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INBICI TOP CHALLENGE – LE CITTÀ DEL CIRCUITO 2019: GRANFONDO INTERNAZIONALE GAVIA E MORTIROLO, I SANTUARI DEGLI SCALATORI


La Granfondo Internazionale Gavia e Mortirolo è la corsa consacrata agli amanti delle montagne. Ecco quando e perché è nata la leggenda.

La gara più dura, la più affascinante, la più difficile. E’ la Granfondo Internazionale Gavia e Mortirolo, ottava tappa dell’InBici Top Challenge, la corsa consacrata agli amanti delle montagne, a chi si esalta in salita e non soffre mai di vertigini.

Organizzata mirabilmente dal Gs Alpi, l’evento celebra le salite dove si sono scritte pagine storiche del Giro d’Italia: il Passo Gavia, situato a oltre 2600 metri; il Mortirolo, una delle ascese più dure d’Europa; il Passo Santa Cristina, ultima difficoltà prima del traguardo finale di Aprica. Su queste strade si sono sfidati i tantissimi corridori che hanno deciso di prendere parte alla Granfondo Internazionale Gavia e Mortirolo.

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Teatro di grandi sfide e duelli ciclistici negli ultimi 30 anni, l’ascesa al Mortirolo è ricordata anche come la “Salita del Pirata”, ovvero la salita di Marco Pantani, tra i più grandi grimpeur italiani e simbolo indimenticato di un’intera generazione di ciclisti.
Proprio sui ripidi pendii di questa montagna, nel Giro d’Italia del 1994, il campione romagnolo iniziò la sua leggenda, quando da semi sconosciuto mise in scena una delle sue leggendarie fughe in solitaria, vincendo la tappa. In realtà, da quest’anno, il Mortirolo è stato intitolato alla memoria del compianto Michele Scarponi. Questa salita, nota in tutto il mondo e rispettata da ogni ciclista, nel 2010 è stata infatti per Michele il trampolino di lancio della sua ultima vittoria al Giro d’Italia, all’Aprica, davanti a Ivan Basso e Vincenzo Nibali.

Il Giro ha affrontato il gigante lombardo per 12 volte. È recente, ma ha già scritto la storia. La prima scalata il 3 giugno 1990, da Monno, con un venezuelano, Leonardo Sierra, primo in cima e all’Aprica.

Dal 1991 si sale da Mazzo e la parete verticale vede l’assolo superbo di Chioccioli in maglia rosa. Poi il giorno che ha cambiato per sempre il ciclismo: 5 giugno 1994, Marco Pantani si è rivelato 24 ore prima vincendo sul traguardo di Merano. Sul Mortirolo stacca la maglia rosa Berzin, arriva da solo in cima, viene raggiunto da Indurain in discesa e poi saluta il Navarro sul Santa Cristina: è l’alba del Pirata. Ivan Gotti passò per due volte primo sulla cima del Mortirolo, nel 1996 e nel 1999, facendo segnare anche il record di scalata (42’40” nel 1996). Ivan Basso si lanciò sull’ascensore terribile nel 2006 e nel 2010, in entrambi i casi centrando anche tappa e Giro. Nel 2010, proprio il traguardo dell’Aprica, gli consentì di togliere la maglia rosa ad Arroyo. Il Mortirolo ha visto passare primi anche Wladimir Belli (1997), Raffaele Illiano (2004), Antonio Colom (2008) e, nel 2012, Oliver Zaugg, ma dalla “terza via” di Tovo di Sant’Agata: 11,4 km al 10,5%. La penultima “visita” al mostro nel 2015, con Contador scatenato nella rimonta sulla coppia Aru-Landa dopo una foratura giù dall’Aprica. Primo in cima l’olandese Steven Kruijswijk, che l’anno successivo sfiorò il successo al Giro.

 

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