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IL PUNTO DI VISTA



Dopo una stagione intensa, il nostro fisico ha bisogno di un break. Che tu sia un professionista o un ciclista della domenica, non dimenticare mai l’importanza vitale del riposo

 

Quando ci si addentra nel cuore dell’autunno o, peggio ancora, si entra nell’inverno, la nostra mente ed il nostro fisico ci richiedono di riposare, esattamente come fanno gli animali quando vanno in letargo.

Non abbiamo più voglia di uscire in bicicletta perché fa freddo, cerchiamo goffamente di frequentare una palestra o una piscina ma, al primo spiraglio di sole, riprendiamo la bicicletta e torniamo a pedalare come forsennati, manco fosse già primavera.

Poi alla prima perturbazione ripiombiamo in depressione, abbozziamo un po’ di corsa a piedi, magari un’altra misera seduta in palestra ma, appena si può, via di nuovo in bicicletta.

Leggiamo poi, che i corridori (quelli professionisti) sono tutti in ritiro a pedalare, chi in Costa Blanca, chi alle Canarie, Tenerife, in Australia, ovunque splenda il sole, ed allora a quel punto non resistiamo più ed iniziamo la nostra “preparazione” a dicembre, in alcuni casi disperati addirittura a fine novembre.

Complici di tutto questo, le nuove generazioni di indumenti tecnici. Non è più impossibile, infatti, pedalare anche con temperature molto rigide. 

Tutto questo però deve valere per i corridori professionisti o gli Under23, ovvero quelle categorie di atleti per i quali pedalare non è solo un diletto, ma un vero e proprio lavoro.

Dal mio punto di vista, per noi semplici appassionati, e per gli amatori più “Racing”, ritengo sia indispensabile per il nostro fisico, ma soprattutto per la nostra mente, un periodo di riposo assoluto per rigenerarci.

Anche i professionisti, se prendiamo loro come esempio, archiviata la stagione agonistica e dopo un adeguato periodo di leggero scarico, passano 15 anche 20 giorni in totale relax.

A detta di tutti i più grandi preparatori contemporanei, due o tre settimane sono indispensabili per “ricaricare le batterie” anche per i grandi campioni che, così facendo, possono (ri)iniziare ad allenarsi con le dovute motivazioni, gettando le basi per la stagione futura, con le energie mentali necessarie per affrontare tutti i sacrifici che questa difficile e splendida professione richiede. 

Questo è quello che fanno i grandi campioni, ragazzi tra i 20 ed i 35 anni, che si allenano quattro ore al giorno come minimo e che hanno una cilindrata decisamente superiore alla media di qualsiasi praticante.

Se un periodo di riposo assoluto è fondamentale per loro, riusciamo ad immaginare come possa farne a meno un quarantacinquenne con un lavoro ed una famiglia, che percorre 15.000 km all’anno nei ritagli di tempo?

Ricordo che per compiere quel chilometraggio occorrono almeno 600 ore di bicicletta.

Alla luce di questo ragionamento il mio personalissimo e modesto consiglio è: conclusi gli impegni agonistici o raggiunti gli obiettivi prefissati, effettuate un periodo di scarico progressivo che vi porterà lentamente a diminuire lunghezza, intensità e frequenza delle vostre uscite nell’arco di due / quattro settimane. Questo vi permetterà un recupero attivo e soprattutto di adeguare il vostro nuovo regime alimentare al diminuente fabbisogno calorico giornaliero. A quel punto sarete pronti per un periodo di riposo vero e proprio.

Naturalmente non sono vietati gli hobby – tipo nuoto, camminate, palestra, caccia, sci eccetera – anzi, è un modo gradevole per continuare a muoverci senza spremere energie e rilassarci mentalmente.

 A quel punto potrete riprendere la bicicletta, con una gran voglia di pedalare, anche quando il tempo non sarà così bello e, dopo due o tre settimane di pedalate blande, potrete iniziare a prepararvi sul serio.

A quel punto, ognuno di noi avrà i suoi obiettivi: chi La Maratona delle Dolomiti, chi la Nove Colli, altri il percorso medio de La Via del Sale, altri ancora rimanere nel gruppetto degli amici, nell’uscita della domenica mattina.

Ricordatevi che arriverà anche luglio, il mese forse più caldo dell’estate, e con le alte temperature vi sembrerà impossibile gareggiare o semplicemente uscire in bicicletta.

Non è assolutamente così. I corridori, professionisti in quel mese corrono il Tour de France, quindi nulla è impossibile. E’ bene semmai recuperare le fatiche durante l’inverno e programmare bene i propri obiettivi. 

 

A cura di GIAN LUCA GIARDINI Copyright © INBICI MAGAZINE

Credit foto  ph-U.DaPozzo

 

Carnia Zoncolan ph-U.DaPozzo
     
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