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Gioele Bertolini - © Alesandro Billiani

TRICOLORI DA INCORNICIARE: E DA LECCE PARTE IL RISCATTO DI ARU


Gioele Bertolini (Esercito) è il nuovo campione italiano di ciclocross categoria elite. 

Oddio, mica tanto nuovo. Sette tricolori sulle sue spalle, in modo quasi continuativo, fanno del valtellinese, uno dei migliori corridori del fuoristrada del nostro ciclismo. Il suo tricolore, conquistato a Lecce è da manuale. Una gara ineccepibile, perfetta, senza errori tecnici, sbavature, sfortune, cadute o incidenti meccanici:

“La mattina di domenica e il pomeriggio di sabato li ho dedicati completamente a lui, al tracciato del parco di Belloluogo. Dovevo vedere ogni gradino, ogni curva, ogni paletto per non sbagliare. Sono partito in attacco, sul percorso veloce, ho cercato di non farmi rincorrere più di tanto e ho corto la mia gara puntando solo al traguardo. Ho via via seminato gli avversari e mi sono conquistato questa maglia a cui tenevo tanto”. 

Fabio Aru (ITA – Qhubeka-Assos) – photo Roberto Bettini/BettiniPhoto©2021

Ed ora si guarda al mondiale? 

“Iniziamo il ritiro da domani ad Ardea con il cittì Fausto Scotti e si programma anche la gara tricolore”. In gara hai avuto un avversario in più, Fabio Aru, che è rientrato nel circo del fango: 

“Fabio non è un avversario. E’ un amico. Lo conosco da diversi anni. Ci scriviamo, ci sentiamo, non abbiamo mai perso i contatti. Sono davvero felice che sia tornato nel “gruppo del fango”.

Serviva anche a noi la sua presenza. Più che noi a lui. Alza il livello e la qualità delle nostre gare. Anzi, la sua esperienza è fondamentale. E se Fausto Scotti lo porterà al mondiale dobbiamo esserne solamente soddisfatti. Ne gioiscono persino all’estero. Ripeto, alza la nostra qualità. L’ho visto bene, grintoso, e sereno. 

In hotel, a Lecce abbiamo incrociato Fabio Aru a far colazione. Sorridente, disponibile e scherzoso ammette:

“Si sto bene. Mi piace tornare nel ciclocross. Mi sento un po’ come a casa. Ho ritrovato tanti amici. Faccio la mia corsa e qualunque risultato va bene”. 

E il risultato al campionato italiano è stata la top ten. Un’ottima top ten, conquistata curva dopo curva, gradino, dopo gradino. Altro che allenamento, mica scherzava Aru in gara. E tra i migliori dieci italiani il suo nome ci stava davvero bene. Un tricolore quasi scontato, con un Bertolini in grande forma. Così come scontato è stato il trionfo di Filippo Fontana. Abbiamo ritrovato il Filippo Fontana di sempre. Il trevigiano di Fregona nei primi giri ha studiato gli avversari che gli hanno fatto da “lepre” come si dice in gergo atletico, nelle gare di mezzofondo. Poi ha aperto il gas e li avversari li ha visti solo dopo il traguardo: 

“Dopo un anno un po’ difficile, finalmente ho ritrovato la mia forma. Ho di nuovo morale e grinta. Sto bene e questo è stato un inverno interessante. Non ho commesso errori e il fango in un certo senso mi ha aiutato. Ed ora si punta ai mondiale. Poi torneremo nella mtb.

 Obiettivo Olimpiadi?

“Non lo so, di certo sono ancora giovane. Ma sognare non è vietato”. 

Tra le donne splendida vittoria di Alice Arzuffi che dopo una corsa a tre con Eva Lechner e Chiara Teocchi, si è involata in solitaria verso il traguardo. Bis per Francesca Baroni che non si è tolta la maglia tricolore dalle spalle, conservata da Schio lo scorso anno e ottima prestazione della promettente Lucia Bramati, atleta che ha già lo sguardo puntato verso un panorama mondiale. 

Tra gli juniores Brian Olivo è stato il migliore in tutti i sensi. Da premiare per la sua forza di volontà, dopo un mese chiuso in casa causa covid, a scatenarsi sui rulli:

 “Ho sofferto parecchio ma ci tenevo ad essere al via di questo tricolore. Lo dovevo soprattutto a Daniele Pontoni, il mio mentore. Ritornare sotto la sua ala è stata la scena vincente. E questa maglia la dice lunga. Si di maglie tricolori ne ho già vestite diverse, ma questa è la maglia alla quale ora tengo di più”. 

Un plauso, dopo le tre giornate di gara di questo campionati italiani di ciclocross a Lecce, va agli organizzatori. Capitani coraggiosi in un mare tempestoso, fra regole, restrizioni, controlli, rischi di chiusura anticipata della manifestazione tricolore. La tenacia, la forza e la voglia di un Sud che si riscatta e rilancia il ciclismo anche da queste parti. 

A cura di Tina Ruggeri– Copyright © InBici magazine ©Riproduzione Riservata

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