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GIANVITO AGNINI



Gianvito Agnini, alpino dell’esercito italiano, ha vinto la classifica medio-fondo: “Ho scoperto il ciclismo 4 anni fa, pedalando su una mtb arrugginita. Oggi sogno le vette delle grandi montagne guardando Pantani su youtube”

 

“Più salgo, più valgo”. Questo antico aforisma alpino si addice alla perfezione alla vita di Gianvito Agnini, classe 1977, militare dell’esercito italiano (arruolato nel corpo dei Trasmettitori Alpini), da qualche anno ciclo-amatore di successo, vincitore assoluto nella classifica medio-fondo dell’InBici Top Challenge edizione 2017.

Pugliese d’origine (è nativo di Taranto), ma da 8 anni felicemente trapiantato a Bolzano, portacolori dell’Ares Bike Team, Gianvito ha una passione smodata per il ciclismo, “un amore – spiega – sbocciato solo quattro anni fa, quando l’ex professionista Alessandro Colombo (triatleta paraolimpico, ndr), oggi diventato mio coach, mi regalò una mountain bike mezza scassata per le mie prime pedalate. Ricordo ancora la prima uscita: feci 15 chilometri, ma mi sembrava di aver scalato lo Stelvio”. Per Agnini, 80 chili ed una scarsa propensione agli sport di fatica, quella bicicletta arrugginita, pesante come una lavatrice è l’alba di una nuova vita: “Prima di venire a Bolzano – racconta – non sapevo nulla di ciclismo. Anche la stima infinita per Marco Pantani, il più grande scalatore della storia, è nata dopo la scomparsa, ammirando le sue imprese su youtube. Ancora oggi, quando mi alleno sui rulli, mi metto davanti al Pc con i suoi filmati. Vederlo mi carica e mi dà nuovi stimoli per altre imprese”.

 

Intanto, un’impresa l’ha già centrata: la vittoria nel medio-fondo dell’InBici Top Challenge: “E’ un circuito fantastico – spiega – perché, oltre a riunire le granfondo più belle d’Italia, sei trattato con tutti i riguardi. In altri circuiti ti attaccano un pettorale nella schiena e finisce lì. Nel Top Challenge invece c’è un clima di grande familiarità e le esigenze dei ciclisti sono tenute sempre in grande considerazione”.

Un’esperienza dunque positiva, ma con un piccolo rimpianto: “La cancellazione della Gavia Mortirolo è stata un duro colpo – spiega Agnini – perché quella gara l’avevo preparata nei dettagli, facendo almeno 4 ricognizioni del percorso. Il meteo era proibitivo e l’annullamento inevitabile, ma quella mattina io, con pochi altri, ero lì con l’ombrello sulla linea di partenza nella speranza che qualcosa cambiasse”. Un rimpianto che Agnini spera di riscattare nel 2018 quando – più agguerrito che mai – sarà ancora al via dell’InBici Top Challenge: “Quella gara vorrei proprio correrla – dice – perché è il sogno proibito di ogni scalatore, ma ci tengo molto anche alla Via del Sale, che è valida come campionato italiano interforze e che ho già vinto due anni fa. Sono contento che abbiano inserito nel percorso una salita in più, perché mi sembrava un po’ troppo veloce. Allo stesso modo, sono molto attratto dalla Gran Fondo degli Squali, una gara giovane ma con un tracciato davvero intrigante. E poi c’è la Chaly Gaul, la gara di casa mia. Il Bondone lo faccio spesso e, ogni volta, è un’emozione. Se la classifica me lo consentirà, potrei provare anche il lungo per cercare di qualificarmi ai campionati del mondo di Varese. Sarebbe una bella soddisfazione”. Magari da dedicare a Giulio, il suo primogenito nato a metà ottobre: “Nessuna vittoria – dice – varrà come il suo sorriso”.

 

nella foto: 

Gianvito Agnini vincitore del percoso mediofondo classifica Finale  Inbici Top Challenge 2017

a cura della redazione iNBiCi magazine

 

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