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GRANFONDO PAOLO BETTINI

GRANFONDO PAOLO BETTINI



Poco più di un mese fa, Pomarance è stata una delle sedi di arrivo dell’ultima edizione della Tirreno-Adriatico. Domenica 10 Aprile invece, ha ospitato circa 700 granfondisti che hanno preso il via per sfidarsi lungo i percorsi della Granfondo Paolo Bettini, che ormai da 18 anni è diventato appuntamento fisso in terra toscana. Viviamo grazie all’amico Michele tutte le emozioni vissute lungo questa giornata.

 

(Testo e di Michele Bazzani, foto di Michele Bazzani e Giulia Scardigli)

 

A Pomarance sono di casa. Ricordo ancora con affetto la prima edizione della granfondo che si corse qui nel 1998. Ero presente, assieme ad altri trecento ciclisti, incuriositi da questo fenomeno relativamente nuovo nella nostra regione. Da allora il ciclismo amatoriale si è notevolmente evoluto, cambiando profondamente e aprendosi, grazie anche alle granfondo, a una moltitudine di modi di vivere la bicicletta.

Dopo tanti anni la granfondo di Pomarance è sempre lì, così come sempre al suo posto è Stefano Gazzarri, ciclista come noi che, per un giorno all’anno, passa nel ruolo di organizzatore alla guida di un bel gruppo di volontari che fanno capo al Velo Etruria Pomarance. Da alcuni anni questa manifestazione lega il proprio nome a Paolo Bettini, illustre testimonial sempre presente in questo angolo di Toscana, che è stato teatro dei suoi allenamenti nel corso della sua carriera. Grazie a Bettini e alla passione degli amici di Pomarance, un mese fa qui era stato ospitato l’arrivo della seconda tappa della Tirreno-Adriatico, importante corsa professionistica con tanti big presenti. Quindi, a noi toccherà solcare le strade già percorse dai ciclisti veri: ne saremo all’altezza? Io sono fiducioso …

 

Arrivo a Pomarance la mattina della domenica. La breve distanza da casa mi permette di fare la gara in giornata. Un po’ mi manca l’atmosfera della vigilia, ma una volta tanto possiamo risparmiarci una trasferta. I miei compagni di squadra sono già lì e hanno parcheggiato l’attrezzatissimo furgone vicino alle docce, per ottimizzare tempi e spostamenti nel dopo gara. Con noi ci sono anche Marco e Lorena, una coppia abruzzese, amici da tempo, che hanno colto l’occasione della granfondo per venire in Toscana. Si ride e si scherza, l’umore è alto, anche perché la mattinata per quanto fresca si presenta bella e soleggiata. Purtroppo al momento dell’ingresso in griglia delle nuvole dispettose oscurano il sole e i suoi tiepidi raggi.

 

 

 

Arrivo sul viale di partenza quando manca quasi un’ora al momento del via, e già trovo le griglie piene di ciclisti che cercano di prendere i posti migliori nello schieramento. Un brivido di freddo mi scuote, devo muovermi. Colgo l’occasione per salutare gli amici del TBR Certaldo, con cui condivido gli allenamenti invernali, giunti qua al gran completo e tutti compatti, nelle loro eleganti divise rosso fuoco. L’atmosfera è molto familiare, praticamente qui conosco tutti, tanti ciclisti che da più di venti anni incrocio alle gare. Trascorro gli ultimi minuti di attesa chiacchierando con Marco Ponticelli e Giacomo Sansoni, ciclisti fortissimi che lamentano qualche problemino di salute, anche se so già che come daranno il via li vedrò sparire dietro la prima curva. Poi arriva anche Paolo Bettini, assieme al compagno di mille avventure Luca Paolini, ed è tutto pronto per la partenza.

 

Solo il primo chilometro è ad andatura controllata, poi il gruppone dei settecento partecipanti si lancia a folle andatura nel tratto in leggera discesa che porta sotto la salita di Montecerboli. Molti cercano di recuperare posizioni, mi sento poco sicuro e cerco di prendere spazio, anche se che questo mi porterà ad arretrare. Un tamponamento con tanto di danneggiamento di ruota comporterà per Luca la fine anticipata della festa (e tante imprecazioni). La salita di Montecerboli è molto pedalabile, ma la difficoltà viene dal ritmo imposto là davanti. Ci metto un po’ a trovare il mio, poi il fiato si rompe e la pedalata si distende. Anche la mia gara può cominciare. Nel frattempo il sole ha vinto la sua battaglia: fa caldo e mi devo spogliare di ogni indumento inutile. Nemmeno il tempo di tirare il fiato in discesa e subito siamo a faticare nell’attraversamento in salita del paese di Larderello. In cima usciamo in mezzo ai famosi soffioni geotermici che caratterizzano questa zona, ma l’attenzione è tutta sui cardiofrequenzimetri che puntano verso l’alto e soprattutto sulla necessità di tenere o conquistare gruppi buoni per il prosieguo della gara. Ci aspetta infatti un lungo tratto di dolci saliscendi in quota, seguiti da una discesa pedalabile dove la compagnia è gradita per fare velocità senza troppa fatica. In realtà non è ancora tempo di tirare il fiato, siamo tutti a vista e, come spesso capita, ci si rincorre per “rientrare su quelli davanti”. Attraversiamo Canneto in discesa, dove ci ricompattiamo in tanti. Bene penso, mentre approfitto del lungo tratto di pianura per alimentarmi e recuperare. La corsa è però appena iniziata. La scalata verso le Miniere di Montecatini Val di Cecina è lunga e dolce, ma miete vittime. Finalmente riesco a sentire buone sensazioni che avevo perso da più di un mese. Purtroppo nella successiva pericolosa discesa mi arrendo ai miei limiti e perdo il numeroso gruppo fin lì tenuto con i denti. La velocità scende, l’adrenalina anche, mentre ci si avvicina a uno dei momenti clou del percorso: il muro del “Cerretenberg”. In realtà quei 300 metri al 18% sono solo l’antipasto per una lunga salita che, con pendenze meno arcigne, ci riporterà a Pomarance, dove finiranno le fatiche di chi ha scelto il percorso medio.

 

 

Nel frattempo sono rimasto con Claudia Bertoncini, intenzionata a fare il lungo. La sua determinazione mi infonde nuove motivazioni, mentre le passo la mia borraccia d’acqua. Ritrovo vigore. Cominciamo a riprendere i ciclisti che avevo perso qualche chilometro prima, tra cui il compagno di squadra Massimo, che mi accoglie con un sorriso. L’anello del lungo è duro e massacrante, un susseguirsi di discese e salite senza tregua che selezionano il nostro gruppo dove rimaniamo sempre in meno. Facciamo sempre più fatica a vederci come avversari e cerchiamo di rimanere compatti per superare insieme le ultime difficoltà. Io metto a disposizione la conoscenza del percorso, mentre Giacomo mi porge una borraccia di cui dispone in abbondanza, grazie all’organizzazione del suo team, la quale mi permetterà di superare l’accenno di crampi che rischiava di esplodere: sorrido al pensiero di quello che hai dato prima (un sorso d’acqua) ti torna indietro con gli interessi. In quel momento Federico Pozzetto taglia vincitore il traguardo del lungo, battendo in volata l’onnipresente Fabio Cini, doppiando la vittoria di domenica a La Spezia e accreditandosi come uno dei granfondisti rivelazione dell’anno. Per noi invece c’è da faticare ancora un po’, per fortuna sto ancora bene e mi incarico di tirare gli ultimi chilometri, così che all’arrivo i miei compagni di viaggio mi lasciano passare per primo senza fare lo sprint. Non che contasse qualcosa, ma questi gesti di sportività fanno sempre piacere. Sono accolto dall’incitamento dei compagni Stefano e Devis, a loro volta autori di una bella prestazione sul percorso medio, e assieme agli altri amici andiamo a prepararci per il dopo gara, non prima di aver apprezzato il consueto ricco ristoro all’arrivo, organizzato da un gruppo di simpatici e disponibili volontari.

 

 

Anche il pasta party è una chicca di questa manifestazione, con ricche portate, a base di pasta al sugo di cinghiale e arista con fagioli, che ne fanno un vero e proprio pranzo. E’ realmente il contesto ideale per ritrovarsi tutti al tavolo che si allunga sempre più mano a mano che arrivano amici, vecchi e nuovi, con cui abbiamo passato una bella giornata di sport. Il sole adesso risplende imperioso nel cielo e accende le cinquanta sfumature di verde del paesaggio delle colline metallifere, rendendo davvero difficile andarsene e tornare verso casa.

Lo faremo con fatica, portando con noi la promessa di non mancare alla ventesima edizione, quella del prossimo anno.

 

fonte granfondonews.it

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