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TIRRENO ADRIATICO 2014

TIRRENO ADRIATICO 2014



Ecco il resoconto di una delle corse a tappe più entusiasmanti del mondo, una sorta di Giro dell’Italia centrale, un crescendo di emozioni che ha consegnato il “Sea Master Trophy” allo spagnolo Alberto Contador.

 

 

Quella del 2014 è stata indiscutibilmente una delle più belle edizioni della corsa dei due mari, nata nel lontano 1966 e cresciuta nel tempo in maniera graduale.

 

Nel suo albo d’oro figurano corridori da sogno, uomini che hanno scritto la storia del ciclismo. Qualche piccolo esempio? Roger De Vlaemink, pluri vincitore con con sei affermazioni, Francesco Moser, Giuseppe Saronni, Michele Bartoli, Oscar Freire, Paolo Bettini, sono solo alcuni dei guerrieri che hanno realizzato il sogno azzurro della Tirreno.

Se un tempo era terreno fertile prevalentemente per passisti veloci e sprinter, la Tirreno Adriatico moderna rappresenta un’ importantissima prova che, alle porte della primavera, dal punto di vista dei partenti probabilmente è una delle migliori al mondo.

A giudicare dal percorso, si può parlare di una corsa a tappe completa, con tutti gli ingredienti necessari per preparare sul piatto un menu completo: una cronometro a squadre,  una tappa per i cacciatori di classiche, due per i velocisti, due arrivi in salita e la tradizionale cronometro individuale a San Benedetto del Tronto, vera e propria città identificativa della corsa sin dalle prime edizioni.

Sette tappe, 176 corridori a rappresentare 22 formazioni, il cui livello quest’anno è stato a dir poco stellare.

A giudicare dalla start list, gli unici big assenti erano Vincenzo Nibali (primo nel 2012 e 2013), Christopher Froome e Alejandro Valverde.

 

Gli altri c’erano tutti, a partire da Tony Martin, Wiggins, Kwiatkowski, Sagan, Basso, Cunego, Horner, Gilbert, Scarponi, Greipel, Kittel, Cavendish, Contador, Kreuziger, Quintana, Porte.

Presenti anche Thomas Dekker, vincitore nel 2006, Filippo Pozzato, vincitore nel 2003, Scarponi, leader dell’edizione  2009, Cancellara che vinse nel 2008 e Cadel Evans il migliore dell’edizione 2011.

Quattro maglie in palio, quella azzurra per la classifica generale, la rossa per i punti, la verde per i G.P.M. e la bianca per i giovani.

Temperatura e meteo davvero fantastici, insomma il contrario dell’edizione precedente.

 

Prima Tappa: Donoratico – San Vincenzo 18,5 km – Cronometro a squadre:

E’ stata come tradizione una sorta di kermesse della velocità. 8 uomini per ciascuna squadra, biciclette sempre più tecnologiche e rapporti impossibili su un percorso completamente, o quasi, pianeggiante. Percorso identico a quello del 2013 con una sostanziale differenza, l’inversione di rotta.

Tutti attendevano il festival della velocità, nessuno è rimasto deluso. I campioni del mondo della specialità, i ragazzi dell’Omega Pharma Quick Step hanno messo in fila tutte le squadre con una gara ineccepibile.

Prima maglia azzurra sulle spalle di Mark Cavendish, primo a tagliare il traguardo davanti a Michal Kwiatkowski , la prima maglia bianca della corsa dei due mari.

 

Seconda Tappa: San Vincenzo – Cascina 166 km:

Era la prima occasione ghiotta per i velocisti. Percorso non troppo impegnativo e distanza ridotta. Tutti aspettavano il duello tra Greipel, Kittel e Cavendish. La tappa è stata caratterizzata da una lunga fuga iniziale, della quale faceva parte Alex Dowsett. Il campione nazionale a cronometro tentava l’azione solitaria nel finale ma veniva ripreso a pochi km dall’arrivo. Finale thriller con caduta di Kittel, il quale arrabbiatissimo disintegrava la propria bicicletta sull’asfalto. Incredibile lo sprint, con Cavendish fuori dai giochi e un formidabile Matteo Pelucchi che dribblando i migliori velocisti si presentava incredulo a braccia alzate. Vittoria alla McEwen per il lombardo che dedicava l’affermazione al suo compagno di squadra Goddaert, scomparso in seguito ad un incidente in allenamento. Maglia di leader al polacco Kwiatkowski.

 

Terza Tappa: Cascina – Arezzo 210 km:

Tappa che poteva ingannare al primo impatto con l’altimetria. Un finale che poteva sorridere ai velocisti, caratterizzato però dagli ultimi 700 metri molto impegnativi con curve e contro curve, ma soprattutto, due strappi molto impegnativi e arrivo posizionato davanti al duomo con la strada piuttosto inclinata. Spazio dunque ai cacciatori di classiche dotati di spunto veloce. Copione simile al giorno precedente con la solita fuga partita dai primi km.  Nel circuito finale, il bravissimo Bjorn Thurau, figlio del mitico Didi, tentava l’azione solitaria con un’azione da passista molto raffinata e composta. Purtroppo per lui, il gruppo non gli ha lasciato scampo e proprio gli ultimi 700 metri sono stati determinanti. Ai 400 metri ci ha provato l’ex campione del mondo Philippe Gilbert, ma questo non è bastato a piegare Peter Sagan, che con uno sprint di forza andava a stravincere davanti al sempre più sorprendente Kwiatkowski (ancora in azzurro) e all’australiano Simon Clarke. Per Sagan le vittorie tra i professionisti sono a questo punto ben 62, di cui 4 ottenute alla Tirreno Adriatico.

 

Quarta Tappa: Indicatore  – Selvarotonda  244 km:

La tappa più dura in assoluto, con una distanza impegnativa, quasi 250 km. Arrivo in salita a 1535 metri. Partenza dalla pianura e varie asperità (Forca di Cerro e Forca di Capistrello) da superare prima di affrontare il finale, una salita piuttosto lunga con punte del 10% e pendenza media del 5%. Solita fuga di giornata neutralizzata prima dell’ultima salita. Proprio qui scattavano in successione Roman Kreuziger della Tinkoff Saxo, Benat Intxausti della Movistar e Stefano Pirazzi della Bardiani CSF. A un km dall’arrivo si ricomponeva un gruppetto di quasi venti corridori. A un km dall’arrivo scattavano prima Richie Porte e poi Nairo Quintana, ma la progressione finale di Alberto Contador, non lasciava scampo agli avversari. Grande vittoria per il pistolero, che ritornava alla vittoria. Maglia azzurra sempre sulle spalle di Kwiatkowski.

 

Quinta Tappa: Amatrice  – Guardiagrele 192 km:

Banco di prova per gi uomini di classifica, questa tappa era caratterizzata da un saliscendi iniziale e dalla scalata del passo Lanciano. Finale difficilissimo con il muro di Guardiagrele, con punte al 30% e arrivo in salita. Solito copione con lunga fuga da lontano. Sul passo Lanciano, si riportava sulla fuga Alberto Contador che con un’azione spregiudicava andava a prendere i fuggitivi. Lo spagnolo disegnando curve magistrali in discesa, si dirigeva, con a ruota i fuggitivi, verso il muro di Guardiagrele. Senza chiedere nemmeno un cambio, facendo l’andatura in ogni settore, il corridore della Tinkoff Saxo, trovava anche la forza di scattare sul muro, e si presentava solitario sul traguardo. Incredibile crollo di Kwiatkowski, attardato e sconfortato. Maglia azzurra per Alberto Contador, ma soprattutto 2’08’’ di vantaggio su Quintana in classifica generale.

 

Sesta Tappa: Bucchianico – Porto Sant’Elpidio 189 km:

Penultima tappa, poche asperità e arrivo per i velocisti. Ancora una volta la tappa veniva caratterizzata da una lunga azione di giornata, assorbita dal plotone a pochi km dall’arrivo. Circuito finale a Porto Sant’Elpidio da ripetersi due volte e ultima occasione per le ruote veloci. A un km dall’arrivo cadevano due uomini della Lotto Belisol. Greipel era così fuori gioco. Il gruppo si frazionava e la Omega Pharma poteva così organizzare al meglio il treno per Cavendish. Trentin prima, quindi Renshaw e poi Petacchi aprivano la strada All’ex campione del mondo, che vinceva con 5 biciclette di vantaggio davanti a Petacchi. La vittoria della squadra, dell’unione, chiusa da un abbraccio tra Mark e Alessandro, prima avversari, oggi compagni di squadra. Maglia azzurra ancora sulle spalle di Contador.

 

Settima Tappa: San Benedetto del Tronto – San Benedetto del Tronto 9,1 km – cronometro ind.:

Ultima tappa, destinata ai pronome. Nelle ultime due edizioni fu decisiva per la vittoria della corsa dei due mari. Quest’anno, il vantaggio di Contador (oltre 2 minuti) era rassicurante per lo spagnolo. Quindi, grande lotta per gli specialisti. Straordinaria affermazione di Adriano Malori della Movistar, al quale il litorale adriatico porta fortuna. Nel 2012 prese la maglia rosa a pochi km di distanza, quest’anno ha demolito Cancellara, secondo e Bradley Wiggins, terzo. Solo quarto il campione del mondo Tony Martin.

 

Vittoria finale per Alberto Contador, seconda piazza per Nairo Quintana, terza per Roman Kreuziger. 

Maglia Rossa per Peter Sagan, Maglia Bianca per Nairo Quintana e Maglia Verde per Marco Canola.

 

 

nella foto Alberto Contador vincitore della Tirreno Adriatico

 

Fonte  PAOLO MEI Copyright © INBICI MAGAZINE

 

 

 

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