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GIGLIO D’ORO

GIGLIO D’ORO



Premiati anche la rivelazione Moscon, Moser, i giovani Battistella e Dati, il Ds Franceschi – Il tricolore: “Punterò alle classiche, il pavé mi piace”

 

Calenzano (FI) Il Giglio D’Oro il più importante premio italiano istituito 43 anni fa da Saverio Carmagnini, e fra gli altri dai compianti Alfredo Martini, Gastone Nencini e Vasco Baroni, è stato vinto quest’anno da un velocista, il campione italiano Giacomo Nizzolo. Protagonista al Giro d’Italia, tricolore in linea, autore di un finale di stagione esemplare con Coppa Bernocchi e Giro del Piemonte, più il 5° posto al mondiale, che gli ha fatto vincere il premio ritirato ieri al Meridiana Country Hotel-Rist. Carmagnini del ‘500 a Pontenuovo di Calenzano (nella foto in alto tutti i premiati).

 

Sono felicissimo di aver vinto il Giglio D’Oro perché è un premio in base ai risultati conseguiti. Sono soddisfatto del 2016, per il futuro punterò alla classiche, anche a quelle del Nord, il pavé non mi spaventa. L’ultima stagione mi ha dato ulteriore carica e grinta e l’anno prossimo sarà davvero importante, per cui occorrerà prepararsi a puntino”.

Il premio Gino Bartali al C.T. azzurro Davide Cassani (lo ha ritirato il suo collega Marino Amadori), mentre l’ex olimpionico Yuri Chechi ha ritirato il premio speciale “Olimpiadi” ricordando come iniziò a 7 anni con il ciclismo nella Polisportiva Becagli di Poggio a Caiano, quando suo padre li regalò una bici su misura (nella foto sopra).

 

Per Francesco Moser quello riservato alle “Glorie del ciclismo” in memoria di Franco Ballerini, ed accanto a lui nel momento in cui ha ritirato il premio anche Giorgio Vannucci, per tanti anni direttore sportivo del campione trentino “che è stato – ha aggiunto Vannucci – un campionissimo e per me un figlio”.

 

Rivelazione della stagione Gianni Moscon (a lui il Memorial Gastone Nencini consegnato dalla figlia Elisabetta), che ha confermato classe e personalità al debutto nei professionisti. “Sono soddisfatto ho centrato il successo, sono finito sul podio finale della Coppi e Bartali, mi sono trovato bene anche nella Parigi-Roubaix e nel Giro delle Fiandre. Per il futuro dovrò scegliere tra classiche e gare a tappe, certo (sorride n.d.r.) mi piacerebbe vincere la “Rubè” ed il Tour”.

 

Premiati anche il veneto Samuele Battistella del Veloce Club Breganze, miglior juniores dell’anno, l’esordiente Tommaso Dati della San Miniato S. Croce, primo nel Memorial Tommaso Cavorso, Carlo Franceschi, premio alla carriera, per essere stato, atleta, direttore sportivo ed ora presidente della Mastromarco Sensi Nibali, oltre ad avere adottato Vincenzo Nibali, che ha fatto dono a Saverio Carmagnini per il suo “personale museo” di una bici e della maglia rosa.

 

Il premio destinato a Vincenzo Nibali quale vincitore del Giro d’Italia è stato ritirato dall’avv. Fausto Malucchi, mentre quello in memoria di Alfredo Martini (c’erano le figlie Silvia e Milvia) è stato ritirato per Maurizio Sarri da suo padre Amerigo. Ex ciclista, Amerigo ha ricordato la passione del figlio allenatore del Napoli per il ciclismo (gareggiò nell’Olimpia Valdarnese e vinse anche un gara prima di intraprendere l’attività di allenatore di calcio) e per Francesco Moser del quale era un tifoso sfegatato.

 

Tanti gli ospiti e le autorità presenti alla splendida cerimonia, tra gli altri l’ex iridato Maurizio Fondriest, Marco Giovannetti, il sen. Riccardo Nencini, il vice sindaco di Calenzano Damiano Felli, conclusa con i saluti di Saverio Carmagnini, felice di questo premio internazionale che ogni anno in autunno richiama tanti personaggi, perché questo è un premio da campioni per i campioni (nella foto sopra).

 

fonte federciclismo.it – Antonio Mannori  

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