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TRANSANDES CHALLENGE

TRANSANDES CHALLENGE



Quattrocento concorrenti ed uno scenario mozzafiato: tra la Patagonia e le Ande il diario di viaggio di una manifestazione unica al mondo

 

La Transandes Challenge, the epic mountain bike race in Patagonia, giunta alla sua ottava edizione, è ormai entrata di diritto tra le gare multistage più ambite ed apprezzate al mondo.

A fine gennaio 2016, sono stati ben 400 i concorrenti, provenienti da tutti i continenti in rappresentanza di 35 nazioni, a darsi appuntamento per questa gara che – con le sue 6 tappe – porta ad esplorare una delle zone più affascinanti del Cile, l’Auracania, una regione incastonata tra Patagonia e Ande, ricca di una biodiversità unica.

Laghi, fiumi, vulcani, foreste: questi sono gli scenari dei percorsi delle tappe, dove l’asfalto è praticamente inesistente e i contatti con la civiltà sono solo marginali. La sensazione che si vive è davvero quella di essere immersi nella natura, dove fauna e flora sono i veri protagonisti.

L’Auracania si trova circa 800 chilometri a sud di Santiago del Cile, la capitale, a una latitudine sud comparabile a quella del nostro centro Europa, con un clima mite.

Il campo base era sito, come consuetudine, nella riserva naturale di Huilo Huilo, uno dei luoghi protetti più importanti del Sudamerica, una riserva dove si possono ammirare specie animali e vegetali rarissime, in un contesto naturalistico unico al mondo, tra vulcani, laghi e foreste incontaminate.

Già il 23 gennaio il campo brulicava di bikers, in arrivo alla spicciolata dall’aeroporto di Temuco  con i transfert predisposti dall’organizzazione.

 

 

Molti dei partecipanti provenienti da nazioni lontane, italiani compresi, hanno preferito recarsi in zona con qualche giorno d’anticipo, per recuperare dal lungo viaggio, assorbire il fuso orario (meno 4 ore rispetto all’Italia) ed ambientarsi al brusco cambiamento di stagione; passare dalle nostre temperature invernali ai ben 30 e più gradi diurni non è semplice per l’organismo, che necessita di un minimo acclimatamento.

La “spedizione italiana” quest’anno era formata da quattro bikers, Claudio Segata (Team Todesco) e Aldo Zanardi (Scott Racing Team) nella categoria Team 80+ Men, Emilio Bressan (Crocetta Bike Team) e Luigi Marchetta (Lugagnano Offroad) entrambi nella categoria Single 35-44 Men, hanno trscorso i giorni prima della gara nel villaggio di Neltume, in accoglienti Cabañas a pochi chilometri dal campo base, un suggestivo centro abitato con tutte le strade sterrate, senza traccia né di asfalto né di cemento, un vero tuffo nel passato.

Il 24 trasferimento per tutti al campo di Huilo Huilo, dove in serata si svolgeva la cerimonia d’inaugurazione con la seguente cena di benvenuto, accolti dallo staff di Juan Pablo Santiagos (Race Director)ed il suo staff, tra i quali vogliamo citare Daniel Püschel, coordinatore generale, e Luis Carvacho, responsabile dei percorsi, che con i suoi collaboratori ha lavorato mesi per scegliere, preparare e segnalare gli itinerari, con il prezioso supporto dello stimato fotografo uruguaiano Marcelo Tucuna, che con grande passione documenta da anni i momenti salienti della gara.

 

 

L’Arrivo di Zanardi e Segata a Pucon

 

 

Il 25 gennaio, alle 9.30, lo start della prima tappa, la point to point Huilo Huilo-Huilo Huilo, 61 km – 2.350 m/dis+.

Subito dopo il via il gruppo s’inoltra nella foresta, con il gruppo dei migliori a fare il ritmo, tra i quali il vincitore dell’edizione 2015, lo spagnolo Joan Llordella, con i connazionali Antonio Ortiz e Pau Zamora, tutti del Team Buff, il forte elite cileno Eyair Astudillo, con il connazionale Francisco Ramos, due forti atleti di origine italiana, Giorgio Nattero (CHI) e Claudio Pertile (ARG), Daniel Roura (COL), Lucas Escobedo (ARG) e i due forti statunitensi, plurivincitori della categoria Team Open Mixed, Michael Broderick e Mary Mc Conneloug. Nelle posizioni di testa anche tre degli italiani presenti, Claudio Segata, Aldo Zanardi ed Emilio Bressan. Per la categoria Single Open Women la statunitense Sonya Looney mette subito in chiaro la sua superiorità.

Al traguardo è volata tra Astudillo e Llordella, con il cileno che s’impone sullo spagnolo, facendogli capire che non sarà cosa facile bissare la vittoria del 2015. Ramos è terzo, seguito da Ortiz-Zamora, prima della Team Open Men. A completare la top ten di tappa sono Segata e Zanardi, primi della Team 80+ Men, con Bressan in quindicesima posizione, terzo della Single 35 – 44 Men.

Il 26 gennaio altra point to point Huilo Huilo-Huilo Huilo 51 km – 2.150 m/dis+. Come per la prima tappa percorsi fantastici, interamente sterrati, panorami mozzafiato sul vulcano Mocho, salite durissime e discese tecniche che mettono alla prova le capacità dei bikers.

Ancora vittoria per Astudillo con Llordella secondo attardato da un problema al cambio che gli farà perdere quasi 8 minuti sul cileno. In serata una pesante perturbazione porta copiose piogge sul campo, con un repentino abbassamento delle temperature. Al mattino, a colazione sotto il capiente tendone, l’umore dei biker non è buono, il freddo e la pioggia preoccupano prima di affrontare la lunga tappa Huilo Huilo-Catripulli 97 km – 2.350 m/dsl+, sul tratto alto del percorso vengono annunciate temperature vicine allo zero. A mezz’ora dalla partenza, con i biker pronti a schierarsi in griglia, la saggia decisione della direzione gara, annullamento della tappa, rimandando il tutto al giorno seguente. Quasi tutti accolgono con entusiasmo la notizia e si organizzano attività alternative per trascorrere la giornata, con transfert che portano ad una vicina stazione termale, dove trascorrere alcune ore al caldo, rilassando i muscoli.

 

 

Zanardi in azione

 

Al risveglio del 28 gennaio una bella sorpresa, cielo terso e sole all’orizzonte, le condizioni ideali per affrontare la lunga tappa. Al via, dopo un lungo tratto tra discese e velocissimi falsopiani, inizia una lunga salita, di oltre 30 km, che porta ad attraversare il meraviglioso Villarica National Park, tra maestose conifere secolari e la maestosa vista sull’imponente vulcano di Villarica, quasi 3.000 metri, con la parte sommitale ricoperta da un candido manto nevoso, dal suo cratere continui sbuffi di fumo, che ne ricordano la perenne attività, proprio nel marzo 2015 ha dato sfogo ad un’imponente eruzione. La lunga discesa faceva perdere rapidamente quota, tra impegnativi single track, spettacolari toboga con curve in appoggio, per poi terminare in una velocissima strada bianca, che portava velocemente verso Catripulli.

Anche questa tappa terminerà in volata tra Astudillo e Llordella, e sarà sempre il cileno ad imporsi. Altra buona prestazione per la coppia Segata-Zanardi, sempre al comando della categoria, e di Bressan, sempre nel giro delle posizioni da podio di categoria. Luigi Marchetta, alla sua prima esperienza in una gara a tappe, inizia a prendere confidenza, rimontando posizioni in classifica, risalendo dopo essere finito nelle retrovie anche a causa di un errore di percorso nella prima tappa.

 

 

Il 29 gennaio si corre la – Catripulli-Catripulli 72 km – 2.300 m/dsl+, una tappa durissima con molti tratti di salita con pendenze impossibili, che costringono al portage anche gli atleti più forti. Al comando della gara sempre la coppia cileno-spagnola, ma in un tratto tecnico Astudillo centra un Padù, uno dei tanti animali che compongono la ricca fauna della regione, fortunatamente senza ferirlo, ma l’impatto causava una rovinosa caduta, sotto gli occhi di Llordella che, molto sportivamente si fermava a soccorrere lo sfortunato rivale. Ripartiti procedono in coppia fino al traguardo e riconoscente dell’aiuto ricevuto Astudillo non disputa la volata, lasciando la vittoria di tappa allo spagnolo.

Il 30 gennaio l’ultima tappa, Catripulli-Pucón; 60 km – 1.350 m/dsl+, sulla carta facile, ma che nasconde numerose insidie attraversando foreste e colate laviche scendendo dalle pendici del vulcano Villarica. Il finale di gara è veloce e porta alla cittadina di Pucon, principale e caratteristico centro turistico della zona. Astudillo attacca e riesce a staccare Llordella, dimostrando di essere il più forte di questa edizione. Lo spagnolo termina la tacco con i connazionali Ortiz-Zamora, che, come nel 2015, dominano la Team Open Men.

Nella Team Open Mixed, Michael Broderick e Mary Mc Conneloug ottengono l’enesima vittoria, mentre nella Single Open Women la statunitense Sonya Looney vince a mani basse la categoria. Per gli italiani grandi soddisfazioni. Segata-Zanardi vincono la Team 80+ Men dopo una dura lotta in tutte le tappe con gli statunitensi Kevin Hines e David Dornaus, al secondo posto finale, e gli argentini Leandro Oddino e Ignacio Gili, vincitori della categoria nel 2015. Ricordiamo che Gili è uno degli atleti argentini più conosciuti, per anni elite nazionale e partecipante alle olimpiadi di Sidney.

 

 

Per Emilio Bressan ottimo terzo posto finale nella Single 35 – 44 Men, vinta dall’italo-cileno  Giorgio Nattero. Piazzamenti più che buoni anche nella generale, dove Zanardi, Segata e Bressan si sono piazzati 12°, 13° e 14°, con Marchetta 99°.

Gran bella serata finale, con premiazioni di tappa e assolute che hanno preceduto la succulenta cena a base di carne alla brace e “cordero al palo” (agnello) in perfetto stile ptagonico, il tutto innaffiato dall’ottimo vino cileno. A seguire un party con musica che ha visto scatenare molti bikers fino a notte fonda.

La Transandes Challenge 2016 si chiude qui a Pucon, una grande avventura che ha regalato tante emozioni e soddisfazioni, una gara che entra nel cuore dei biker per i meravigliosi percorsi e scenari delle tappe, oltre all’eccellente qualità dei servizi offerti.

Juan Pablo Santiagos dà appuntamento a tutti per la Transandes Challenge 2017, svelandoci due nuove iniziative del comitato organizzatore, un nuovo evento multistage per ottobre 2016 nell’affascinante deserto di Atacama, nel nord del Cile, e la versione Enduro, che nel 2017 anticiperà di pochi giorni la Transandes Challenge, ma di tutto questo vi daremo presto i dettagli.

 

a cura di Aldo Zanardi iNBiCi magazine marzo 2016

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