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Giro d'Italia 2018 Presentation - Milano - 29/11/2017 - Mauro Vegni (ITA - RCS Sport) - photo Luca Bettini/BettiniPhoto©2017

MAURO VEGNI: “LA MIA VITA IN ROSA”


Voleva fare il calciatore, sognando di indossare la maglia giallorossa della Roma di cui era (ed è) tifoso.

Si trova invece ad organizzare il Giro d’Italia, ovvero la più grande manifestazione sportiva che ogni anno calamita sulle strade della Penisola milioni di appassionati. Parliamo di Mauro Vegni, toscano di nascita (Cetona, provincia di Siena, 1959 anno di nascita) ma romano d’adozione a tutti gli effetti che ci svela come il suo mito del pallone sia svanito in malo modo: “Sono arrivato al semi-professionismo in serie C dopo aver militato nelle categorie giovanili dell’interregionale laziale, quando ho saputo che avevano vincolato il mio cartellino per cinque anni, in pratica mi avevano sbarrato la strada per arrivare al professionismo. A quel punto ho mandato al diavolo il calcio e tutto quello che poteva rappresentare, cadendo in una sorta di depressione”.

In suo soccorso è arrivata la bicicletta. “Vivevo a Roma Centocelle, nel mio stabile abitava Franco Mealli, pure lui toscano trapiantato nella Capitale, organizzatore di gare ciclistiche che mi aveva preso in simpatia forse vedendo in me quel figlio maschio che tanto avrebbe voluto avere. Per questo mi portava ad assistere alle corse, cercando di farmi interessare ad un mondo che non conoscevo. Dopo il diploma mi ero iscritto a Scienze Politiche ma frequentavo l’Università senza grande entusiasmo. Credo fu per questa ragione che nel 1982 Mealli mi propose di lavorare per lui al Velo Club Forze Sportive Romane con tanto di contratto. Nel frattempo mi ero fatto un po’ d’esperienza seguendolo nell’organizzazione dei mondiali su pista e strada del ’76 a Monteroni e Ostuni. Quando parlo di esperienza mi riferisco a ogni tipo di incarico, dalla distribuzione porta a porta dei comunicati della società ad azionare a mano il ciclostile che s’era bloccato, come accadde in un Giro dilettanti “.

Giro d’Italia 2018 – 101th Edition – Big Start Jerusalem – Israel – 03/05/2018 – Teams Presentation – foto Roberto Bettini/BettiniPhoto©2018

Il Velo Club Forze Sportive Romane aveva sicuramente una struttura artigianale rispetto a quella del Giro d’Italia che faceva capo alla Gazzetta dello Sport, ma copriva gran parte del ricco calendario italiano. Ricorda Vegni: “Organizzavamo la Tirreno-Adriatico, che allora durava sette giorni ed il Giro del Lazio, due manifestazioni che coprivano il disavanzo delle altre corse targate Mealli, ovvero Giro dell’Etna, Trofeo Pantalica, trasformati poi in Settimana Siciliana, e ancora Giro dell’Umbria, del Friuli e Giro di Puglia a tappe. Ci occupavamo anche dell’allestimento del Giro d’Italia dilettanti. Il lavoro non ci mancava e neppure le soddisfazioni, perché quasi sempre potevamo contare su un qualificato gruppo di concorrenti, tutti i più grandi campioni hanno preso parte alle nostre gare, basta guardare i nomi che compaiono negli albi d’oro”.

Giro d’Italia 2018 – 101th Edition – 3rd stage Be’er Sheva – Eilat 229 km – 06/05/2018 – Scenery – Desert – photo Luca Bettini/BettiniPhoto©2018

Poi l’ingresso nella RCS .“Franco Mealli, alla fine degli Anni Ottanta, ha avuto problemi di salute sempre più assillanti così, visto che non me la sentivo di assumere la responsabilità economica di rilevare la società, ha ceduto il suo pacchetto di corse alla RCS ed io nel 1995 sono entrato ufficialmente nello staff organizzativo del Giro a fianco di Elo Castellano”. Prima di approdare a Milano, Mauro Vegni si era ritagliato un ruolo di un certo peso tra gli organizzatori anche se poco conosciuto dal grande pubblico a causa del suo carattere decisamente schivo. Ma chi frequentava il mondo del ciclismo sapeva che aveva avuto una parte di rilievo nella complessa organizzazione del Mondiale 1994 ospitato in Sicilia. “In pratica in pochi mesi e con l’aiuto di tanti ragazzi dotati di buona volontà sono riuscito a condurre in porto la rassegna iridata che per l’ultima volta ospitava nella stessa nazione e nello stesso periodo le prove su pista e su strada. Non solo, il mondiale siciliano che segnò il debutto delle prove a cronometro individuali, maschili e femminili e la fine della 100 chilometri fece la scelta di assegnare i sette titoli in palio per gli stradisti in quattro sedi: Palermo, Catania, Capo d’ Orlando e Agrigento dopo che il nuovo velodromo palermitano intitolato a Paolo Borsellino aveva ospitato i pistard. Come potete immaginare non fu semplice coordinare una manifestazione così complessa su più fronti”.

Giro D’Italia 2018 – 101th Edition – Israel – 06/05/2018 – 3rd stage Be’Er Sheva – Eilat 229 km – Pubblico – foto Roberto Bettini/BettiniPhoto©2018

In soccorso a Vegni veniva appunto l’esperienza accumulata a fianco di Franco Mealli nell’organizzare la Tirreno-Adriatico nata come corsa di preparazione alla Sanremo in concorrenza con la Parigi-Nizza, ma presto in grado di diventare un traguardo sempre più ambito e con una partecipazione di corridori di livello in continua crescita. ”Se guardo al passato devo confessare che la corsa che mi piaceva di più era il Giro del Lazio con il suo spettacolare tracciato su e giù per i colli dei castelli , l’ingresso in città attraverso l’Appia Antica e il fascino del circuito finale delle Terme di Caracalla e del Foro Romano con l’arco di Costantino  a fare da sfondo al traguardo. A proposito di Appia, un piccolo aneddoto: una volta il presidente di giuria, un belga, nel commentare l’andamento della gara a fine corsa mi disse ‘tutto bene, tutto bello ma non potevate far asfaltare gli ultimi chilometri che avevano quel pavé orrendo o trovare una strada meno disastrata?’ Ho avuto la prontezza di non replicare. La corsa che mi manca di più però è il Giro di Puglia che capitava in un momento di pausa de ciclismo, a settembre, riempiva un buco nel calendario, lo si affrontava in grande serenità, si toccavano posti splendidi da un punto di vista paesaggistico ed in genere trovavamo un clima ideale. Tempi passati”.

Giro d’Italia 2017 – 100th Edition – 21th stage Monza – Milano 29.3 km – 27/05/2017 – Mauro Vegni (ITA – RCS Sport) – Renato Di Rotto (ITA) – photo Roberto Bettini/BettiniPhoto©2017

Tanta differenza ad organizzare oggi rispetto al passato? “Enorme, i nuovi mezzi di comunicazione impongono una tempistica ben diversa, al minimo errore parte il tam tam che provoca reazioni immediate magari a fronte di una notizia non completamente vera. E poi la logistica obbliga a fare scelte ben diverse: un tempo i corridori dormivano in due o tre nella stessa camera ora il minimo che pretendono è la singola, recuperare alberghi di un certo tenore non sempre è facile. Occorrono spazi sempre maggiori per ospitare i mezzi tecnici, sia delle squadre che delle televisioni. Per tutti questi motivi spesso si è costretti a rinunciare ad arrivi o a partenze da città o paesi particolarmente suggestivi ma inadatti. Un organizzatore oggi deve dedicare molto tempo e moltissime energie alle relazioni internazionali, al mondo dei media, al livello di  sicurezza in ogni momento della giornata mentre un tempo quasi tutto era concentrato solo sulla corsa vera e propria. Ma resta inalterato il fascino di cercare di proporre sempre qualche cosa di nuovo nel rispetto della tradizione”.

I corridori insistono molto sul tema sicurezza. “Anche noi dedichiamo molta attenzione a questo problema di non facile soluzione. Pensiamo ad esempio alle strade spesso dissestate, ogni anno riceviamo decine di richieste da parte di comuni che ci invitano a transitare sul loro territorio perché l’Anas privilegia gli interventi su strade che ospitano il passaggio del Giro ma oltre a ciò cresce continuamente la mia preoccupazione per il comportamento del pubblico”.

Di Gianfranco Josti Copyright © INBICI MAGAZINE

 

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