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ORO ITALIANO RODMAN TEAM

ORO ITALIANO RODMAN TEAM



Una grande carriera tra i dilettanti, prima del record dell’ora e della “seconda giovinezza” nel mondo delle granfondo

 

Incontriamo oggi Piero Fischi, un ciclista dalla lunga carriera alle spalle, avendo pedalato per un totale di circa 350.000 km, componente di Oro Italiano- Rodman Team.

Piero, partiamo dall’inizio, ovvero dalle tue prime pedalate agonistiche…

Ho iniziato nel lontano 1978 tra gli amatori -avevo poco meno di diciotto anni – e sono rimasto in quella categoria per tre anni.

 

Le vittorie sono arrivate subito?

Sì, senza alcuna esperienza e con la tattica “guidata” dai compagni di squadra più esperti, ho vinto alcune gare: quella che ricordo più volentieri è un arrivo solitario con un vantaggio di quasi sette minuti.

Poi il passaggio al dilettantismo…

Nel 1981 sono passato dilettante e devo dire che l’impatto non fu molto incoraggiante.

 

Perchè?

I ritmi erano davvero altissimi e, quando in corsa c’era la classica “sparata”, io puntualmente mi staccavo.

 

Ma poi hai preso le misure…

L’anno seguente ho vinto una gara con una fuga lunghissima di oltre cento chilometri e lì credo di essermi sbloccato definitivamente.

 

Nel 1983 i risultati migliori: un caso?

Sono andato a correre con il G.S. Casaccia, che ai tempi era una squadra molto quotata a livello dilettantistico ed ho trovato il mio spazio e la convinzione nei miei mezzi.

 

Raggiungendo risultati prestigiosi…

Sì, mi fa piacere, in particolare, ricordare la doppia vittoria (1983 e 1984) nella gara di Salsomaggiore, un circuito mediamente impegnativo che mi si addiceva alla perfezione, ed il Campionato Italiano di Omnium su pista nell’inverno del 1983.

 

Gara che racchiude tutte le specialità della pista…

In effetti, c’erano il chilometro da fermo, la velocità, l’inseguimento, l’individuale a punti e la gara dietro derny; abbiamo corso nel rimpianto Palasport di Milano, crollato per la neve nel 1985.

 

Poi assaggi anche l’azzurro…

Sono stato nel giro della Nazionale, sempre per quanto riguarda la pista, partecipando anche al Mondiale del 1984 a Zurigo, ma a fine anno ho abbandonato l’idea del professionismo e mi sono trovato un altro obiettivo.

 

Il record dell’ora…

Che è anche un canto del cigno però, in quanto suggella la fine della mia carriera agonistica “vera”. Al Vigorelli ho percorso 43,784 chilometri in un’ora, pur in una giornata caratterizzata dal vento fastidioso.

 

E poi ancora cicloamatori. Come è nata questa “seconda giovinezza”?

Ho cominciato a fare granfondo e ad occuparmi di preparazione atletica, fino all’incontro con Marco Fertonani, allora professionista alla Phonak, che mi chiese di collaborare con lui e di questo sono stato orgoglioso perché l’ho seguito nei suoi anni più belli alla Caisse d’Epargne.

 

E non vi siete più lasciati.

In realtà è così: è nata una collaborazione che dura tutt’ora e che è sempre stata più stretta, anche se ora a livello pedalate abbiamo un po’ rallentato.

 

Ma non esiste un ciclista senza ambizioni, vero?

Vero, infatti, pur con tutti i limiti del caso, stiamo già pensando a nuovi obiettivi, ciclistici e non, e possiamo ragionare in questo modo perché siamo in questa squadra di prim’ordine, formata da ciclisti forti e molto affidabili.

 

 

 

Nelle foto

Piero Fischi in azione

La grinta di Piero Fischi al Vigorelli durante la prova del record dell’ora 

1) io discesa arrivo
2)iobicioraX
Deiva4
iobiciora85-3
iobiciora85-6
     
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