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GRANFONDO VIA DEL SALE. I TESORI DEL TERRITORIO, LA SALINA CAMILLONE DI CERVIA


Tra le suggestioni del passato e le rievocazioni del presente, viaggio nell’antica tradizione del salinaro

A Cervia le tradizioni e la memoria storica non si vogliono perdere. A fianco del fortunato e produttivo Parco Salina di Cervia, esiste una piccola oasi antica dove un gruppo di volontari portano avanti il mestiere del salinaro, dando allo spettatore la sensazione di tornare indietro nel tempo: la Salina Camillone. Attrezzi antichi accatastati, stuoie per coprire il sale e stretti corridoi scivolosi che dividono i bacini saliferi, vengono ancora oggi fedelmente mantenuti per raccontare ai visitatori come si produceva il sale nei tempi andati. Ma non solo, il sale prodotto e raccolto viene portato dalla burchiella in occasione della Rimessa del Sale.

E, come accade per la pesca, anche nelle saline si continua a lavorare come si faceva una volta. E lo fanno i salinari del Gruppo Culturale Civiltà Salinara che conducono la Salina Camillone; un museo a cielo aperto nel quale è possibile essere “salinaro per un giorno”.

Il gruppo conta 470 soci, 30 dei quali operativi in salina. Prima del sistema industriale il sale veniva raccolto da giugno a fine agosto ogni cinque giorni. Era un lavoro molto stancante, ma era un orgoglio essere un salinaro. La Camillone utilizza l’antico sistema a raccolta multipla – è l’unica salina rimasta in Italia. Questo sale, inoltre, non viene lavorato. Viene solo messo ad asciugare al sole. La Camillone è la sola salina che rimane delle 149 che fino al 1959 formavano lo stabilimento salifero cervese, prima che si cominciasse con la raccolta unica industriale.

Il sale era considerato “l’oro bianco”, perché possedeva doti che – nei secoli passati – lo rendevano indispensabile nella vita di tutti i giorni.

Il sale che veniva raccolto era accatastato in mucchi e un salinaro si occupava di batterlo per creare un mucchio ben disposto. In questo modo, anche se pioveva, il sale non si scioglieva perché era protetto da una crosta esterna che si formava naturalmente.

La tradizione viene mantenuta viva ancora oggi, e questo piccolo scrigno è un prezioso regalo delle città di Cervia e dei salinari ai visitatori.

a cura di Ilaria Bedeschi

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