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LIMPORTANZA DEL TIFO

L’IMPORTANZA DEL TIFO



Come e quanto il tifo influenza la nostra mente? Alcune ricerche psicologiche ci indicano l’incitamento perfetto. E quelli da evitare assolutamente

 

 

A chi non è mai capitato di tifare il “corridore del cuore” con frasi del tipo “Vaaaai!”, “Non mollare!”, “Non arrenderti!”, pensando in questo modo di spronare ed incitare. Di per sé l’intenzione è ottima: tutti noi sappiamo, infatti, che il tifo – con le sue parole di incoraggiamento – trasmette forza, stimola gli atleti a tirar fuori tutte le energie di cui dispongono.

Tuttavia, la psicologia dello sport sottolinea l’importanza di esprimere il tifo utilizzando sempre e comunque un linguaggio positivo (“Alè Alè! Tieni duro!”), anziché in negativo come in tanti siamo abituati a fare (“Daai!, Non Mollare!”): questo perché il “Non” non esiste nel linguaggio del pensiero o, meglio, la nostra mente per capire “cosa non dobbiamo fare” deve prima rappresentarsi quella tal cosa o situazione.

Quindi, per comprendere a livello mentale il significato del “Non mollare!”, il corridore dovrà prima, in automatico, pensare al fatto di “mollare” e per un ciclista stremato dalla fatica quest’immagine non sarà certo d’aiuto. Così, seppur l’intento è di incitare, rischiamo invece di provocare l’effetto opposto.

“Stai attento alla discesa! Vai, non cadere!” e la prima cosa che balenerà nella mente del corridore sarà proprio l’immagine di lui che si ribalta rovinosamente dalla bici, sollecitato da quelle parole a rappresentarsi mentalmente lo sbaglio che dovrebbe non commettere.

Non sto dicendo che utilizzando la desinenza  “Non” indurrete sempre gli atleti in errore, tuttavia d’ora in poi sarete consapevoli dell’effetto che le vostre parole susciteranno nella mente dell’atleta. E dunque, esprimersi con frasi positive otterrà sicuramente un miglior effetto sui vostri beniamini. 

Anche per il ciclista stesso, durante la gara, è importante parlarsi ed incitarsi utilizzando un linguaggio positivo, il cosiddetto “self-talk”. Il principio di questa tecnica si basa sullo stretto legame esistente fra corpo & mente: i pensieri e le parole che il corridore si dice, prima e durante la gara, inviano automaticamente segnali coerenti al corpo. Così, se l’atleta impara ad incitarsi utilizzando frasi espresse in positivo, anche tutto il suo corpo andrà in quella direzione.

 

Sottovalutarsi, all’opposto, avrà l’effetto di indebolire non solo la mente, ma anche il corpo che risponderà “svuotandosi” di energia ed il peggioramento nella performance che potrebbe derivarne avrà il probabile effetto di demotivare ancora di più l’atleta.

Così come le parole ed i pensieri possono “provocare” effetti sul corpo, è vero anche il contrario: il corpo può influenzare la mente. Infatti non solo il linguaggio verbale ma anche quello non verbale (il linguaggio del corpo fatto di posture, movimenti ed espressioni facciali) ha il potere di inviare dei segnali alla mente. Ad esempio, se prima della partenza il corridore assume un’espressione tesa e preoccupata con le spalle curve in avanti, i muscoli tesi, scuotendo rassegnato la testa, starà comunicando insicurezza e sfiducia non soltanto all’esterno, ma anche all’interno di se stesso. Questa sarà l’immagine che l’atleta auto- indurrà nella sua mente ancor prima di iniziare la competizione.

 

Quante volte, ancora in griglia, i corridori assumono “posture ed espressioni facciali tese ed insicure”? Magari i più lo fanno senza neppure rendersene conto.

Paul Ekman, docente di psicologia alla University of California, dimostrò come le espressioni facciali e la postura del corpo influenzano l’umore: il viso non è quindi soltanto un mezzo per esprimere le emozioni, ma può anche attivarle; così un’espressione positiva provocherà un istantaneo effetto anche nel cervello, inducendo l’atleta alla calma e riducendo le tensioni.

Questa informazione potrebbe tornare utile soprattutto ai ciclisti più ansiosi che, in partenza, tendono ad assumere abitualmente sguardi tesi e preoccupati: accorgersi di questi atteggiamenti è il primo passo per correggerli!

Se vi renderete conto di avere assunto un’espressione tesa ed insicura, per esempio, potreste sforzarvi di sorridere e questa semplice modifica nel vostro aspetto migliorerà all’istante anche il vostro umore, consentendovi più facilmente di raggiungere distensione mentale, condizione che favorirà la concentrazione durante la gara.

 

 A cura di CLAUDIA MAFFI Copyright © INBICI MAGAZINE

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