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FERMA IL TEMPO CON… “REWIND”!


Si chiama “rewind” la rubrica di fine anno di InBici che vi ripropone, selezionati dalla redazione giornalistica, gli articoli più interessanti del 2020.

Una carrellata avvincente di personaggi e avvenimenti per riavvolgere il nastro della storia e ricordarci le pagine più belle di una stagione che, pur tra mille limiti e restrizioni, ci ha comunque regalato esperienze da condividere ed emozioni da non dimenticare.

Un album di memorie per cristallizzare le storie più appassionanti e rivivere assieme a noi la cronistoria di un anno ormai al crepuscolo. 

#WINTERTRANSMONGOLIA – L’AVVENTURA

Il diario, giorno per giorno, dell’incredibile avventura di Omar Di Felice nel deserto del Gobi, raccontata con le sue parole: Non è solo questione di ciclismo o di pedalare su una bicicletta. E’ qualcosa di più intimo, che riguarda la ricerca interiore dei miei limiti e il modo per andare sempre un pò più in là. Questa è la mia ricerca di vita...

3 MARZO – GIORNO 1

E’ il 3 di Marzo e Omar è pronto a partire. Passa il primo controllo medico e si mette in sella alla sua bici. La steppa dà il benventuo a Omar: fa freddo e tira un forte vento contrario.

Fine prima giornata! 230 km, -27ºC. Una giornata incredibile. Quando io e Uugie, laguida mongola che supporterà logisticamente i miei spostamenti, ci siamo salutati a Ulan Bator, l’appuntamento era qui nel villaggio di Čojr Чойр dove mi avrebbe atteso domani. Nel mezzo avrei dovuto pedalare due giorni, accampandomi a metà nel cuore della steppa. Non avrebbe mai immaginato, probabilmente, che nella mia testa sarebbe scattata quella molla in grado di farmi abbandonare ogni pensiero. “Provaci Omar, prova a pedalare due tappe in una così da guadagnarti l’accoglienza di uno degli ultimi villaggi che incontrerai”. Così eccomi qui, distrutto ma felice! In fondo avevo bisogno di sbloccarmi e, al tempo stesso, di rimarcare la differenza tra un “viaggio” e un’ “avventura di ultracycling”.

4 MARZO – GIORNO 2

Seconda giornata, andata! Oltre 100 km e, finalmente, dopo aver passato 6 ore lottando contro il vento laterale (se le correnti resteranno queste quando andrò in direzione Ovest, ci sarà da divertirsi e imprecare nel Gobi) il primo pasto caldo dopo due giorni. Stanco ma soddisfatto.

5 MARZO – GIORNO 3

Le giornate vengono scandite dal ritmo dell’avventura. Un nuovo risveglio, una nuova giornata. Un’occhiata al percorso e via, Omar parte. Destinazione Saynshand.

Finalmente Gobi! Arrivato a Saynshand dopo 3 giorni e 500 km nel gelo della steppa. Da domattina sarà deserto puro. Qui temperature più alte ma anche vento più forte e la strada diventerà una lunghissima pista sterrata nel nulla. Questa sera raggiungerò Uugie, la guida, con cui ci eravamo lasciati al precedente check point due giorni fa e avrò le ruote specifiche da off-road. Il primo “errore” è stato montare su entrambe le coppie gomme chiodate: se lungo la steppa sulle strade ghiacciate sono stati utili, nel deserto lo scarso accumulo di neve renderà molto più difficile l’attraversamento con le speciali gomme da neve. E da domani un nuovo capitolo di questa magnifica avventura.

6 MARZO – GIORNO 4

Dopo le prime 7 ore nel bel mezzo del deserto, Omar trova un posto dove montare la tenda. Si prepara per la prima lunga, gelida notte nel Gobi.

7 MARZO – GIORNO 5

Distrutto dal vento. Senza acqua. Come un miraggio il segnale telefonico mi annuncia che probabilmente c’è forma di vita nei paraggi.

Omar si rende conto che il vento che tira nel deserto nel Gobi non è paragonabile a quello dell’Islanda o a quello provato durante le altre avventure invernali. Riceve ospitalità in un villaggio per la notte. Qui a Manlai, un villaggio abitato da nomadi a 100 km da Saynshand nel cuore del Gobi, i bambini giocano con poco e li senti ridere di gusto. Si vive con poco. O forse, oserei dire, con l’essenziale.

8 MARZO – GIORNO 6

Tracciare una via significa studiare. Guardare una mappa vivendo la suggestione di disegnare una linea attraverso posti talvolta sconosciuti, sicuramente mai attraversati completamente in bici. Ed è proprio qui la durezza della sfida che mi sono posto.
Non conosco il terreno. Ma non importa. Esplorazione è anche toccare con mano e provare cosa significhi qualcosa per la prima volta. Si parte per il sesto lungo giorno attraverso il Deserto del Gobi.

Nel cuore del deserto del Gobi, Omar cerca di spingere la sua Jena oltre i suoi limiti. E’ dura, e spesso si trova a camminare: la sabbia non ammette errori.

9 MARZO – GIORNO 7

11 ore per 120 km. -15ºC, percepiti -24

Ma alla fine mi sono fermato. Il sole stava tramontando. Dietro di me sorgeva la luna piena. Sono distrutto ma se questo è il premio.. allora va bene così. Un’altra giornata al limite. Non ho mai pensato che sarebbe stato semplice…

10 MARZO – GIORNO 8

Omar è fermo all’Ospedale di Dalanzadgad dove è arrivato nonostante un’altra lunghissima giornata. Fermato dalla polizia all’ingresso della città, viene immediatamente bloccato per i controlli da corona virus. L’avventura rimane in standby fino a lunedì a causa di una restrizione per via del primo presunto caso di Corona virus riscontrato in terra Mongola.

Mentre stavo pedalando è stata decretata dal governo “zona rossa” in tutto il Paese. Ogni cittadino straniero verra controllato ed è fatto divieto di spostarsi da paese a paese. Ecco perché, giustamente rispettando la regola che lo impone, resterò bloccato a Dalanzadgad, fino al termine della restrizione.

15 MARZO – GIORNO 13

L’avventura riparte: quando sono arrivato in Mongolia credevo che le uniche difficoltà che avrei dovuto affrontare sarebbero state il vento, il freddo o le insidie del deserto.
Ed ora mi ritrovo qui, nel cuore del deserto del Gobi con una consapevolezza diversa. Da adesso in poi “pedalare” sarà la difficoltà minore. Da adesso in poi quest’avventura diventerà una lunga corsa verso casa. Un’avventura attraverso la speranza, i sogni, e la voglia di riabbracciare presto la mia casa. Le autorità di polizia ed il governo hanno revocato la zona rossa autorizzandomi a partire ma richiedendomi il pieno rispetto dell’itinerario stabilito, continuando, quindi, la traccia già comunicata in fase di partenza.
Il mio pensiero e il mio cuore sono a 9000 km da qui, ma spero lungo la strada di accorciare la distanza dalle persone che amo.

16 MARZO – GIORNO 14

Dopo aver superato un passo ad oltre 2200 metri, Omar è di nuovo nel cuore del deserto. Attualmente è nella zona più selvaggia senza copertura. Via satellite fa sapere che sta bene, il vento non è fortissimo e per questo ne approfitterà per fare quanti più chilometri possibili.

17 MARZO – GIORNO 15

Sono state 36 ore pazzesche, da solo nel cuore del deserto, dormendo tra le rocce, pedalando fuori pista e attraversando le dune nel deserto: 220 km, e ora cerco nuovamente un punto dove piantare la mia tenda per un’altra notte sotto le stelle nel deserto del Gobi.

18 MARZO – GIORNO 16

Omar posta immagini meravigliose dal deserto del Gobi.

Ho percorso altri 120 km nel cuore del deserto! E’ stato incredibile, mi sono ritrovato in una tempesta di sabbia e non si vedeva nulla. Un nomade mi ha fermato cercando di convincermi a barattare la sua moto con la mia bici! E infine mi sono avvicinato troppo a un grande gruppo di cammelli che ha provato ad attaccarmi. La vita nel deserto è dura, ma pazzesca. Monto la tenda e aspetto un’altra notte piena di stelle.

19 MARZO – GIORNO 17

Finalmente! Dopo 4 giorni nel deserto e 450 km Omar riesce a trovare un villaggio. Acqua, cibo e un pò di relax “al caldo”. No non è un miraggio, quello dietro di me è un vero villaggio!

Domani sarei dovuto uscire dal deserto del Gobi ad ovest. In tempo con la fine ufficiale dell’inverno. Da lì avrei proseguito per terminare l’avventura ad Altai, da cui sarei ripartito per rientrare in Italia. Sarebbe stata la conclusione ideale. E invece? E invece non potrò tornare in Italia. Almeno per un po’. Ciò che ho vissuto negli ultimi mesi è stata una giostra di emozioni. Triste non poter tornare a casa dalle persone che amo. Per questo ho deciso che domani uscirò dal deserto, ma lo farò a nord. Da lì proseguirò fino alle montagne e pedalerò ancora ed ancora fino a Ulan Bator.Lo farò sperando che nel frattempo qualcosa cambi e ci sia la concreta possibilità di tornare a casa. Sarà ancora più difficile e lunga. Ma spero che alla fine di questo “viaggio” troverò anche io ciò per cui ero partito…

20 MARZO – GIORNO 18

Ho sempre avuto la fortuna e la capacità di poter affrontare i momenti difficili in sella alla mia bici…

Sono uscito dal deserto del Gobi scalando una montagna verso nord a 2100 metri s.l.m, scendendo ho dovuto affrontare una tempesta di sabbia! Ho pedalato 110 km sono esausto, e nel mezzo ho incontrato questo gruppo di ragazzi nomadi. Anche loro sembravano interessati alla mia Wilier Jena!

21 MARZO – GIORNO 19

Ho pedalato oltre 100 km ed ora sono immerso nelle montagne del nord! I panorami sono incredibili, e proprio quando mi preparavo a montare la tenda per passare la notte qui a quota 2000 metri sul livello del mare, un nomade mi ha offerto ospitalità nella propria ger. Che meraviglia! Ho bevuto the e latte, giocato con la loro stupenda bimba, mangiato dei dampling buonissimi, aiutato a radunare le loro capre ed ora un pò di relax. Domani mi fermerò qui, a respirare l’aria di queste montagne prima di rimettermi in sella per continuare l’attraversamento delle montagne direzione nord-ovest.

Le ultime 24 ore sono state piene di umanità. Ho mangiato come mai in questi ultimi 20 giorni, finalmente! Ho bevuto un bicchiere di vodka locale nel rispetto della loro tradizione e ho riso con la famiglia che mi ha ospitato, ho osservato il tramonto in silenzio e inseguito le orme dei lupi. Ma ora è tempo di andare. Tra le Montagne a oltre 2000 metri cercherò di raggiungere il villaggio di Bat-Odziy in due giorni, dovrò bivaccare al freddo qui le temperature sono le più rigide (-10 di giorno, -20 di notte)

24 MARZO – GIORNO 23

L’inverno ci ha salutati ufficialmente qualche giorno fa. Uscire dal Deserto del Gobi è stato un momento emozionante. Uno di quelli che difficilmente si potranno dimenticare. Ora, tra le montagne, il clima è ancora abbastanza “invernale” anche se devo ammettere che, abituato al freddo del circolo polare artico, le insidie qui sono state altre: i venti, la solitudine, quel senso di isolamento totale, la grandezza della natura che talvolta mi ha spaventato.
C’è ancora un po’ da pedalare per concludere quest’avventura…

25 MARZO – GIORNO 24

Attraversare un fiume ghiacciato a ritrovarsi 10 km dopo nel pieno di una tempesta di sabbia? Questa è la Mongolia e gli ultimi tratti fuori strada stanno mettendo Omar a dura prova.

Ma che spettacolo però! Qui, a nord, è ancora “inverno”

26 MARZO – GIORNO 25

Dopo 170 km, Mentre stavo già pensando ad un posto riparato dal vento dove montare la tenda, come un miraggio, una stazione di servizio con tanto di caffetteria e ristorante! Incredibile. Entrare, mangiare un piatto caldo ma soprattutto scoprire che 2 km dopo avrei trovato anche un “touristic camp” e’ stato un premio inaspettato! Ed una volta qui, finalmente, un letto in una grande camerata. Non poteva finire meglio questa giornata! 280 km ad Ulan Bator: in due tappe dovrei riuscire ad arrivare, controlli della polizia volendo, e considerando che, probabilmente, dalla capitale dovrò attendere l’arrivo della guida che avrà il compito imposto dalle autorità di scortarmi nell’attesa versamento dei prossimi 3 villaggi. Ma posso farcela

27 MARZO – GIORNO 26

270 km alla fine, -5ºC ed un leggero vento favorevole. Mancherebbero due giorni per concludere l’avventura…

… Ma Omar riesce a chiudere l’avventura in una sola giornata!

Quest’avventura l’ho voluta, sognata, progettata, desiderata e infine realizzata. Non so se è la più difficile che io potrò mai aver affrontato, probabilmente ora lo è per quel perverso meccanismo mentale per cui cercherò sempre qualcosa in grado di sovrastare la difficoltà affrontata precedentemente. Quello che ho visto, vissuto, sentito, provato, elaborato, è qualcosa che trascende dal concetto di sport. Riguarda, più in generale, la vita…

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