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LA GRAN FONDO CAMPAGNOLO PERDE SANTILLI. SI APRE UNA NUOVA ERA


 

“Non anteponete mai la finalità del business alla passione e alla voglia di far sognare ogni singolo partecipante”. La storia passata e futura della Granfondo Campagnolo Roma è tutta in questo inciso che passerà ai posteri come l’eredità etica lasciata urbi et orbi dall’avvocato Gianluca Santilli.

L’uomo che – contro ogni logica – ha saputo portare una Granfondo nei Castelli Romani (un binomio che qualcuno aveva bollato come il delirio di un visionario) ha deciso di passare la mano, lasciando – dopo sette anni – quella creatura che lui stesso aveva generato.

 

 

Lo ha fatto con un lungo post pubblicato sulla sua pagina facebook nel quale ripercorre, con l’abituale passione, le immagini che resteranno impresse nella sua memoria: dal “sole delle

ottobrate romane” ai “bambini in bici al Villaggio”, dalla “ciclabile sul Tevere fatta illuminare tutto l’anno” alla “creazione di Roma Classics”.

“Un sogno che tutti mi dicevano essere irrealizzabile – scrive Santilli – è invece diventato una grande realtà internazionale, ideatrice e fondatrice di WACE, assieme ai più grandi eventi del mondo e considerata uno dei 9 eventi top in Europa”.

“Creare una bolla magica senza un’auto, riservata solo ed esclusivamente a 5000 bici, per 120 km, nel contesto più ostile e complicato del mondo, come è quello di Roma e dei Castelli Romani – ricorda il presidente dell’Osservatorio Nazionale della bike-economy – è stato difficile, difficilissimo; ma esserci riuscito dimostra che i sogni e le belle idee si realizzano se si è in grado di supportarle con passione, determinazione, serietà e competenza. E’ stata una gran bella sfida. Un’esperienza, anche di vita ed un laboratorio straordinario di innovazioni ed esperimenti. Ma, come per tutte le cose – scrive l’avvocato – si deve capire quando è il momento di smettere ed avere il coraggio di passare il testimone. Quel momento è arrivato. Esco di scena in punta di piedi e torno con orgoglio in griglia al Colosseo tra i tanti che, partecipando ogni anno e pedalando con me, mi hanno dato la forza per andare avanti e che ringrazio uno ad uno, in primis i Re di Roma dei quali mi onoro di far parte, unitamente a tutti quelli che hanno collaborato nella mia organizzazione, a cominciare da mia figlia Vittoria e poi le Amministrazioni di Roma e dei Castelli che hanno garantito i fatidici ‘nulla osta’, i Vigili Urbani, la Polizia Stradale, i volontari delle Protezioni civili, gli addetti al Villaggio ed ai servizi sanitari, gli straordinari sponsor, con Campagnolo in testa che per primo mi ha detto: ci sto, proviamoci! e sicuramente mi sto scordando colpevolmente qualcuno e me ne scuso”.

Al di là delle ragioni che hanno dettato la scelta, la perdita di Santilli per la manifestazione capitolina apre nuovi scenari. “Campagnolo Roma – avverte Santilli – deve crescere ancora per concretizzare le sue tante potenzialità”. Come dire, tanto è stato fatto ma le fondamenta sono ancora fragili e dunque il progetto va sostenuto e messo a regime.

Tocca ora a Infront, che dall’edizione 2019 gestirà Granfondo Campagnolo Roma. Sarà chiamata a gestire un evento molto complesso perché Roma non è storicamente una “città bike-friendly” (anche se tantissimo, in questi anni, anche grazie a Santilli, è stato fatto) e dunque, per districarsi nel dedalo della burocrazia capitolina, dovrà assimilare molto velocemente una dettagliata conoscenza delle dinamiche territoriali.

Il consiglio di Santilli all’atto del commiato – “anteponete ad ogni finalità di business la passione” – è un richiamo che merita attenzione perché, come scrive lo stesso avvocato: “Io ho sempre seguito questa strada, ha funzionato e sono convinto sia quella giusta sulla quale pedalare”.

La speranza è che Infront faccia crescere ulteriormente la manifestazione senza snaturarne l’identità e la mission e, soprattutto, sappia lavorare con altrettanta organicità sulla bike-culture che, in un’ottica seppur embrionale di smart-city, stava tanto a cuore alla governance romana.

E Santilli adesso a cosa si dedicherà? Ovviamente all’Osservatorio Nazionale della Bike Economy, anche se – nel suo post di congedo – condivide il suo prossimo sogno: “Roma e i Castelli in bici non solo durante la Granfondo ma tutti i giorni. Mi date una mano a realizzarlo?”.

a cura della redazione

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