassa (in grado cioè di fornire pochissime kCal per significativi volumi di alimenti) oppure, utilizzando pasti sostitutivi sia nell’intera giornata che in alcuni pasti.

Rimane importante puntualizzare come in origine queste metodiche nascano per essere utilizzate sotto stretto controllo medico; per esempio nei percorsi di trattamento dei grandi obesi oppure in pazienti che devono essere urgentemente sottoposti a interventi chirurgici per i quali si rivela essenziale la perdita di peso.

Il problema nasce quando queste tecniche di pertinenza medica vengono utilizzate fuori contesto e soprattutto fuori controllo. Come mai? Oltre alle ovvie problematiche correlate ai comuni effetti di un’eccessiva restrizione calorica, come ad esempio il calo di forza, di coordinazione, capogiri ed eventualmente – nei casi più gravi – perdita dei sensi, il vero e più pericoloso problema si rivela essere un altro. Un recente articolo pubblicato sul sito dell’European Society of Cardiology (2 febbraio 2018) mette in evidenza effetti collaterali mai osservati in precedenza in seguito alla pratica delle Crash diet. Di che cosa si tratta? Dell’incremento nella deposizione di lipidi a livello cardiaco.

 

Questo incremento si verifica a causa della grande mobilizzazione di acidi grassi dal fegato e dai tessuti messo in atto dalla forte restrizione calorica, portando a un aumento medio del 44% nella prima settimana, situazione che – con il tempo – sembra normalizzarsi, tornando ai livelli inziali in circa 8 settimane. Questo potrebbe potenzialmente comportare una serie di problematiche, soprattutto per soggetti privi di controllo medico e per soggetti con sottostanti problematiche cardiache, manifeste o latenti. Se queste problematiche possono rivelarsi potenzialmente rischiose per un soggetto sedentario, a rigor di logica un’attenzione ancora maggiore dovrebbe essere mostrata da parte di soggetti sottoposti ad elevata sollecitazione cardiaca, tra cui appunto anche gli atleti di endurance, come i ciclisti.

Qui non si vuole demonizzare le Crash diet e neppure lanciare allarmi superficiali, ma al contrario si vuole rimarcare l’importanza di un adeguato monitoraggio, da svolgersi sotto competente supervisione medica, evitando assolutamente il “fai da te” o l’intervento di operatori non qualificati e di conseguenza non in grado di gestire le eventuali complicanze come quella cardiovascolare discussa in precedenza nell’articolo.

A cura del dottor Alexander Bertuccioli – Copyright © INBICI MAGAZINE

Biologo nutrizionista Perfezionato in Nutrizione in Condizioni Fisiologiche

DISB – Scuola di Scienze Biomediche, Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”

Comitato scientifico Associazione Italiana  Fitness e Medicina –

Comitato scientifico Federazione Italiana  Fitness

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