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Questo con lo Shimano DuraAce Di2 è l’allestimento di vertice della SystemSix. Il telaio utilizza fibra con una matrice ad altissimo modulo definita HiMod. Lo stesso allestimento caratterizza anche la versione Shimano Ultegra Di2. Per i montaggi Shimano Dura-Ace e Ultegra meccanico il telaio in variante “Carbon” utilizza invece un modulo dal grado leggermente inferiore.

FOCUS SUL PRODOTTO. CANNONDALE SYSTEMSIX HIMOD DURA-ACE DI2


Le forme filanti la rendono ideale per gli irriducibili delle alte velocità. In realtà, questa full carbon con design aggressivo brilla anche su terreni che non ti aspetti. A cominciare dalla salita.

Accanto alla blasonata, alla collaudata e alla plurivittoriosa SuperSix (quella con cui Bettiol ha vinto l’ultimo Giro delle Fiandre) a condividere l’altissima gamma della collezione Cannondale c’è la SystemSix, bici introdotta da meno di un anno, che si pone come prodotto di riferimento del segmento “aero” della Casa americana. Come la SuperSix anche la SystemSix è bici in uso ai corridori del team professionistico EF Education First, più in particolare è scelta da tutti quegli atleti che mettono la velocità, l’aerodinamica e la rigidità in cima ai loro ordini di priorità.

Bici aero e basta? Tutt’altro. Lo ricordano i numeri che Cannondale ha reso pubblici nel momento di presentare questa full carbon dal design così filante ed aggressivo.

Non solo aero

A detta di Cannondale la nuova SystemSix risulta migliore da un punto di vista della resistenza aerodinamica rispetto a sette modelli concorrenti, appartenenti alla stessa categoria aero (nello specifico la Scott Foil, la Pinarello Dogma F10, la Canyon Aeroad, La Specialized Venge ViAS, la Cervélo S5 e la Trek Madone). E fin qui è tutto assai credibile, se solo si considera il design estremamente filante e compatto che contraddistingue questa full carbon. Quel che stupisce, però, è che sempre a detta del produttore, la SystemSix risulta premiante, ovvero produce un risparmio di watt, nella maggior parte delle situazioni tecniche e di percorso nelle quali si imbatte un corridore di una grande corsa a tappe come può ad esempio essere il Tour de France: questa bici consente di risparmiare watt negli sprint, nelle fughe, in discesa ed è persino più competitiva in salita rispetto a tante altre bici superlight presenti sul mercato (questo vale se si ipotizzano salite con pendenza fino al 6 per cento dove pedala un corridore di 75 chili che spinge a 300 watt). In queste condizioni le caratteristiche tecniche della SystemSix assicurano un risparmio di potenza, anche rispetto al modello SuperSix, nonostante quest’ultima sia bici ben più leggera rispetto alla prima. Vale la pena aggiungere che condizioni come quelle citate da Cannondale sono le più frequenti nelle grandi corse a tappe come il Tour de France, dove la maggior parte delle salite ha una pendenza media inferiore al 6 per cento.

Un sistema fatto da sei elementi integrati 

È una bici diversa da tante altre la SystemSix; ed è diversa anche rispetto a tanti modelli aero presenti in circolazione, quelli che alla SystemSix potrebbero sembrare apparentati, se non altro per l’architettura e i volumi del telaio: carro compatto e tubo superiore che abbandona lo sloping per essere parallelo al terreno; tutto questo con tubazioni che oppongono la minima resistenza possibile all’aria proveniente frontalmente. In pratica, sembra essere lo stesso cliché che accomuna tutte le aero bike odierne. Eppure la SystemSix va oltre: su questa bici il telaio, la forcella, il reggisella, l’attacco manubrio, il manubrio e le ruote sono state progettate olisticamente, l’uno in sinergia con l’altro. Non a caso la SystemSix è bici sulla quale la System Integration di Cannondale, ovvero la modalità integrata di concepire il telaio e i componenti, raggiunge il livello più alto mai toccato dalla casa americana, che di questa filosofia di concepire le biciclette ha fatto una vera e propria bandiera. La SystemSix propone appunto sei aspetti tecnici pensati con un denominatore comune, che danno vita a un “sistema” (di qui appunto il nome SystemSix) che brilla per aerodinamica e velocità, ma che ha anche ulteriori risvolti tecnici che non è frequente trovare su una aero bike come è questa.

Il manubrio Knot System è vincolato in maniera basculante all’attacco: consente un’escursione radiale di 8 gradi.

Cominciando dalle ruote, le HollowGram Knot T64 sono ruote proprietarie, sviluppate specificamente per questo telaio: si tratta di un set a profilo alto, anzi altissimo (64 mm) e che oltre a questo dispone di un cerchio con sagoma “spanciata”, gola tubeless-ready e larghezza di ben 32 millimetri, ideale per adattarsi alle coperture di grossa sezione e ideali anche per  ottenere la massima resa aerodinamica e allo stesso tempo la massima aderenza anche quando (è il caso delle coperture trovate montate) le ruote sono gommate con coperture di sezione ridotta (come le 23 mm trovate montate). Approfittiamo del momento per dire che le HollowGram Knot T64 sono disponibili solo in configurazione “disc”, perché questa è la sola configurazione possibile della System Six, cioè quella che – sempre a detta di Cannondale ma anche la nostra – produce risultati migliori non solo per la bontà dell’impianto frenante ma anche per l’aerodinamica della bici nel suo insieme.

www.cannondale.com/it-IT

La centralina di comando del reparto elettromeccanico trova spazio sulla sommità del tubo diagonale.

Più delle ruote sono poi la zona di guida e tutto l’avantreno della bici ad eccellere per integrazione: la testa forcella collima aerodinamicamente con la base del tubo di sterzo, lì dove tutti i cablaggi scorrono internamente e lì dove la limitazione della curvatura di sterzo a 50 gradi (quanto basta per effettuare qualsiasi tipo di curva) asseconda l’esclusivo cablaggio integrato cui partecipa anche l’attacco manubrio (pure questo dedicato), la speciale serie sterzo e infine la curva manubrio: quest’ultima si chiama Knot SystemBar; a prima vista sembrerebbe realizzata in un sol pezzo insieme all’attacco; in realtà l’esclusiva soluzione di Cannondale è quella di aver progettato una curva a sé stante, che attraverso un’ingegnosa architettura a quattro viti a scomparsa consente alla curva di basculare sulla slitta apposita realizzata sull’attacco manubrio e assegnare così al gruppo di guida tutti i vantaggi aerodinamici ed estetici dei veri manubri integrati e tutti i vantaggi di regolazione della posizione propri dei manubri tradizionali. A proposito di regolazioni, anche l’attacco manubrio si può regolare in altezza ed anche in questo caso l’operazione è possibile senza inficiare o intervenire sulla complessa architettura di cablaggi interni che abbiamo spiegato. Questo grazie a semplici ma geniali spessori distanziali provvisti di un varco laterale seminascosto alla vista, che permettono di intervenire sulla posizione in altezza indipendentemente dal cablaggio.

Su tutte le versioni della SystemSix la guarnitura integra un rilevatore di potenza Power2Max.

Versioni, prezzi e misure

La SystemSix è prodotta in sette taglie: 47, 51, 54, 56, 58, 60 e 62 cm. Il telaio è inoltre disponibile in due versioni, quella con telaio HiMod, ad indicare l’impiego di composito ad altissimo modulo, e quella in versione standard chiamata Carbon, che utilizza un composito dal modulo leggermente inferiore. Nel secondo caso il telaio pesa qualche grammo in più, ma costa qualche euro in meno. Questi in particolare gli allestimenti disponibili partendo dal vertice di gamma che abbiamo testato:

– System Six HiMod Dura-Ace Di2 con ruote HollowGram KnotT64: 10499 euro

– SystemSix HiMod Ultegra Di2 con ruote HollowGram Knot T64: 7499 euro

– SystemSix Carbon Dura Ace con ruote HollowGram Knot T64: 5799 euro

– SystemSix Carbon Shimano Ultegra con ruote Fulcrum Racing 400 DB: 3999 euro

È inoltre disponibile una variante destinata alle donne, la SystemSix HiMod Women’s, con telaio ad alto modulo e configurazione angolare e dimensionale adatta per il pubblico femminile. Tre le misure disponibili – 47, 51, 54 cm –, allestimento Shimano Dura-Ace Di2 e prezzo di 7499 euro.

Su tutte le varianti HiMod della SystemSix, la guarnitura Cannondale HollowGram è fornita con il misuratore di potenza Power2max. Il rilevatore deve però essere attivato a parte, con una spesa supplementare di 499 euro.

 

Un ingegnoso sistema di spessori distanziali consente di preservare la pulizia estetica dei cablaggi totalmente integrati e allo stesso tempo di regolare la posizione in altezza indipendentemente dalla regolazione della serie di sterzo.

 La scheda tecnica

Telaio: SystemSix, BallisTec Hi-MOD Carbon, Di2 ready, flat mount, asse passante Speed Release
Forcella: SystemSix, BallisTec Carbon, asse passante Speed Release
Set manubrio (attacco, curva): Cannondale Knot System Bar
Serie sterzo: conica, 1.1/8″ ruotismo superiore, 1-1/4″ ruotismo inferiore
Reggisella: Cannondale Knot Carbon, 330 mm
Sella: Prologo Dimension Tirox

Comandi: Shimano Dura-Ace Di2 Hydro Disc, 11 velocità
Deragliatore: Shimano Dura-Ace Di2
Cambio: Shimano Dura-Ace Di2
Freni: Shimano Dura-Ace Hydro Disc, rotori Shimano RT800 160 mm ant. 140 mm post.
Pacco pignoni: Shimano Dura-Ace 11-28, 11 velocità
Catena: Shimano Dura-Ace 11 velocità
Guarnitura: Cannondale HollowGram Si, BB30a, con misuratore di potenza Power2max NG Eco preinstallato (non attivato). 170 mm, corone Vision 52/36
Movimento centrale: Cannondale Alloy Press Fit 30

Ruote: HollowGram Knot64 Carbon, raggi DT Swiss Aerolite a testa dritta (20 ant., 24 post), altezza cerchio 64 mm, gola 21 mm tubeless ready, mozzi HollowGram KNØT con ruotismi sigillati, asse passante 12×100 mm ant., 12×142 mm post., attacco rotore centerlock
Coperture: Vittoria Rubino Pro Speed 700x23c

Misure disponibili: 47, 51, 54, 56, 58, 60, 62 cm
Misura testata: 54 cm
Peso rilevato: 7,8 chilogrammi (inclusi pedali)
Prezzo: 10499 euro

Guarda il video del Bike test, clicca qui sotto

www.cannondale.com

www.cannondale.com/it-IT

 

a cura di Maurizio Coccia – Copyright © INBICI MAGAZINE

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