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GIRO D’ITALIA 2015



Davide Formolo (Team Cannondale – Garmin) ha vinto la quarta tappa del Giro d’Italia 2015 con arrivo a La Spezia.

 

Il veneto classe ’92 è arrivato in solitario dopo l’attacco sulla salita di Biassa: dietro, in un gruppetto scremato dal percorso,  Simon Clarke (Orica GreenEDGE) sprinta su  Jonathan Alejandro Monsalve Pertsinidis (Southeast) e si veste di rosa.

 

Botte da orbi tra i big: l’Astana attacca e lascia soli Porte, Contador e Uran che perde 40 secondi dai suoi avversari per la generale.  Fabio Aru (Astana Pro Team) mostra i muscoli e attacca sulla salita finale.

 

Se ne vanno in 27 che guadagnano fino a 12 minuti. Ci sono oltre a Formolo, Visconti, Montaguti, Pellizotti, Zardini e Colbrelli, uomini da generale come  Johan Chaves, ma soprattutto  Roman Kreuziger (Tinkoff – Saxo).

 

Caos tattico nella Tinkoff-Saxo: davanti con un vantaggio abissale un uomo che è arrivato 5° al Tour de France, dietro la squadra che si finisce nell’inseguimento.

 

All’attacco del Passo del Termine, penultima asperità di giornata, l’Astana si mette davanti a tutta seminando il panico nel gruppo. La ex maglia rosa  Michael Matthews  (Orica GreenEDGE) si stacca subito e va alla deriva.

 

Davanti scatti e controscatti, ma alla fine rimangono in 15 a giocarsi la tappa. Al primo passaggio di La Spezia il gruppo è ormai sulle tracce dei fuggitivi, con soli 2 minuti di ritardo. Da segnalare il fatto che Porte, Contador – colpevolmente – e Uran siano soli e i kazaki presentino ancora 4 uomini in gruppo e 1 –  Dario Cataldo – tra i fuggitivi.

 

Si attacca la rampa finale di Biassa: poco prima attacca  Davide Formolo (Team Cannondale – Garmin) che fa un assolo pazzesco di 12 km. Dietro Visconti e Moinard provano a seguirlo, ma vanamente.

 

Nel gruppo dei big forcing di Tiralongo prima della stoccata di Aru che non sarà decisiva, ma lascia strascichi psicologici da non sottovalutare. A farne le spese Uran (40″) mentre Contador, Porte e  Jurgen Van Den Broeck dimostrano di esserci.

 

Formolo, vicecampione italiano, dimostra di essere una felicissima realtà e trova al Giro la consacrazione. E’ lui il rivale di Aru nei sogni italiani del futuro.

 

 

Fonte www.direttaciclismo.it

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