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Il mondiale di MTB

Il mondiale di MTB



Le affermazioni dei bikers italiani sono figlie di una preparazione atletica puntigliosa, ma anche di scelte difficili. Che però stanno dando i loro frutti

 

Non c’è dubbio che il merito di un’affermazione mondiale vada ascritto per buona parte all’atleta che ha fatto sacrifici e ha dato il massimo nel giorno cruciale della stagione, ma è altrettanto vero che, se alle spalle di un atleta non ci sono uno staff all’altezza e una struttura che appoggia chi insegue questo obiettivo, il risultato è tutt’altro che garantito.

 

Con questo articolo non entreremo nel merito di come si siano preparati i nostri atleti in vista dei mondiali in sud Africa di mtb, ma vogliamo focalizzare l’attenzione del lettore su chi, nel cosidetto “dietro le quinte”, sta lavorando affinché il settore che attualmente è più in crescita, cioè l’MTB, ottenga sempre più lo spazio che merita.

 

Se le acrobazie di Marco Aurelio Fontana e degli altri azzurrianche se a stento, stanno un po’ alla volta entrando nelle case degli italiani, grazie ai media, il resto lo sta improntando la Federazione Ciclistica Italiana con importanti scelte che, benché attualmente solo sulla carta, vanno nella direzione di un vigoroso sviluppo dell’intero settore.

Da quanto emerge, per ora ufficiosamente, dal Consiglio Federale e dalle dichiarazioni di chi gestisce il settore fuori strada, sembra che in futuro sarà obbligatorio un maestro di mtb nelle società ciclistiche giovanili, anche se l’attività svolta è prettamente su strada.

 

Spesso la non conoscenza e la “paura” di intraprendere nuove strade, paralizza le società nello sviluppare nuove attività. Ecco allora che la formazione di figure sempre più preparate e dedite a questi argomenti, servono a diradare anche le ultime perplessità a chi da sempre ha operato in un solo settore. Le scuole di ciclismo e di mtb, i centri per la BMX, la forte richiesta di gravity da parte dei giovani, sono segnali che non possono essere più trascurati.

 

Ecco perché la Federazione Ciclistica Italiana punta alla multidisciplinarietà, specie tra le nuove generazioni.

 

Sentiamo cos’ha da dire, a riguardo, la Vice Presidente della FCI e responsabile del Centro Studi Daniela Isetti: “Innanzitutto ci complimentiamo con gli atleti e tutto lo staff nazionale per i risultati nei recenti campionati del mondo. Siamo certi che i risultati siano frutto di un grande lavoro e di lungimiranza della struttura nazionale, con l’importante attività svolta in campo giovanile e di ricerca del talento. Siamo altrettanto consapevoli dell’importanza del ruolo dei tecnici di base e della loro formazione: un comparto che, in questi anni, ha visto un incremento esponenziale in termini di contenuti e momenti di confronto. Le strutture tecniche si stanno da tempo confrontando sulla multidisciplinarietà, sulla ricerca delle potenzialità e lo sviluppo dei talenti, passando attraverso una progettualità che verrà messa in campo concretamente, coinvolgendo la base e mettendo in contatto i tecnici regionali con quelli nazionali”.

 

Altra importante notizia è che nel 2014, a quanto si legge, dovrebbe nascere la nuova figura di “organizzatore qualificato per gare mtb” che seguirà dei corsi dedicati.

 

Una soddisfazione anche per iNBiCi Magazine, che ha sottolineato da tempo questa carenza tramite articoli ad hoc, che miravano proprio alla soluzione del problema.

 

Sulla carta, insomma, le intenzioni ci sono, ora attendiamo i fatti.

 

nelle foto i ragazzi della nazionale hai mondiali e la Vice Presidente della FCI Daniela Isetti

 

fonte  Gianluca Barbieri Copyright © INBICI Magazine

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