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PROMOSSI E BOCCIATI



Chi sono i promossi e i bocciati del 2016? La parola a Wladimir Belli, che non fa sconti a nessuno: “Aru ha sbagliato approccio al Tour e Moscon, in prospettiva, mi pare il talento più vero. L’Italia di Cassani merita comunque gli elogi, ma che desolazione il mondiale di Doha”

 

La versione inaugurale della maglia di campione d’Europa, che non indosserà perché nel 2017 avrà sulle spalle quella iridata, riconfermata. Dopo un 2016 da 14 vittorie, col primo Fiandre, la seconda Gand, la quinta consecutiva maglia verde del Tour. Visto che il tema in oggetto è “promossi e bocciati del 2016” cominciamo, con Wladimir Belli, da chi merita il massimo dei voti, Peter Sagan e chi altrimenti: “Lui e nessun altro. Ha fatto il salto di qualità definitivo, è maturato. C’era solo da aspettarselo, uno che già al primo anno era capace di vincere e stare al passo dei migliori. Direi che ha eliminato il difetto dei tanti piazzamenti. Ha tutto per diventare un punto di riferimento, il modello da seguire per i i giovani che si avvicinano al ciclismo. In futuro farà anche meglio del 2016”.

 

I promossi e i bocciati: Chris Froome sembra imbattibile, al Tour. Nairo Quintana si è riscattato con la Vuelta…

“Promossi tutti e due. Froome anche per la corsa a piedi al Tour (ndr, l’episodio del Ventoux). Ha dominato, vero che vincendo la Vuelta Quintana si è riscattato, ma già al Tour non mi era dispiaciuto. Mi ha stupito alla Vuelta perché ha saputo anche dare spettacolo, che non è una sua caratteristica. Conoscevo le sue qualità di scalatore, meno la personalità che ha avuto in Spagna. Ha solo 26 anni, qualcosa ha già vinto”.

 

Nibali e Aru? Vincenzo voleva il Giro e se lo è preso in extremis, mentre l’oro olimpico se lo stava giocando. Su Aru annotiamo un’unica vittoria in stagione, al Delfinato.

“Nibali promosso. Al Giro c’è stata un po’ di fortuna,  mi riferisco alla caduta di Krujswiik, ma pure il grande merito di crederci realmente sino alla fine. Peccato per Rio. Majka era stanco, Henao il meno esperto. Sarebbero arrivati loro 3 e li avrebbe battuti, in volata. Banale a dirsi, ma fosse sceso con più cautela… Boccio invece Fabio Aru, una vittoria è troppo poco. C’è stato un errore di valutazione, l’approccio al Tour. Era il primo che affrontava, so per esperienza che Giro e Tour hanno dinamiche totalmente differenti. Era meglio andare lì per fare esperienza utile per il futuro, non curare la classifica e concentrarsi su qualche tappa. Con qualche gara in più e qualche ritiro in meno forse il bilancio stagionale di Fabio non sarebbe stato così negativo”. 

 

 

 

I velocisti italiani: Viviani, Nizzolo, Colbrelli e Modolo…

“Promuovo i primi 3. Logico che Viviani sia calato dopo Rio, il lavoro invernale era stato impostato su quello. In strada ha avuto un anno complicato, ma può passare in secondo piano, il primo obiettivo era Rio. Bene anche Nizzolo, vince con più frequenza e ha fatto un bel mondiale, i valori in campo erano quelli. Lui ha qualcosa in meno, come punta di velocità, rispetto agli sprinter puri, ma può essere un buon cacciatore di classiche, già dal 2017. Promuovo Colbrelli per l’ottima seconda parte di stagione, nel 2017 capirà lui per primo dove può arrivare. Squadra nuova, ambiente diverso ma finalmente non gli saranno precluse le grandi gare di un giorno. Male Modolo. Si avvicina alla trentina, mi aspettavo la stagione della consacrazione, invece ha tribolato. Ha vinto qualcosa, ma nulla di importante.

 

Un giovane italiano da promuovere più degli altri?

Moscon. Non si è fatto schiacciare e il rischio c’era in uno squadrone come Sky. E’ riuscito a ritagliarsi degli spazi e si è sbloccato già al primo anno, buon segno. Ne conosco il potenziale da tempo, l’unica incognita può essere la volata. Non sembra velocissimo. Nelle classiche, penso al Fiandre, ha già fatto capire di poter dire la sua e al momento il suo terreno è quello. Non escludo che sia tagliato anche per i Grandi Giri, ma ci vorrà tempo”.

 

Ulissi colleziona tappe del Giro ma continua a mancare nei grandi appuntamenti di un giorno…

“Ma io lo promuovo. Al Giro si è espresso su grandi livelli, normale che lo privilegi in questi anni. Del resto, corre in una squadra italiana. Adesso però mi aspetto più convinzione nelle classiche. Se no resta un bel cacciatore di tappe e basta”.

 

 

 

L’Italia di Cassani? 

“Hanno fatto un buon lavoro, promosso Cassani e gli azzurri. Tatticamente siamo andati benissimo all’Europeo, ma bene anche al mondiale. L’azione dei belgi ha sorpreso molti big, non i nostri. Il problema è un altro, il solito. Paolo Bettini ha smesso e un vincente come lui al momento non lo abbiamo”.

 

Il mondiale di Doha. Mai vista così poca gente, la corsa però è stata  spettacolare… 

“Senza quel lungo tratto in linea sarebbe stata noiosa anche la corsa dei pro. Siamo abituati al calore del grande pubblico, in un mondiale. Boccio Doha per la sua desolazione”. 

 

Il vecchio Boonen a un soffio dalla quinta Roubaix, Valverde continua a vincere e stupire…

“Promuovo Boonen. Lo davano per finito ma non mi pare. Lo boccerei invece per come ha buttato via la Roubaix. Era il più forte, ha avuto troppa voglia. Mi è piaciuto anche al mondiale, ha diretto alla grande il Belgio e ha comunque preso la medaglia. La forza di Valverde è la testa. Non si accontenta, è esigente con se stesso ma non punta obiettivi. Se ha il numero in schiena cerca di vincere. Se c’è da battagliare non si tira indietro. Ha ancora un gran motore e la voglia di un ragazzino”.

 

Ho dimenticato qualcuno che vorresti promuovere o bocciare?

Gaviria e la Pista Italiana per i promossi. Il colombiano ha poca esperienza ma è già fortissimo e pronto per la Grandi Corse di un Giorno, mentre dico bravo a Marco Villa per il lavoro di questi anni. La Pista italiana è letteralmente rinata. Tra i bocciati manca Guardini, a sua scusante il fatto che non ha in pratica mai avuto un treno a disposizione per la volata. E in fondo anche Contador, nei Grandi Giri, ha raccolto poco.

 

La corsa da promuovere in assoluto nel 2016 ?

“La serata finale dell’omnium di Rio, Viviani mi ha emozionato. E poi la Roubaix, anche se Hayman ha rovinato tutto. Con Boonen vincitore avrei scelto solo lei”.

 

 

 

Wladimir Belli

 

a cura di Fabio Panchetti Copyright © Inbici Magazine

Credit foto Bettiniphoto

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