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SICUREZZA SULLE STRADE. L’ALLARME DI DI ROCCO: “I CICLISTI SCAPPANO DALLE STRADE”


Nell’ambito della tavola rotonda organizzata a Riccione da InBici, il numero uno della Federciclismo svela un dato clamoroso: “Ormai il 45% dei nostri tesserati proviene dalla Mtb. Un cambio di gusti? Sì, ma anche la paura di pedalare tra i pericoli del traffico”

Durante l’InBici Day che si è svolto a Riccione lo scorso 3 novembre, tra i relatori al tavolo delle autorità c’era anche il presidente federale Renato Di Rocco. Dopo i saluti ad un movimento che continua a crescere a ritmi vertiginosi, il presidente ha rivelato un dato che ha attirato le attenzioni della platea: “Ad oggi, il 45% dei tesserati per la Federazione Ciclistica Italiana provengono dalla Mountain bike”.

E’ un numero che deve far riflettere perché – come ha spiegato lo stesso Di Rocco – certifica un cambiamento epocale delle scelte dei ciclisti: “Molte persone, al giorno d’oggi, hanno paura di andare in bici da corsa – ha detto il numero uno della Federciclismo -. Le strade sono pericolose, quindi molti preferiscono scegliere l’attività fuoristrada per avere un contatto più diretto con la natura e, soprattutto, per restare lontani dai pericoli del traffico. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che sono soprattutto i genitori ad avere paura della strada: molti di loro spingono i bambini che vogliono iniziare a pedalare verso la Mountain bike proprio per evitare gli incidenti, così frequenti al giorno d’oggi”.

Il tema è caldo e di strettissima attualità. Purtroppo, il 2018 verrà ricordato soprattutto come l’anno delle tante morti nel mondo del ciclismo. Non solo per i decessi dei corridori professionisti, su tutti quello di Michael Goolaerts durante la Parigi-Roubaix, ma anche per i tanti incidenti occorsi a molti cicloamatori lungo le strade. Ultimo, in ordine temporale, è stato l’incidente mortale che ha coinvolto Cristina Malandri, famosa nell’ambiente in quanto ha preso parte a numerose granfondo nella propria carriera.

Il tema della sicurezza stradale è quindi centrale all’interno della Federazione Ciclistica Italiana, come lo stesso Di Rocco afferma: “Dobbiamo offrire sempre la massima collaborazione alle autorità e far sì che la gente possa avere sempre meno paura di andare in bicicletta. Una mobilità sostenibile passa attraverso la bicicletta e dobbiamo permettere a tutti di poterla utilizzare non solo per allenarsi e tenersi in forma, ma anche come mezzo di trasporto”.

Alle parole del presidente federale gli fanno eco quelle pronunciate dal prefetto Roberto Sgalla, direttore delle specialità della Polizia di Stato: “L’obiettivo è quello di rendere l’Italia un paese sempre più ciclabile, sviluppando dei regolamenti che andranno a coinvolgere il ciclista in tutto ciò che fa: cercheremo, ad esempio, di abolire l’abbigliamento nero, ad esempio, per spingere le aziende ad investire su colori sgargianti”.

Il problema della visibilità in strada, effettivamente, è a dir poco endemico. Anche alcune squadre professionistiche hanno posto l’accento sul problema, per esempio la Trek-Segafredo, che realizza degli abiti tecnici da allenamento di colore molto vivaci per i propri corridori. Ma da questo punto di vista c’è ancora molto da fare, anche perché – come dimostrano le statistiche – a volte gli incidenti capitano proprio perché l’automobilista non si accorge del ciclista.

L’altro punto importante sul quale si è soffermato Renato Di Rocco riguarda la vicinanza del ciclismo amatoriale al ciclismo giovanile: “Tutti coloro che sono tesserati per la FCI permettono ai giovani di poter correre e di poter crescere, sperando che in futuro ci possano essere tanti campioni. Sono molto felice del fatto che nell’InBici Top Challenge ci siamo delle gare molto importanti come la Granfondo Davide Cassani e il Giro d’Italia Amatori, che da sempre si contraddistinguono per aiutare in modo concreto il ciclismo giovanile. Anche per questa ragione bisogna quindi dire grazie al circuito InBici Top Challenge, perché l’attività amatoriale non dev’essere solo fine a se stessa ma deve diventare soprattutto una possibilità per tutti quei giovani che vogliono mettersi in gioco attraverso la bicicletta”.

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