Ventitre anni dopo la sua dolorosa scomparsa il mondo del pedale non dimentica il grande Domenico “Bibi” Pazzaglia che gli appassionati di ciclismo degli anni ’80/90 ricordano come il patron della S.C. Audax Piobbico, gloriosa formazione marchigiana che, ormai 30 anni fa, si distinse non soltanto per i grandi risultati.
Il leggendario “Bibi”, infatti, fu uno dei primi team manager a preoccuparsi anche dell’immagine e alle sue presentazioni c’erano sempre testimonial di prestigio come Luciano Pezzi, Gianni Motta e Michele Gismondi, l’ultimo gregario di Fausto Coppi e Gino Bartali.
La “sua” Piobbico, lo scorso 5 gennaio, l’ha ricordato con un evento commemorativo che si è svolto al ristorante Montenerone. Qui, uniti dal sacro vincolo del ricordo, si sono dati appuntamento tanti ex corridori di quel mitico sodalizio che – oltre al Direttore Generale di InBici Maurizio Rocchi – che nel 1990 faceva parte di quella formazione assieme ad altri corridori del calibro di Vincenzo Speca, Davide Carli e Daniele Cignali ma che negli anni successivi, ebbe anche tra le sue fila il romagnolo Stefano Arlotti ed il conterraneo Francesco Sancisi.
Molti tra ex atleti, appassionati e famigliari di Domenico Pazzaglia si sono ritrovati due sabati fa e, tra aneddoti e fotografie, è andata in scena una bellissima serata in cui tutti gli ospiti, con grande entusiasmo ed un pizzico di commozione, hanno portato il loro ricordo del mitico “Bibi”.
L’Audax Piobbico era nata nel 1970 tesserando soprattutto ciclisti dell’entroterra. L’epoca d’oro però iniziò nel 1989 quando Domenico Pazzaglia decise di allestire una compagine di alto spessore tecnico nella categoria dei dilettanti. Per il ciclismo dell’entroterra fu una svolta storica. La squadra inanellò una sequela impressionante di successi, diventando uno dei team più vincenti della categoria. Da ricordare, in particolare, la vittoria corale della squadra al Giro dell’Umbria 1993 con Cignali, già in evidenza il mese prima al giro d’Italia con il tappone conquistato davanti ad importanti campioni. Ma negli anni a venire, l’Audax si mantenne ad altissimi livelli fino alla scomparsa di “Bibi” che segnò anche il tramonto di un meraviglioso ed indimenticabile miracolo sportivo.