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SICUREZZA IN PRIMO PIANO 1

SICUREZZA IN PRIMO PIANO



Grazie ad una lodevole iniziativa di Progetti Scorta, in Romagna è nata una vera e propria cultura della sicurezza ciclistica. Perché bastano poche nozioni per evitare incidenti

 

Parafrasando un vecchio slogan pubblicitario, potremmo dire che un’ora di lezione «allunga la vita» o, quanto meno, nel caso del ciclismo, aiuta parecchio a non farsi male.

Non solo, un’ora di lezione dedicata alla sicurezza aiuta molto a tutelare gli organizzatori, i quali, meno incidenti registrano nelle loro gare, più aumentano le notti di sonni tranquilli.

É incredibile come i ragazzi per un’ora prestino attenzione, partecipi di quello che per la loro incolumità preparano gli organizzatori e i direttori di corsa.

Alla fine della lezione è spontaneo il loro applauso assieme a quello dei direttori sportivi, dirigenti di società e, ancor più, dei genitori, convinti di aver assistito a qualcosa di veramente utile, quanto straordinariamente semplice.

Di converso, è sorprendente come il maggior numero di società non trovino uno ritaglio di tempo per istruire i loro ragazzi su come proteggersi adeguatamente in gara.

Basterebbe inserire l’argomento in una della tante riunioni invernali fatte coi loro ragazzi, normalmente dedicate alla preparazione atletica, fisica e mentale. Una sorta di breve corso del “buon ciclista”, anche se alle prime armi, consapevoli che la prima vittoria che insieme possiamo raggiungere é proprio quella della sicurezza, importante per gli atleti e ad altrettanto per i loro genitori, la cui tranquillità è fattore di promozione. Esattamente quello che pensano le società della Romagna, dove su questo terreno hanno accumulato convinzione, partecipazione, protagonismo.

È grazie a loro se, nel mese scorso, a Cesenatico, Cotignola, Ravenna, è stato possibile coinvolgere oltre 140 tra ragazzi e ragazze, dagli Esordienti agli Juniores, che non si sono persi una battuta del percorso illustrato dal relatore che, gratuitamente ed ovunque lo chiamino, da anni porta avanti il “Progetto sicurezza giovani”. Un progetto che il G.S. Progetti Scorta sostiene con risorse proprie anche oltre i confini dell’Emilia-Romagna.

Si è tenuta una lezione anche a Bologna, tentativo lodevole del Comitato Provinciale FCI, ma il risultato non e stato all’altezza delle previsioni, deludente sul piano della partecipazione: solo una ventina di ragazzi quando se ne potevano raccogliere minimo tre volte tanto.

 

 

 

Quando si affronta il tema “sicurezza”, tanti hanno grandi cose da proporre, dalle modifiche al Codice della Strada all’impiego di più scorte di  Polizia Stradale, per limitarci a quelle più ricorrenti, ma altrettanti sono quelli che sulla sicurezza ignorano che la prima pietra dell’immaginifico castello della sicurezza è già nelle loro mani: dare ai ragazzi la consapevolezza di come una gara venga organizzata, gestita e quali accortezze avere per utilizzare opportunamente ciò che per loro viene predisposto.

Sapete una cosa? Nessun ragazzo o quasi conosce la definizione formale del loro campo di gara: «quel tratto di strada delimitato dai veicoli con i cartelli inizio e fine gara ciclistica».

Con una lezione di sicurezza si può insegnare tanto: il ruolo e l’operatività delle moto di scorta e come interagire con esse, gli ASA, la cartellonistica supplementare in prossimità dei punti pericolosi, le segnalazioni con la bandierina, il superamento delle rotonde, i trasferimenti iniziali, l’ispezione preventiva del percorso o dell’ultimo Km (quando possibile, ovviamente), le discese quando i distacchi superano i 2 o 3 minuti, l’assenza della staffetta davanti ai corridori, la specificità delle cronometro dove il traffico non viene completamente bloccato, i rientri dopo una foratura o una caduta, il comportamento da tenere quando superati dal fine gara, come orientarsi seguendo la frecciatura del percorso, ecc, ecc.

Con una parte finale necessariamente dedicata agli allenamenti dove, a fronte dei rischi piuttosto seri che si possono incontrare nel bel mezzo del traffico, occorre insegnare ai nostri ragazzi il minimo indispensabile della prudenza: dallo scegliere le strade proposte dai loro genitori o direttori sportivi perché meno trafficate, al rispetto del Codice della Strada, dal non usare auricolari o telefonini mentre si pedala,  alle particolari cautele di quando si viene superati da veicoli di lunghe dimensioni come gli autoarticolati.

Credo tanto in questo modo semplice ed efficace di fare sicurezza che, dipendesse da me, istituirei l’obbligo per tutte le società della FCI, di certificare ogni anno, l’avvenuto svolgimento di una riunione sulla sicurezza, quale condizione per poter procedere al tesseramento dei propri atleti.

 

 

 

L’obbligo (disatteso) della scorta

In questi primi mesi di attività, come G.S. Progetti Scorta, abbiamo avviato una precisa procedura: chiedere agli organizzatori l’invio preventivo delle autorizzazioni e delle ordinanze relative alle loro gare, per essere anche noi, addetti alle scorte, più informati e più consapevoli di come si dovrà svolgere correttamente il nostro lavoro.

Le conseguenze sono piuttosto sorprendenti. Questa documentazione, purtroppo difforme da provincia a provincia, oltreché per molti versi “poco chiara”, non viene praticamente letta dagli organizzatori, trascurando l’applicazione di importanti prescrizioni.

Per esempio, abbiamo scoperto che diversi organizzatori di gare amatoriali, ignorano che la corsa debba per forza avere una scorta ufficiale, di Polizia o scorta tecnica, senza la quale (art 9 del codice della strada) la corsa non può essere svolta, nonostante la presenza dell’autorizzazione e dell’ordinanza di sospensione temporanea del traffico.

Trattandosi spesso di circuiti locali, ci si arrangia con motociclisti del posto, volonterosi ma non abilitati, ignorando  che in caso di ispezione della Polizia, la corsa sarà sospesa, oppure, che in caso di incidenti gravi, le responsabilità dell’organizzatore saranno quelle proprie di aver svolto una gara che, di fatto, non aveva più l’autorizzazione sufficiente per essere svolta, con molte incertezze di come, in casi simili, le Compagnie assicurative vorranno comportarsi.

Pertanto, rimanendo sempre nel caso di manifestazioni prettamente locali, se la Polizia Municipale assicura la propria presenza, nel senso che con i loro motociclisti o auto seguono costante la corsa anticipando i corridori per regolare il traffico, la corsa si può fare, altrimenti occorrerà rivolgersi alla Polizia Stradale e chiedere il loro intervento, oppure, in subordine, il rilascio dell’autorizzazione allo svolgimento della scorta tecnica, che a sua volta contiene anche l’indicazione di quante moto mettere altre ai soliti veicoli inizio e fine gara.

Un documento che nei giorni successivi alla gara va restituito di nuovo alla Polizia Stradale compilato con i dati dei veicoli usati e le generalità dei soggetti abilitati che li hanno condotti.

A qualcuno potrà anche sembrare una seccatura, ma credetemi, nel concetto di sicurezza delle gare ciclistiche, bisogna inserire anche la necessità di mettere in sicurezza la responsabilità dell’organizzatore, il quale, per aver fatto qualcosa di bello e di utile per lo sport, non può improvvisamente trovarsi con la casa ipotecata. Quindi, se, come si usa dire, «la carta canta», nel nostro caso… facciamola anche “pedalare”!

 

A cura di Silvano Antonelli Copyright © INBICI MAGAZINE

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