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“ESCI, CHE PASSA IL GIRO”


Per Vizzini è la seconda volta, la prima 41 anni fa. Il Giro d’Italia è mancato per molto tempo, in queste strade di meraviglie incastonate sulle cime delle colline.

Paesi piccini, con le case strette strette le une alle altre, che si arrampicano fino a giungere in vetta, per poi lasciar spazio allo strapiombo.

A Vizzini, c’è un uomo, poco dopo lo striscione del Gran Premio della Montagna. Ha i capelli bianchi e i baffoni, porta una camicia azzurra, è elegante, quasi come fosse pronto per una cerimonia. Urla “Ciao!” a Barbin che passa per primo, mentre con il cellulare cerca di catturare lo sforzo di Frapporti che transita poco dopo. Poi si volta, li guarda andare via. Sorride. E’ felice, perché a Vizzini, il Giro non passa spesso, la prima volta fu 41 anni fa, la seconda oggi. Magari è per lui la prima volta che lo incontra in vita sua. Se la vuole godere, questa giornata rosa. Se li vuol tenere stretti, questi ricordi così preziosi. Vizzini che ha un animo fantasioso, ma attaccato alla realtà, come il maggior esponente del verismo italiano, Giovanni Verga, che qui nacque nel 1840.

Vizzini è sulla via per Caltagirone, paese di nemmeno 40mila abitanti, che è al suo esordio come arrivo di tappa. “Esci, che passa il Giro!” si saranno detti gli amici del paese, anche senza seguire il ciclismo. Il Giro, che oggi sente dialetti a lui più conosciuti. Il Giro, un fuoco buono che incendia, ma non brucia. Come la fiamma che illumina la città nei giorni della festa di San Giacomo, il patrono; sui centoquarantadue gradini della scalinata di Santa Maria del Monte, dove ognuno di essi è decorato di piastrelle in ceramica,vengono accesi dei lumini, che si illuminano contemporaneamente, formando un serpentone infuocato.

Giro d’Italia 2018 – 101th Edition – 4th Stage Catania – Caltagirone 198 km – 08/05/2018 photo Dario Belingheri/BettiniPhoto©2018

 

Il fuoco, quello di Valerio Conti, partito a dieci chilometri dal traguardo, insieme a Edoardo Zardini, che poi si è staccato qualche chilometro dopo. Valerio è andato, per cercare di vendicare quell’ingiustizia che lo scorso anno lo aveva visto cadere in una delle ultime curve prima del traguardo, dopo tutta una giornata “là davanti”. Non è andata, a tre chilometri dall’arrivo, la rimonta insensibile lo ha inglobato.

Le stradine strette di Caltagirone accolgono il gruppo spezzato da una caduta. Timidi, i corridori provano ad allungare, ma si fa presto ad arrivare agli ultimi cento metri, dove Tim Wellens castiga tutti. Gli occhi di ghiaccio sorridevano sul podio, infuocati di gioia, con le guance rosse di baci delle miss. Era il super favorito, e ha vinto, come se fosse la cosa più semplice al mondo.

P.s. La corsa è transitata a Grammichele. Oggi è nata la Fondazione Michele Scarponi, nel giorno di San Michele. Michele c’è.

A cura di Giulia Scala per InBici Magazine

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