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DAL PACIFICO ALL’ATLANTICO, OMAR DI FELICE UN’IMPRESA IMPOSSIBILE


Omar di Felice, primo italiano a salire sul podio della Trans Am Bike Race aggiudicandosi un meraviglioso e sudatissimo 3° posto

Un’impresa titanica per Omar, dal Pacifico all’Atlantico, la traversata degli Stati Uniti passando per 10 Stati, 6700km, 50mila metri di dislivello, 4 fusi orari ed una notevole varietà climatica, dalla neve ai temporali violenti, fino ai tornado. Omar ha superato come sempre i suoi limiti e le sue aspettative. Prima di partire aveva dichiarato che la vittoria sarebbe stata senza ombra di dubbio terminare l’avventura, e l’ultracyclist romano, non solo l’ha terminata ma è arrivato tra i primi 3.

 

 

Quattro aggettivi per definire questa impresa?

“Unica, Incredibile, Emozionante, Durissima”.

I chilometri più difficili?

“Senz’altro i chilometri in Kentucky, uno stato che sembrava non terminare mai e dove avevo l’impressione di essere proiettato in una dimensione parallela. Qui la preoccupazione maggiore è stata quella di dover evitare i frequenti attacchi da parte dei cani addestrati a difendere le proprie abitazioni (un vero e proprio problema in tutto lo Stato, fonte di diversi attacchi mortali già in passato, ndr). A livello mentale toglie molte energie considerando anche che si trattava dell’ultima parte di tutta l’avventura”.

Gli scenari più emozionanti?

“Attraversare lo Yellowstone Park e il Teton Park sotto una forte nevicata, con il paesaggio completamente imbiancato è stato qualcosa di unico: ho ritrovato parte di quelle condizioni invernali che amo e in cui sono solito confrontarmi. Emozionante e, al tempo stesso, molto stimolante. Da li è iniziata la rimonta che mi ha portato sino al terzo gradino del podio”.

I momenti più sorprendenti?

“Sicuramente il Kansas. Era il punto che aspettavo con maggior ansia. Dal basso dei miei 62 kg e con la scarsa attitudine a fare velocità nei lunghi tratti pianeggianti, credevo che sarei rimasto schiacciato dalle centinaia di chilometri battuti dal vento, sempre pressoché laterale e contrario, ed invece proprio sulle lunghe distese pianeggianti di questo Stato dai cieli surreali ho trovato la forte spinta per aumentare il divario dai concorrenti dietro di me, accorciando le distanze dai due leader della gara”.

Esperienza da ripetere?

“Alcune esperienze restano degli ‘unicum’ nella vita. Attraversare gli Stati Uniti d’America è qualcosa di incredibile, farlo riuscendo a raggiungere il podio in una delle competizioni più estreme al mondo è una soddisfazione unica. Per questo credo che, personalmente, non avrei nulla di meglio da chiedere a questo tipo di esperienza”.

Prossime pedalate?

“Al momento l’unico obiettivo che riesco a pormi è un po’ di sano e meritato riposo. Sicuramente presto tornerò in pista, ma lo farò quando avrò recuperato completamente da quella che è stata, fisicamente e mentalmente, una delle mie sfide più impegnative”.

fonte mag.endu.net

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