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SALUTE E BENESSERE



Questo metallo incide in maniera significativa sulle performance di un atleta. Ecco come assorbirlo nel modo più corretto ed efficace

 

 

Tutti gli sportivi sanno che, ogni qualvolta ci si prepara ad una stagione impegnativa, con obiettivi che richiedono il massimo della forma fisica, occorre valutare i propri parametri sanguigni possibilmente confrontandosi con lo specialista di riferimento.

Diventa quindi importante valutare tutti i fattori fondamentali a mantenere e aumentare la propria condizione fisica, con periodi di allenamento alternati a riposo, una dieta ricca di tutti gli alimenti necessari, soprattutto a livello antiossidante, adottare un corretto e professionale piano di integrazione alimentare, per il benessere fisico dell’atleta ed evitare problematiche dovute a mancanza di un adeguato introito di vitamine e minerali necessari a tutti i meccanismi del nostro organismo. Tra questi, riveste particolare importanza nell’integrazione alimentare e nutraceutica per lo sportivo, il ferro.

Questo metallo è indispensabile per la salute umana poichè ricopre un ruolo di primaria importanza biologica. Il ferro è necessario a tutte le cellule per il metabolismo dell’emoglobina, per il trasporto di ossigeno, per l’equilibrio del sistema immunitario. Partecipa ad importanti reazioni enzimatiche, alla sintesi degli acidi nucleici e alla crescita cerebrale infantile. Il ferro è un metallo che troviamo in natura in due forme: la forma ferrica (NON EME) e ferrosa (EME), quest’ultima importante per numerosi processi biologici, quali il trasporto di membrana, la deposizione coordinata di ferritina e la formazione del gruppo eme. Il ferro non eme è presente in numerosi prodotti di origine vegetale, latte e derivati, ma presenta una scarsa biodisponibilità non essendo assorbito in maniera efficiente, mentre il ferro in forma Eme, contenuto per la maggior parte in alimenti di origine animale, è assorbito con maggior efficienza. I processi di assorbimento avvengono a livello dell’intestino tenue e, una volta assorbito, il ferro si lega alla transferrina, che grazie alla sua solubilità è in grado di trasportarlo in maniera efficiente e prevenire eventuali reazioni di degradazione che potrebbero verificarsi nel torrente ematico. Anche a livello cellulare, onde prevenire i potenziali effetti tossici del ferro in forma libera, lo stoccaggio avviene complessandolo alla ferritina.

 

Senza entrare troppo nel dettaglio a livello fisiologico avviene poi un continuo processo di riciclo del ferro, eventuali eccedenze possono essere ben accumulate a livello epatico. Tutti questi processi sono regolati da complicati meccanismi biochimici e ormonali.

I parametri a cui fare riferimento per valutare eventuali mancanze sono differenti e devono essere valutati sempre con attenzione dal proprio medico. Primo fra tutti è la concentrazione di ferro totale di un organismo in condizioni normali, che varia circa da 3,5 a 4 grammi; a seguire la ferritina, una molecola il cui significato si traduce nel nostro deposito di ferro (valori normali da 15 a 300 mg/dL) e la transferrina, la principale proteina che trasporta il ferro (valori normali da 200 a 360 mg/dL). Un altro parametro, molto importante per il ciclista, è l’emocromo, quindi emoglobina ed ematocrito: i valori di emoglobina, deputata al trasporto di ossigeno nel sangue, variano da 13 g/dL a 17 g/dL nel maschio e da 12 g/dL a 16 g/dL nelle femmine, in condizioni normali.

L’ematocrito è il valore che esprime la percentuale del volume della parte corpuscolata del sangue, costituita principalmente dai globuli rossi, sul volume totale del sangue in condizioni normali e presenta questi valori: nell’uomo 38-52% e nella donna 36-46%.

Purtroppo diverse situazioni portano il nostro organismo a essere carente di ferro, primo fra tutti il ridotto assorbimento intestinale dovute ad alcune patologie quale il morbo celiaco, le malattie del duodeno e intolleranze alimentari. Altro fattore è l’aumentata perdita di sangue dovuta a mestruazioni abbondanti, emorragie, gastriti e ulcere. Vi sono poi situazioni in cui ci troviamo di fronte all’incremento del fabbisogno, quali i soggetti anziani, diabetici, convalescenti, stadi di debilitazione generale e, infine, quello che più interessa i nostri lettori, l’esercizio fisico intenso e continuativo.

 

 

Qualora le necessità lo richiedano, come per esempio nelle donne in gravidanza e allattamento, oppure nel periodo post mestruale, oppure in tutti gli sport di endurance, dopo avere eseguito i controlli periodici di cui sopra, si possono introdurre nutraceutici che contengono le giuste quantità di ferro per ripristinare i valori e soccombere alle maggiori richieste.

Il mercato ci offre una vasta scelta di prodotti, sia farmaci con prescrizione medica, sia sotto forma nutraceutica, che ci aiutano a ripristinare le scorte di ferro in affiancamento alla dieta, e grazie alle moderne tecnologie farmaceutiche permettono un assorbimento elevato con minori effetti collaterali a livello gastrointestinale rispetto al passato.

I farmaci possono essere somministrati per via parenterale e orale e contengono principalmente solfato ferroso e ferro gluconato. Assunti oralmente vengono efficacemente assorbiti a livello intestinale, soprattutto quando il paziente è a digiuno. Le formulazioni a rilascio controllato permettono, oggi, la liberazione del minerale dopo circa un’ora dall’assunzione, a livello intestinale, riducendo così al minimo le perdite da mancato assorbimento. Nonostante la sicurezza elevata possono comunque provocare disturbi quali vomito, nausea, diarrea che, in caso di sovradosaggio, possono essere gravi e complicati da emorragie gastrointestinali.

In coloro che manifestano queste controindicazioni si possono utilizzare nutraceutici contenenti molecole meglio tollerate, quali ad esempio il ferro bisglicinato quasi totalmente assorbibile (circa 80%) e privo di effetti collaterali. Lo troviamo spesso associato all’acido folico, utile nell’eritropoiesi, e alla vitamina C che ne migliora l’assorbimento e l’efficacia della formulazione.

Questa particolare associazione la troviamo in Fisioeme prodotto dall’azienda italiana Laborest. Il ferro presente in questo nutraceutico è in forma chelata, una particolare tecnica farmaceutica, associata al rilascio fast slow in compresse a triplo strato. Questo permette di massimizzare l’assorbimento, evitando le problematiche gastroenteriche, quali pesantezza gastrica, reflussi gastroesofagei e diarrea che sono tipiche degli integratori di questo minerale. Occorre infine prestare attenzione alla somministrazione contemporanea di alcuni tipi di medicinali quali antiacidi, antinfiammatori non steroidei e qualche antibiotico come penicilline e tetracicline.

 

A cura del Dr. Alessandro Gardini Responsabile Reparto Sport e Nutrizione Farmacia del Bivio

alessandrogardini@gmail.com

 

 

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