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ROBERTO DELORENZI

ROBERTO DELORENZI



Lui è  giovane, anzi giovanissimo. Ma le idee ce le ha già piuttosto chiare. Noi ci siamo fatti raccontare com’è la sua vita da skyrunner.

 

Roberto Delorenzi, classe 1997, già da qualche anno fa parte del Team Vibram per il Trailrunning e lo SkiAlp e le vittorie portate a casa ormai non si contano più. Il suo segreto? Amore per la montagna e niente allenamenti programmati, perché “lo sport deve essere un piacere”.

 

Roberto, tu sei giovanissimo, come ti sei avvicinato a delle discipline che di solito sono riservate, anche per una questione “di testa”, ad atleti più maturi?

Mi sono avvicinato fin da subito a questa disciplina, dopo che nel 2011 ho partecipato ad una gara di ciaspole che mi ha fatto amare questo sport. Da quel momento ho iniziato a camminare, poi piano piano a correre in montagna. Il mondo dello skyrunning e del trail li ho scoperti facendo ricerche su internet.

In effetti è vero che i giovani non partecipano a competizioni di questo genere, infatti tutti gli allenatori di atletica sono dell’idea che da giovani si debba allenare la velocità, poi una volta più in la con l’età, si può passare alle gare di media/lunga distanza. Il podismo e l’atletica non mi hanno mai appassionato più di tanto, e forse anche per il fatto che non ho mai avuto un allenatore che mi frenava dal far competizioni di questo genere che sono uno degli unici junior che partecipa a gare del genere.

Il fatto di avere più o meno testa, secondo me non è strettamente collegato ad essere maturi in ambito sportivo. È chiaro che una persona che ha anni d’esperienza, conosce meglio il proprio corpo rispetto ad un novellino, e riuscirà a gestire in modo più efficacemente le gare lunghe. Però da quello che ho visto io, soprattutto nelle gare lunghe, la testa ce l’hanno tutti. Mi capita di vedere alcuni atleti arrivare al traguardo dopo ore rispetto ai primi. Questi sono i classici atleti che fanno i primi 20 km troppo velocemente e per gli ultimi 80 km si devono quasi trascinare al traguardo. Però alla fine non mollano e arrivano! Secondo me è più l’esperienza che fa la differenza, più gare si fanno e più si riesce a gestire meglio la competizione, senza  fare l’errore di partire troppo velocemente.

Dal momento che non sei solo un runner ma pratichi anche bici e ski mountaineering, come concili tutti gli allenamenti?

Non ho nessun allenatore e non seguo alcun piano d’allenamento, il fatto di seguire tabelle non mi è mai piaciuto. Ho provato per un breve periodo ma dopo poco tempo ho lasciato perdere. Credo che fare sport debba essere un piacere, come ogni cosa, la fai perché ti piace!

 

 

 

 

Seguire piani d’allenamento, dove teoricamente non puoi sgarrare, a lungo andare non può che diventare uno stress. Mi era successo molte volte durante delle bellissime giornate, quando volevo andare a divertirmi correndo in montagna, ma non potevo perché il piano mi diceva di andare a fare ripetute in pista o su strada. Questo porta solo ad allenarti contro voglia e, a lungo andare, ti fa quasi odiare lo sport.

La mia filosofia di allenamento consiste nel divertirmi! Decido sul momento cosa fare, se andare in bici, se fare corsa o se andare a camminare, e se la voglia non c’è, per quel giorno lascio perdere.

Una mia settimana tipo in inverno consiste nell’allenarmi durante il weekend con gli sci ed in settimana andare a correre. Data la neve sulle montagne, corro più in pianura.

Durante il resto dell’anno, ovvero quando lo scialpinismo non si può praticare, vario sedute di bici e di corsa in montagna, di solito mi alleno tutti i giorni e spesso faccio due allenamenti al giorno (cioè corsa e bici).

Riesco a conciliare tutto senza problemi perché la corsa, la bici e lo skialp sono sport molto simili, aiutano a differenziare l’allenamento ed a sviluppare tutti i muscoli delle gambe per poi essere preparati al meglio alle competizioni.

In media a settimana faccio 15 ore di allenamento, salta fuori poco più di 2 ore al giorno. Nell’arco di una giornata 2 ore non sono tante, riesco a conciliare bene sport e studio, ora sto frequentando l’ultimo anno di liceo.

Il bello di questo sport è che posso partire da casa e dopo 2 ore tornare ed aver finito, senza dover perdere tempo a spostarmi in macchina come in altri sport.

Pensi che l’amore per la montagna e il fatto di vivere in Svizzera, dove è più facile trovare posti adatti per allenarsi rispetto a chi vive in città, abbiano contribuito a farti praticare questo genere di sport?

Sicuramente abitare in Svizzera, circondato dalle montagne, non può che avermi aiutato ad avvicinarmi a questo sport. Nel Canton Ticino ovunque ti trovi c’è una vetta da poter scalare.

 

 

 

 

La mia passione proviene anche in parte dai miei genitori, mi hanno avvicinato alla montagna fin dai miei primi passi.

 

Fino a 11 anni odiavo andare a camminare perché non volevo fare fatica. Poi pian piano mi sono sempre più appassionato, fino ai 13 anni, quando mi sono gettato a capofitto in questo sport.

Abitare in una grande città chiaramente non mi avrebbe dato l’opportunità di avvicinarmi alla montagna e probabilmente ora sarei un podista.

Alla tua età di solito si praticano sport diversi (la classica partita di calcetto con gli amici per esempio), cosa pensano i tuoi amici delle gare a cui partecipi? E i tuoi genitori?

I miei genitori sono sempre andati in montagna e da giovani hanno praticato anche un po’ di alpinismo, quindi sono molto felici che io faccia uno sport che li appassiona. I miei amici principalmente mi vedono in modo positivo, alcuni come un idolo, mentre quelli un po’ gelosi mi fanno passare come un matto!

Fino ad oggi hai partecipato a gare che raramente superano i 40 km. Quando pensi sarai pronto per partecipare a competizioni come l’UTMB?

A dir la verità mi sentire pronto anche adesso, solo che quelle gare non mi attirano più tanto al momento. Sicuramente una 100km la vorrò fare, però sono sicuro che non diventerò mai un ultrarunner, preferisco gare dalle 2 alle 4 ore, dove si può correre. Quelle di 10 o più ore non si corre tantissimo, la maggior parte del tempo si cammina, e questo non mi attira molto. Se voglio andare in giro ore camminando, allora vado per conto mio con degli amici! La gara la vedo come una sfida contro se stessi e contro gli altri, dove è il fisico che fa la differenza, e non la testa come negli ultratrail.

All’interno del team Vibram non sei un po’ “invidiato” dagli altri atleti, che magari ci hanno messo anni a raggiungere i risultati che tu hai ottenuto così giovane e in così poco tempo?

Nel team Vibram sono l’unico che pratica lo skyrunning come disciplina principale, gli altri sono tutti ultrarunners. Non penso che siano invidiosi. Il mio miglior risultato è quello di Vice Campione del mondo di skyrunning nel 2016. Mentre gli atleti Vibram che hanno ottenuto dei buon risultati a livello mondiale sono nelle ultratrail, le gare sono totalmente differenti e quindi non paragonerei i miei risultati ai loro. Sicuramente sono fieri di avere nel team un ragazzo forte in quello che fa!

 

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