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INBICI IN MISSIONE ALLA PRUDENTIAL RIDE LONDON

INBICI IN MISSIONE ALLA PRUDENTIAL RIDE LONDON



Allargare gli orizzonti è una prerogativa di chi vuol crescere. Visitare posti nuovi, vivere nuove esperienze, studiare cosa combinano gli altri paesi significa stare al passo coi tempi.

 

Noi l’abbiamo fatto per voi e siamo andati a vedere come i nostri amici British vivono il cicloturismo. Tutto questo nasce da una amara considerazione: se prima era l’Italia il Paese dove si poteva imparare il ciclismo (questo ahimè, vale anche per il calcio e molto altro ancora) ora sembrano diventati i paesi anglofoni i primi della classe. Ma non parliamo solo di ciclismo professionistico dove la fanno da padrone Team di madre lingua inglese come gli Sky, i BMC o gli Orica. Parliamo di cicloturismo. Sì, avete sentito bene. Noi abbiamo inventato il sistema delle granfondo e delle vacanze attive sui pedali grazie a fenomeni più o meno improvvisati come la Nove Colli o la Maratona delle Dolomiti, mentre altri stanno copiando e facendo meglio. Tra questi gli Inglesi, popolo che ha “scoperto” il mezzo a pedali tardi ma che ha corso più che mai negli ultimi dieci anni.

Dio solo sa quanto mi costi a dire cose del genere, ma purtroppo la cultura Nord Europea è a misura di ciclismo mentre la nostra è ancorata ai ricordi del passato. Strade lisce come bigliardi, ciclabili degne di questo nome, negozi specializzati super trendy. Paesi dove fare ciclismo non è solo salutare, ma anche “cool”. Insomma dobbiamo rimboccarci le maniche e vedere cosa si può fare per colmare il distacco, fissandoci nella testa la celebre frase detta ad ogni fermata della famosa metropolitana londinese “mind the gap” e tenerla bene in mente.

Fatta questa premessa eccoci a raccontare questa bella avventura nel Regno della Regina Elisabetta.

La Prudential Ride London – Surrey, alla sua terza edizione, conta già 25mila partecipanti. Partenza da Strattford, di fianco al velodromo costruito per le Olimpiadi del 2012 e arrivo a The Mall, davanti a Buckingham Palace. Un viale enorme delimitato dalle gigantesche bandiere “Union Jack”. Impressive!

 

 

Prudential Ride London – 2015

 

 

I chilometri sono 160, il dislivello poco più di 1300 metri, ma la cosa che è “impressive” sono la strade completamente chiuse al traffico. Immaginate Londra con le strade chiuse per 24 ore di fila? No? Prima neanche io.

Asfalto degno di un circuito di Formula 1, punti di ristoro ben visibili con corner per gli inconvenienti meccanici (l’ho testato personalmente dopo la terza foratura, sigh!), gentilezza e disponibilità. Ho dovuto cambiare anche il copertone posteriore, mi hanno chiesto solo 5 sterline, ma non avendo il cambio di 50 me l’hanno regalato. Impressive!

All’arrivo, come già detto, l’emozione di vedere subito dopo il traguardo il palazzo dei Reali; una medaglia al collo degno di un finisher all’Iron Man, una sportina con qualcosa da mettere sotto i denti e via liberi come il vento lungo le strade di Londra.

Se proprio dobbiamo cercare il pelo nell’uovo, segnaliamo la mancanza di un pasta party finale.

Insomma una manifestazione da fare, soprattutto se abbinate una bella vacanza nella città più cosmopolita del mondo.

 

 

Un’ immagine della gara con le Brompton, la bike pieghevole

 

Per essere onesti noi abbiamo anche ricevuto un trattamento particolarmente accogliente grazie alla London&Partners, l’azienda pubblica/privata di promozione turistica, che aveva organizzato una due giorni “full” di impegni super organizzati pro media. Con tanto di ospitalità nel centro città nella catena alberghiera Radisson Blue Hotel. Insomma niente da dire.

Anche a livello di cornice devo dire che hanno dato il meglio di sé: sul traguardo diversi maxishermi, una tribuna da Stadio e un camion Hospitality a tre piani con catering incorporato.

Tutto questo solo per la granfondo della domenica mattina? Ma no! Il sabato c’era la corsa delle donne Elite, preceduta dalla simpaticissima prova che assegnava la medaglia iridata per coloro che partecipavano con le biciclette Brompton, la speciale bike pieghevole esportate in tutto il mondo inventata nel 1975.  La domenica mattina la prova per cicloturisti, come detto, e nel pomeriggio la corsa per i professionisti sullo stesso percorso degli amatori con solo 20 km in più. Insomma una due giorni piena per gli amanti del ciclismo.

Tornando ai partecipanti della Granfondo desidero aggiungere un altro paio di cose che mi hanno colpito: la prima la strana quasi assenza degli stranieri, la seconda che la maggioranza dei partecipanti erano ciclisti, come li chiamiamo noi, della domenica. Nel senso che in Italia quelli con i peli nelle gambe che non cavalcano una specialissima da molte migliaia di euro sono normalmente quelli che vanno “pianino” mentre i “fighetti” quelli con tutto al Top, sono quelli che la fanno da padrone. Ecco, non fatevi ingannare, perché loro badano meno all’apparenza ma sanno spingere forte sui pedali. Mi sa che abbiamo qualcosa da imparare!

 

 

Un passaggio della gara dei professionisti

 

Ryanair e il trasporto di Biciclette.

Tutto perfetto, tutto bello? Non proprio tutto ma non è imputabile all’organizzazione dell’evento o alla città di Londra. E il problema è proprio la poca praticità con il mezzo delle due ruote e il loro trasporto. Noi personalmente viaggiavamo con due porta biciclette un po’ inusuali, questo è vero, ma comunque nulla di fantascientifico. Il metal detector per i bagagli oversize a Stansted è un po’ strettino e quindi è scattato il controllo a mano con conseguente inghippo. Il personale pasticcione non riusciva prima ad aprire i nostri box e poi a richiuderli. Noi dovevamo essere testimoni ma non potevamo intervenire. Al ché, dopo i nostri ripetuti solleciti hanno capito che ci stavano facendo perdere il volo. Cosa che il solo aiuto del “fast track” scritto a penna sulla nostra carta di imbarco, non ha evitato.

Ma oltre il danno, la beffa. Non solo ci hanno rotto un portabiciclette dal valore di circa 700 euro, ma ci siamo dovuti ripagare il volo per il giorno dopo e il soggiorno all’hotel.

Sui trasporti gli inglesi devono ancora lavorarci. Noi nel frattempo ci siamo goduti una giornata di shopping in più a Oxford Street. Non tutti i mali vengono per nuocere!

  

Fonte  ANDREA AGOSTINI Copyright © INBICI MAGAZINE

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