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IL CH ECK UP DEL CICLISTA



Analisi della frequenza cardiaca costante, rilevazione del consumo di ossigeno e soglia anaerobica: la “prestazione perfetta” parte in primis da questi parametri

 

La preparazione sportiva quando vuole essere razionale e scientifica non può non tenere conto di un aspetto fondamentale, quale la valutazione funzionale dell’atleta allo scopo di ottimizzare l’impegno svolto sulla bici in termini prestativi, nonché per trarre il massimo beneficio fisico dalla pratica realizzata in termini di benessere.

Una valutazione funzionale necessita di un sistema riproduttivo della pedalata, di una analisi della frequenza cardiaca costante, della rilevazione del consumo di ossigeno e della soglia anaerobica.

Per far questo i principali test utilizzati per la valutazione del ciclista sono quelli che vanno a valutare le caratteristiche fisiologiche maggiormente coinvolte nel definirne il profilo funzionale.

 

Tra questi ricordiamo

Test della soglia anaerobica (SA)è fondamentale per individuare la frequenza cardiaca alla soglia e i Watt di potenza sviluppati alla soglia. Questo test è particolarmente utile per seguire nel tempo gli effetti dell’allenamento di un atleta confrontato con se stesso. Sulla base della definizione di massimo lattato allo stato stazionario (MLSS) la SA può essere valutata tramite la metodologia diretta di tipo rettangolare che però richiede più prove di lunga durata (almeno 30 minuti) diverse tra loro per quanto riguarda il carico di lavoro, ciascuna a intensità costante (Faina et al, 1988). Durante ogni prova sono necessari più rilievi della lattatemia (ogni 5-10 min) per verificare l’eventuale aumento, in modo da trovare, procedendo per tentativi, quale sia l’intensità del carico più elevata che può essere mantenuta senza accumulo di lattato nel sangue (Soglia Anaerobica Reale SAR,). Essendo una metodica troppo lunga e poco pratica, la SA viene di solito valutata utilizzando metodiche indirette, attraverso test incrementali, ossia metodiche che analizzano il transient, cioè le variazioni dell’andamento di alcuni parametri (per esempio quello lattatemico, ventilatorio, cardiaco, ecc.) durante il passaggio dal solo metabolismo aerobico a quello misto aerobico-anaerobico. Fino al 1976 quando Mader suggerì  di considerare come intensità di SA  il carico di lavoro corrispondente al valore di 4 mM di lattato ematico, l’unico metodo utilizzato era stato il rilievo della variazione dell’andamento della Ventilazione (VE) relativamente a quello del VO2 (Wasserman et al 1973);  la VE ha infatti, durante una prova a carichi crescenti, una relazione lineare con il VO2 fino ad un determinato carico oltre il quale (Ventilation Breaking Point) essa aumenta più di quanto non aumenti il VO2 diventando sproporzionata rispetto alle richieste organiche di ossigeno. Tale punto può essere considerato la SA del soggetto.

 

 

 

Un altro metodo per la determinazione della SA è il metodo Conconi, un test da campo che mette in relazione la frequenza cardiaca con il carico lavorativo e indica, nel punto in cui generalmente si perde la relazione lineare tra questi due parametri, la frequenza cardiaca e l’intensità della SA. Questo avverrebbe poiché, a causa, o in coincidenza, della produzione di ATP l’intensità lavorativa aumenterebbe più della FC, facendo anche registrare un aumento brusco del polso di ossigeno (V’O2/FC). Il metodo proposto da Mader (Mader et al., 1976) si basa sulla determinazione della curva lattatemica durante alcune prove  (3-4) a carichi crescenti, ciascuno della durata di 5-6 min, con una pausa tra ciascun carico e il successivo sufficiente a effettuare il prelievo di sangue.  Lo scopo è quello di evidenziare il passaggio della curva lattatemica attraverso il valore di 4mM. Questo valore secondo l’autore rappresenta il punto di SA.

 

 

Test del massimo consumo di ossigeno (VO2 max) per calcolare la “cilindrata” del motore aerobico dell’atleta.

Si tratta fondamentalmente di un test incrementale massimale al cicloergometro con incrementi del carico di lavoro di intensità e durata variabile fino al raggiungimento del massimo carico tollerabile o del VO2max. Il VO2max (o massimo consumo di ossigeno) è il parametro di valutazione funzionale che, meglio di tutti gli altri, rende l’idea delle potenzialità prestative di un ciclista. Da un test di valutazione del VO2max si può individuare un potenziale campione dal resto della popolazione  ciclistica. Possiamo definirlo come la “quantità massima di ossigeno che un individuo può utilizzare per fini energetici nell’arco di un minuto”. L’ossigeno respirato dai polmoni si riversa nel sangue e, attraverso arterie e capillari, va a fornire energia ai mitocondri, le componenti della cellula specializzate nella resintesi dell’ATP di derivazione aerobica. Quindi, più ossigeno arriva ai muscoli, maggiore sarà la capacità di prestazioni. Il valore del VO2max è allenabile ed è strettamente legato alle caratteristiche genetiche dell’individuo. Dai test effettuati in fisiologia dello sport è stato constatato che i miglioramenti che si possono ottenere sono molto variabili e variano da individuo ad individuo. Applicando lo stesso protocollo di allenamento, si sono registrati miglioramenti variabili addirittura tra il 5 e il 50%. Inoltre è stato dimostrato che l’efficacia dell’allenamento sul VO2max è riscontrabile nelle prime 8-12 settimane di allenamento, dopodiché i carichi di lavoro non portano più benefici apprezzabili. L’individuo più dotato geneticamente raggiungerà valori di 75-85 ml/min/kg mentre il cicloamatore di medio livello si attesterà su valori di circa 55-65 ml/min/kg.

 

Test Anaerobici: tra i test anaerobici il WINGATE, è sicuramente, il più diffuso. Proposto nel 1974 da Ayalon et al. il test consiste nell’effettuare una prova al cicloergometro ad attrito frazionale della durata di 30 secondi; il soggetto è invitato a pedalare alla massima velocità possibile contro una resistenza costante che di norma è relativa al peso corporeo. Alla fine del test vengono misurati 3 parametri: il picco di potenza, che rappresenta la più alta potenza sviluppata (tale picco si raggiunge normalmente entro i primi 5 secondi); la potenza media, definita come valore di potenza media sviluppata durante i 30 secondi; il decremento di potenza , dal suo livello massimo al suo livello minimo.

 

 

 

 

A cura di Roberto Sgalla

 

 

Dott.ssa Maria Rosaria Squeo, Dott.ssa Eliana Tranchita

scuola di specializzazione in medicina dello Sport

Sapienza Università di Roma

 

 

Bibliografia

Dal Monte A., Faina M; Valutazione dell’atleta, Analisi funzionale e biomeccanica della capacità di prestazione. Scienza dello Sport. UTET  (2000)

Carbonieri S www.Ciclismopassione.com. La valutazione funzionale che cos’ è e perché è utile (2014)

Faina M., Sardella F., Marini C.: La soglia anaerobica, Progressi in medicina dello sport, Aulo Gaggi, Bologna, 37:7, 1988

 

 

 

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