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Doping: ecco le scuse più fantasiose



Anabolizzanti per migliorare prestazioni a letto, dentrifici riempiti di nandrolone e misteriose positività provocate da fragole e avocado.

Ecco il campionario delle giustificazioni più divertenti dei campioni dello sport beccati in flagranza

 

Dall’anabolizzante usato per migliorare la virilità al sesso orale che aveva lasciato tracce di nandrolone. Senza contare la pantagruelica mangiata di filetto al clenbuterolo e l’incauto acquisto di caramelle che contenevano cocaina. La fantasia va al potere, scorrendo il campionario di scusanti inventato dai campioni dello sport «beccati» in flagranza durante i controlli antidoping. Il quotidiano sportivo francese «l’Equipe» ha stilato, lo scorso mese di luglio, una singolare classifica delle giustificazioni più divertenti.

 

Le scuse dei ciclisti…

Floyd Landis (Usa): “Testosterone alto? Non pensate subito male. Avrò bevuto troppo alcol…”

Il team manager del team olandese Pdm che nel 1992, prima di un controllo antidoping, si ritirò in blocco dal Tour de France: “Ma quale doping?! Ce ne andiamo solo per un’intossicazione alimentare da aria condizionata”

Gilberto Simoni (Italia): “La cocaina? Colpa di una mia zia suora che, ogni tanto, mi manda dal Sudamerica alcune caramelle di cui sono ghiotto”. Ma in questo caso non si trattava affatto di una scusa: in tribunale Simoni venne scagionato, grazie al test del capello, che confermò come Simoni non avesse mai sniffato cocaina, e grazie anche ad un’analisi delle famose caramelle, che davvero contenevano coca in piccolissime dosi ,Tyler Hamilton (Usa): “Io dopato? Impossibile. Quelle cellule devono essere di un mio fratello gemello morto prima della nascita”

Jan Ullrich (Germania): “Forse ieri notte qualcuno in discoteca mi ha passato un paio di pillole…”

 

Christian Henn (Germania): “L’avevo detto io che quelle tisane alle erbe preparate da mia suocera potevano darmi dei problemi”

 

Alberto Contador (Spagna): “Il clenbuterolo? Cercate nella carne di bovino che ho mangiato”

 

Frank Vandenbroucke (Belgio, deceduto): “E’ vero, in casa avevo dei medicinali proibiti, ma erano per il mio cane malato di asma”

 

Dario Frigo (Italia): “Le sostanze vietate trovate a casa mia? Mai utilizzate”

 

La moglie di Raimondas Rumsas (Lituania): “Il testosterone e l’Epo? Sono per mia madre gravemente malata”

Oscar alla sincerità a Riccardo Riccò: “Dai, però ci siamo divertiti”

 

… e le scuse degli altri sportivi

 

Dieter Baumann (mezzofondista tedesco): “Se sono finito nei guai è solo per colpa di quel maledetto dentifricio all’anabolizzante”

Linford Christie (velocista inglese): “Ma come, non sapete che il nandrolone si trova nell’avocado?”.

 

Fernando Couto (calciatore portoghese): “Colpa di uno shampoo”

 

Edgar Davids (calciatore olandese): “Mai preso nandrolone. Se fossi in voi farei analizzare quello sciroppo omeopatico per la tosse”

 

Ludmilla Enqvist (ostacolista russa): “Gli anabolizzanti nelle analisi?

L’ultimo dispetto di mio marito dopo il divorzio”

 

Peruzzi e Carnevale (calciatori della Roma): “La Fentermina? Colpa del Lipopil che abbiamo assunto l’altra sera per smaltire velocemente una scorpacciata di fettuccine. Se no chi lo sentiva il mister…”

 

Bernard Lama (calciatore francese): “Sono stato troppo educato: volevo rifiutare lo spinello, ma temevo di fare la figura dello scortese”

 

Mario De Clercq (campione belga di ciclocross): “Il programma di assunzione di sostanze illecite trovate nei miei diari? Solo una traccia di un romanzo di fantasia che volevo scrivere”

 

Carmelo Anthony (giocatore di basket Nba): “Tutta colpa del mio amico”. Che in effetti, in tribunale e sotto giuramento, confessò che le sostanze proibite trovate nella borsa del cestista erano sue

 

Daniel Plaza (marciatore spagnolo): “Il nandrolone? Colpa di un rapporto orale avuto con mia moglie in stato di gravidanza”

 

Dennis Mitchell (velocista Usa): “Io signor giudice, non so come il testosterone sia entrato nel mio corpo. L’unica cosa che mi viene in mente è l’orgia ad alto tasso alcolico dell’altra sera…”

 

Shawn Merritt (velocista Usa): “Quell’anabolizzante con l’atletica non c’entra. Serviva solo per migliorare le mie prestazioni sessuali”

 

Adrian Mutu (calciatore romeno): “La cocaina? Non pensate male: in campo non mi regala niente, a letto invece sì…”

 

Lenny Paul (campione britannico di bob): “Il nandrolone poteva essere solo nel macinato di carne usato per il ragù alla bolognese che ho mangiato ieri”

 

Astrid Strauß (nuotatrice tedesca): “Ho il testosterone alto? Non sarà stato quel cestino di fragole che ho divorato ieri?”

 

Santos Mozart (calciatore brasiliano): “Quella sostanza proibita che mi avete trovato nell’urina si trova anche nella crema lenitiva che ho applicato a mia figlia di 3 anni per una puntura di insetto”

 

Petr Korda (tennista ceco): “Il nandrolone era sicuramente nelle bistecche che mi hanno servito al ristorante, non vedo altra spiegazione…”

 

Gli ispettori dell’antidoping, alla vigilia delle Olimpiadi di Atene, suonano al citofono del quartier generale della delegazione greca per sottoporre ad un controllo a sorpresa i velocisti Kostas Kenteris ed Ekaterini Thanou. Al citofono risponde il loro allenatore: “Spiacenti, hanno avuto un incidente e sono entrambi all’ospedale”. Da quel giorno, nessuno li ha più visti

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