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FASHION ON THE ROAD 3

FASHION ON THE ROAD



Vincitore di due Tour de France, un Giro d’Italia e due Milano-Sanremo, il francese Laurent Fignon, con la sua aria dottorale e la postura un po’ svagata, è diventato un personaggio iconografico della storia del ciclismo. Un campione che ha saputo stupire il mondo. Fino all’ultimo

 

 

 

La storia del ciclismo ha regalato all’immaginario collettivo molti personaggi che negli anni, da “semplici” campioni, sono diventati delle vere e proprie icone, talvolta degli autentici supereroi.

Abbiamo parlato di un Pirata (Pantani), di un Diablo (Chiappucci) e di molti altri personaggi planetari; ognuno con la sua storia e con un suo stile.

Nella sfera dei “supereroi” a pedali troviamo, a questo punto, anche lui: classe 1960, parigino, biondo, capelli radi e spesso raccolti in una coda, ma soprattutto occhialini rotondi da intellettuale e un diploma d’insegnante di matematica. Tutti particolari che che hanno portato il mondo intero a soprannominare Laurent Fignon, Il Professore.

La Storia di Fignon è legata, come quella di ogni altro campione trattato in questo spazio, ad una celebre squadra e ad una maglia che, per qualche ragione, hanno lasciato il segno.

Il team Castorama, prima conosciuto come Renault, nacque nel 1974 prendendo il nome di “Sonolor-Gitane” dopo la fusione di due squadre (la Gitane e la Sonolor) e rimase attivo nel panorama professionistico fino a metà anni ’90, con vari passaggi di consegne tra uno sponsor e l’altro.

 

 

 

La Gitane, che produceva bici e che verso la metà degli anni ’70 registrò un picco piuttosto importante nelle vendite dei mezzi, sull’onda dei suoi successi commerciali, decise di fare grandi investimenti per il Team; così, solo un anno dopo la fondazione, venne chiamato, nel 1975, a svolgere il difficile compito di direttore sportivo il celebre Cyrille Guimard.

Guimard non perse tempo e offrì subito un contratto ad una giovane promessa del ciclismo transalpino, un certo Bernard Hinault, che accettò l’offerta senza esitare.

Fu nel 1977 che il Team passò sotto lo sponsor della casa automobilistica Renault assumendo quella che sarebbe divenuta una celebre divisa da corsa; base gialla con strisce trasversali bianche e nere. Una divisa che, negli ultimi anni dello scorso millennio, ha tagliato alcuni tra i più bei traguardi della storia di questo sport.

Nel ’78, con quella maglia, Bernard Hinault, ad esempio, portò a casa il suo primo Tour de France.

Nel 1981 fece il suo ingresso nel team lo statunitense LeMond, ma fu il 1983, anno iniziato con una serie di sfortune per Hinault, a rivelarsi l’annata più sorprendente, portando alla luce il giovane Laurent Fignon che – passato professionista solo l’anno prima – sorprendendo tutti, portò a casa il Tour.

 

 

 

L’anno seguente, dopo l’addio di Hinault passato a La Vie Claire, la Renault continuò comunque a stravincere: i suoi campioni in maglia gialla a strisce bianche e nere portarono a casa al Tour de France del 1984 otto tappe su 23 e la maglia gialla restò sulle spalle degli uomini Renault per ben 19 giorni; a questo si aggiunse il primo posto nella generale di Fignon che si consacrò al mondo dello sport come il “Professeur” del ciclismo, sempre più riconoscibile dagli oramai immancabili occhiali da vista che gli conferivano un’aria vagamente dottorale.

Fu proprio Fignon ad accompagnare questo celebre team e la sua maglia attraverso il suo momento di maggior notorietà, che si estese dal 1978 al 1984, ed è principalmente grazie alle imprese inaspettate compiute da Fignon che questa maglia e questo team sono rimasti impressi nelle menti di appassionati e non.

Nel 1985 la Renault lasciò il team e con questo anche il mondo del ciclismo in maniera definitiva; ma la bravura di Guimard portò al team lo sponsor Systeme U, che accompagnerà la squadra fino alle porte degli anni 90, anno in cui diviene Castorama.

 

 

Ed è qui che qualcuno colse nuovamente nel segno facendo un’operazione di “design” destinata a farsi ricordare: fu ideata, infatti, per la squadra una divisa che somigliasse il più possibile ad una tuta da lavoro; sicuramente la scelta venne fatta per ragioni di mercato legate alla celebre catena del “fai da te” che divenne lo sponsor, ma il risultato mediatico fu comunque sbalorditivo, anche grazie alle vittorie del solito Fignon che si ritirerà dal mondo a pedali nel 1993.

Pochi anni più tardi ha detto addio al mondo terreno, congedandosi come solo un grande Campione avrebbe potuto fare: visse il suo ultimo Tour da commentatore nel 2010, ruolo eseguito alla perfezione anche nel momento in cui annunciò al mondo, con la voce roca che un male invincibile lo stava portando via; un gesto che in pochi avrebbero saputo fare con una simile lucidità.

Ed è questo che distingue gli uomini ordinari dalle persone straordinarie. Ovvero la capacità di portare se stessi al di là dell’ostacolo. Anche quando la favola concede loro un finale tutt’altro che lieto.

 

 a cura di Eleonora Pomponi Coletti – Copyright © INBICI MAGAZINE

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