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SICUREZZA IN PRIMO PIANO



Dal Convegno “Istituzioni e Ciclismo” nuove linee condivise ed un rilancio sul tema della sicurezza nelle gare ciclistiche. Dalle promesse di Di Rocco alle indicazioni del Prefetto Sgalla, ecco perché qualcosa comincia a muoversi. Nella direzione giusta

 

Il Convegno “Istituzioni e Ciclismo”, svoltosi lo scorso 13 ottobre in Prefettura a Ravenna, ha rappresentato un modo “alto” di celebrare la collaborazione tra Polizia Stradale e Federazione Ciclistica Italiana, in particolare quella degli ultimi 20 anni, segnata da una comune ricerca per la sicurezza delle gare ciclistiche.

Ricorrenza segnata dalla famosa circolare ministeriale del 13 ottobre 1997 con l’entrata in vigore della sospensione del traffico al passaggio dei corridori, il successivo inserimento (2002) nel Codice della Strada delle scorte tecniche, fino alla più recente figura degli “addetti alle segnalazioni aggiuntive” ed il consolidamento di percorsi formativi affidati unicamente alla FCI d’intesa con il Coni ed il Ministero dell’Interno. Un appuntamento proposto dal G.S. Progetti Scorta ed organizzato dal Comitato Emiliano-Romagnolo della FCI in collaborazione con la Prefettura.

 

 

 

Quattro le relazioni introduttive, svolte rispettivamente da Silvano Antonelli, nel 1997 responsabile del gruppo di lavoro della FCI che aprì il confronto con i vertici della Polizia Stradale, Giandomenico Protospataro, il “teorico” del Codice della Strada, quello che ha scritto tutte le circolari relative alla sicurezza delle gare ciclistiche, il Presidente Federale Renato Di Rocco che, su questa collaborazione, si è ulteriormente speso, aggiungendo miglioramenti, in particolare sul fronte della selezione e della formazione dei vari addetti, il Prefetto Roberto Sgalla, la “spalla forte” di questa materia che – nella duplice veste di Direttore delle specialità della Polizia di Stato e Presidente della Commissione Nazionale dei direttori di corsa e sicurezza della FCI – è certamente la figura più accreditata e competente per coniugare le esigenze di chi organizza le gare ciclistiche con le filosofie del Ministero dell’Interno. Una possibilità concreta per inserire nel prossimo Codice della Strada, attualmente in discussione alle Camere, novità ulteriori per la sicurezza dei ciclisti in gara e probabilmente anche in allenamento.

 

Se da un lato Silvano Antonelli ha posto l’esigenza di semplificare e razionalizzare gran parte delle procedure in fatto di autorizzazioni ed ordinanze relative alle gare ciclistiche, Renato Di Rocco si è spinto, su questi temi, a proporre l’apertura di una tavolo di confronto con il Ministero dell’Interno, ma è soprattutto dalle parole del Prefetto Roberto Sgalla che sono venuti i segnali più tangibili ed incoraggianti di quello che il Ministero e la Polizia Stradale propongono e sono disponibili a sostenere, a partire dal confronto con chi decide le leggi in Parlamento. Queste proposte, che meritano tutto il sostegno possibile da parte degli organizzatori delle gare ciclistiche, suggeriscono:

 

 

 

 

1) il ritorno alle Prefetture del rilascio delle autorizzazioni per recuperare la disomogeneità di comportamenti e procedure praticata dal 2002 ad oggi, da parte delle Regioni e delle Province;

2) semplificazione degli atti amministrativi e delle relative prescrizioni, affidando alla professionalità degli organizzatori, la scelta delle misure pratiche per la sicurezza delle proprie manifestazioni;

3) la possibilità che ogni gara sia realizzata sulla base di una unica autorizzazione ed ordinanza di sospensione temporanea del traffico, rilasciata dalla Prefettura di partenza e valida per tutto il territorio nazionale, fatti salvi i nulla-osta dei vari Enti interessati;

4) dare alle scorte tecniche poteri di Polizia Stradale, allargando il loro intervento alla protezione degli allenamenti organizzati dalle società ciclistiche, unitamente alla revisione dei processi selettivi e formativi di questo personale, che dovrà conseguentemente offrire ulteriori garanzie di qualità e competenza;

5) favorire il volontariato delle scorte tecniche prevedendo che questa abilitazione possa essere data, per titoli, agli ex appartenenti o appartenenti alle Forze di Polizia.

Misure che, in parte, possono essere realizzate all’interno dell’attuale quadro giuridico ed altre, ovviamente, solo attraverso la riforma del Codice della Strada.

Proposte che hanno dato al Convegno di Ravenna un segnale forte di una Federazione Ciclistica e di una Polizia Stradale determinate nel dare al ciclismo tutto il futuro possibile in ordine alla sua sicurezza, consentendo al Presidente della FCI Renato di Rocco di poter affermare che, se nel 1997, questa collaborazione fu una “intuizione geniale”, oggi “rappresentare un modello che molti c’invidiano, anche all’estero”.

Da Ravenna quindi buoni segnali, grazie ad Antonelli che ha avuto l’idea di suggerire il Convegno, a Giorgio Dattaro che l’ha indetto come Comitato regionale ed al Prefetto di Ravenna Francesco Russo, persona sensibile, concreta e tanto ospitale da lasciare che per un giorno la Prefettura fosse invasa dalla bici, nel senso progettuale del termine.

 

Nella foto di testa, il Prefetto Dott. Roberto Sgalla riceve il premio da Silvano Antonelli

 

A cura di Silvano Antonelli Copyright © INBICI MAGAZINE

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