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FOCUS SULLE BICI ELETTRICHE. L’ABC DELLE E-BIKE


Anche l’Italia è ormai entrata nell’era della mobilità eco-sostenibile. Ecco i modelli, i prezzi, le innovazioni e le caratteristiche tecniche per orientarsi nella jungla del mercato. 

Gli italiani, si sa, sono un popolo di inventori e fantasisti, anche quando si parla di due ruote ad emissioni zero.

Nel “bel paese”, come in altre parti del mondo e soprattutto nel nord Europa, la bicicletta elettrica è entrata prepotentemente nella nostra vita cambiando – in meglio – il modo di muoversi sulle due ruote a pedali. Questo accade in città, in campagna, al mare o in montagna. Per lavoro, per sport o nel tempo libero si ha sempre più voglia di evadere, assimilando stili di vita sani ed ecologici.

Brevi cenni di storia

La storia delle bici elettriche è stata scritta da personaggi geniali, a volte un po’ folcloristici, che hanno inseguito testardamente il loro sogno per una vita vedendolo purtroppo svanire nel nulla. Solo negli ultimi anni i fallimenti di quei tempi pionieristici si stanno trasformando sempre più in realtà.

Forse in pochi sanno che le bici elettriche hanno una storia antica, molto più remota di quanto si possa pensare. Ripercorrerla significa tornare indietro di circa centocinquant’anni, addirittura fin da quando furono introdotti i primi velocipedi cercando di applicare ad essi i motori a vapore allora in voga.

Solamente tra la fine del diciannovesimo e l’inizio del ventesimo secolo cominciarono ad apparire le prime biciclette con motori elettrici. All’epoca il problema principale – che ancora oggi in parte sussiste – erano le batterie con dimensioni e peso enormi rispetto a quelle usate attualmente.

Purtroppo, in un’epoca caratterizzata dal grande sviluppo industriale del dopo guerra, dal poco rispetto per la natura e dal basso costo del petrolio, l’interesse verso le bici (sia elettriche che muscolari) andò progressivamente a scemare.

Negli anni settanta, con il prepotente aumento del costo dei carburanti, la diffusione dei primi movimenti ecologisti e l’austerity, la curiosità per i mezzi elettrici, tra i quali le E-Bike, ricominciò a prendere piede.

Oggigiorno la situazione, sotto questo punto di vista, sta decisamente migliorando. Innanzitutto le innovazioni tecnologiche hanno portato le batterie ad essere sempre più leggere e capienti. Negli ultimi venti anni i modelli di bici elettriche a disposizione del pubblico si sono moltiplicati; molti produttori europei ed asiatici hanno sperimentato soluzioni tecniche innovative per realizzare un’integrazione sempre più perfetta fra la pedalata, l’assistenza del motore ed il ciclista.

Ma cos’è una bici elettrica?

A volte di vedono in circolazione biciclette elettriche che raggiungono velocità elevate (superiori ai 30/40 km/h in regime di assistenza) oppure dotate di acceleratore, che ne permette l’avanzamento senza imprimere forza sui pedali. È bene precisare che questi mezzi sono classificati dal codice della strada come “ciclomotori” e, in quanto tali, è necessario averne l’omologazione, la targa, l’assicurazione e il casco da moto. Inoltre, molto spesso, le loro caratteristiche meccaniche e di telaio non sono sufficienti a sopportare gli sforzi cui vengono sottoposte a causa della velocità elevata, il che le rende poco affidabili.
Questo tipo di biciclette, se così vogliamo chiamarle, va a “inquinare” quello che è il vero mercato delle E-Bike con pedalata assistita a norma di legge. Di sicuro più appetibili, chi le acquista si ritrova però con un veicolo dotato sì di maggiori requisiti prestazionali, o che non richiede l’obbligo di pedalare, ma proprio per questo molto più simile a un ciclomotore che a una eco-bike elettrica.

Cosa dice il codice della strada in Italia

L’articolo 50, che regolamenta le caratteristiche di base della bicicletta elettrica, sottopone tre punti cruciali ed obbligatori: la potenza massima di 250 watt (o, in modo equivalente, 0,25 Kw), la velocità massima di 25 km/h, la necessità di pedalare nella direzione di avanzamento da parte del ciclista. Nei loro metodi di produzione i costruttori di bici elettriche devono attenersi anche alla normativa europea EN 15194, che va a completare nel dettaglio quanto stabilito dal codice della strada vigente in Italia. La normativa non riguarda solamente la parte elettrica della bicicletta, ma interessa anche la parte meccanica a seconda della tipologia di prodotto (EN 14764 per le trekking, la EN 14766 per le MTB, la EN 14781 per le road e la EN 14765 per le bici da bambino).

Per quanto riguarda la parte elettrica, sono previste diverse prove legate alle prestazioni (potenza massima in continuo, erogazione della potenza, velocità massima, ecc…) e soprattutto alla compatibilità elettromagnetica. I componenti della bici, infatti, non devono interferire con altre apparecchiature (come per esempio il telefono cellulare o il telecomando del cancello elettrico) e non devono essere influenzati da altri sistemi elettronici nelle vicinanze del mezzo. Infine, ma non meno importante, la normativa regola l’etichettatura del prodotto e l’informazione all’utente finale.

Cosa offre il mercato

Tornando alle nostre bici elettriche il mercato è davvero molto vario. Si parte dalle circa 300/400 euro delle E-Bike in vendita nei centri commerciali (notoriamente economiche e, a nostro giudizio, poco affidabili) per arrivare agli oltre 4.000/5.000 euro dei modelli più costosi. Logicamente il prezzo di acquisto cambia in base alla qualità dei componenti elettrici e meccanici, al livello degli accessori con cui vengono montate le bici e alla garanzia (solitamente, per legge, di due anni) della casa costruttrice. La sola condizione richiesta è che ci si rivolga, nel periodo in garanzia, ai rivenditori ufficiali autorizzati e qualificati o presso il punto vendita dove è stato acquistato il mezzo.

La formazione del punto vendita

Noi, secondo la nostra esperienza, pensiamo che la formazione tecnica dei rivenditori sia uno step fondamentale per lo sviluppo della bicicletta elettrica. Molto spesso i negozi sono gestiti da meccanici/ciclisti che non hanno mai trattato componenti elettrici o hanno scarsa conoscenza della materia. Quindi, in caso di problemi, si rivolgono alla casa madre per informazioni o per la riparazione del mezzo allungando i tempi d’attesa dei clienti. Le aziende, con i corsi di formazione dedicati agli operatori specializzati, devono puntare a una maggiore indipendenza dei rivenditori così da velocizzare la risoluzione delle problematiche e migliorare il servizio all’utente finale.

Caratteristiche tecniche

La sostanziale differenza che esiste tra una normale bicicletta di serie e una bicicletta elettrica è proprio la pedalata assistita. Agevolare la spinta sui pedali con l’aiuto di un motore ecologico e silenzioso è la rivoluzione tecnologica di questi ultimi anni nel mondo delle due ruote. Dal motore, cuore pulsante dei nostri mezzi, otteniamo la spinta mentre dal cervello, ovvero la batteria, giungono gli impulsi che daranno il via al movimento delle gambe e alla pedalata.

Facendo esperienza negli anni e dopo attente valutazioni, i costruttori hanno optato, per i loro modelli di punta, per il posizionamento del motore nella parte anteriore della bicicletta e più precisamente integrandolo nel mozzo della ruota. In questo modo, anche confrontandoci con alcuni rivenditori che ci hanno confermato l’utilità dell’esperimento, la bici elettrica acquista maggiore stabilità e la presa diretta della ruota sul terreno garantisce più fluidità durante la marcia.

Malgrado questa tendenza oramai diffusa e consolidata, in circolazione troviamo dei validissimi modelli di biciclette elettriche (in particolare quelle con “un’anima” leggermente più sportiva) che mantengono il tradizionale posizionamento del motore sull’asse posteriore oppure centralmente, integrandolo sulla parte bassa del telaio nella scatola del movimento centrale.

Queste scelte, prestando particolare attenzione anche al giusto equilibrio fra rapporti, geometrie del telaio stesso e trasmissione, conferisce un rendimento ottimale alla pedalata e consente al ciclista di mantenere un alto ritmo sullo sterrato o in salite molto ripide e di sostenere in pianura elevate velocità con assoluta padronanza del mezzo.

La scelta del motore e della batteria

Quasi all’unanimità, il motore scelto dalle aziende produttrici è un Brusheless da 250 watt (0,25 Kw per 36 V), che garantisce, nel limite della normativa imposta, la giusta potenza assistendo la pedata in modo continuo e affidabile.

Va sottolineato che il grande vantaggio di questi nuovi motori senza spazzole è di essere quasi privi di manutenzione; mentre le batterie al litio polimeri di ultima generazione, oltre a mantenere una durata di carica decisamente superiore rispetto alle loro “sorelle” al piombo, sono più leggere e si estraggono facilmente dalla loro collocazione, che può essere orizzontale sotto il portapacchi posteriore, verticale sul piantone centrale o scomparsa lungo la parte obliqua del telaio.

Unico punto cruciale della batteria restano, da sempre, la ricarica e i suoi tempi. Anche in fatto di autonomia sono state comunque apportate concrete migliorie (mediamente 70-80 km a ricarica in regime di assistenza normale); ciò non toglie che questo dipenda molto da come viene utilizzato il mezzo e dai percorsi sui quali si decide di pedalare. Maggiori saranno i tratti pianeggianti, più lunga sarà la durata della carica. Viceversa, fastidiosi saliscendi o salite dalle pendenze impegnative possono ridurre in modo considerevole l’autonomia della batteria e l’efficienza della nostra E-Bike.

Accessori e componenti

Gli accessori e i componenti che le aziende presentano di serie sulle nuove biciclette elettriche hanno contribuito parecchio a “svecchiare” i modelli del passato. Primo fra tutti il cambio, del quale sono oramai dotati quasi tutti i mezzi esistenti sul mercato (tranne, ovviamente, le monomarcia o cosiddette single speed). Shimano ne detiene a tutti gli effetti il monopolio, fornendo gruppi completi molto affidabili e facili da usare come Nexus a 7 o 8 velocità o TX a 6 o 7 velocità (per le city bike); oppure i più affermati gruppi per MTB come l’XTR, l’XT o l’SLX, solo per citare i più diffusi.

Di grande utilità è l’LCD in dotazione ormai su quasi tutti i modelli. Di solito posizionato nella parte centrale/anteriore del manubrio, il suo display multifunzionale non si limita a indicare la velocità o l’ora corrente, ma fornisce tutte le informazioni necessarie alla marcia, all’assistenza, alla potenza del motore, allo stato di carica della batteria, ecc…

Cavalletto centrale, lucchetto antifurto, impianto luce e led, borse laterali, portapacchi, cestini anteriori e posteriori, seggiolini per bambini sono tutti accessori che incrementano il valore e la comodità del mezzo; a seconda delle esigenze e dell’utilizzo che si desidera farne, turistico o professionale, basta scegliere quello più adatto.

Target della clientela

Fino a qualche tempo fa, la maggior parte dei clienti che entravano in negozio per provare o acquistare una bicicletta elettrica erano persone non più giovanissime che necessitacano di un mezzo comodo per gli spostamenti quotidiani in città, che in genere non sono superiori ai 15-20 chilometri al giorno.
In questi ultimi anni, però, con la promozione e il supporto da parte dello Stato dell’eco-mobilità sostenibile e della diffusione dei veicoli elettrici sulle strade del nostro paese, si è registrata una maggiore richiesta anche da parte di una fascia di età più bassa: i 40/50enni che hanno l’esigenza di sostituire l’automobile o lo scooter per recarsi al lavoro, abbattendo i costi di gestione, evitando i problemi di parcheggio e di traffico cittadino o l’impossibilità di entrare nelle ZTL.
Da un recente sondaggio è emersa non solo la volontà, da parte dei produttori, di apportare dei cambiamenti di tendenza alle linee, alle grafiche e alle soluzioni tecnologiche proposte negli ultimi anni. Abbiamo riscontrato con piacere che l’obiettivo comune è quello di indirizzare l’utilizzo di questo mezzo di trasporto verso un pubblico sempre più giovane. Ci vorrà ancora del tempo, ma i risultati cominciano già a farsi vedere.

Valutazione di acquisto o noleggio con relativi costi
La valutazione dei costi è, a questo punto, il passo decisivo e più importante per capire l’effettiva convenienza di una bicicletta elettrica rispetto ad un mezzo a motore; essa va ponderata con attenzione, in modo particolare nelle città sempre più congestionate dal traffico metropolitano in continua espansione. Nella valutazione dei costi dobbiamo tenere presente come prima cosa la frequenza di utilizzo, il percorso abituale (presenza di salite, distanza ecc.) che siamo soliti fare, il prezzo di acquisto e – elemento di basilare importanza – il costo della batteria di ricambio.
Al momento attuale, il noleggio delle biciclette elettriche è poco sviluppato e diffuso in Italia (contrariamente a quanto, invece, accade in molti atri paesi europei, principalmente al nord), ragion per cui i prezzi possono variare anche in base al tipo di mezzo messo a disposizione. La media attuale si attesta intorno ai 40/50 euro giornalieri (8/10 euro l’ora) ed effettivamente conviene solo se l’utilizzo è saltuario. In caso di uso quotidiano, invece, l’acquisto risulta essere di gran lunga la soluzione più economica.

A cura di Roberto Zanetti – Copyright © INBICI MAGAZINE

 

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